La trattativa infinita - QdS

La trattativa infinita

web-mp

La trattativa infinita

Giovanni Pizzo  |
sabato 15 Aprile 2023

Giletti ha scherzato col fuoco, e tutto, come spesso avviene in Italia, potrebbe diventare un fuoco di paglia. Quella che rimane è la sensazione di un Paese poco serio, inaffidabile, ambiguo.

Neverending Story. Così è la storia della trattativa infinita Stato-Mafia, un incrocio tra una telenovela brasiliana e Doctor Who, perché di Beautiful non ha nulla. I personaggi cambiano, scompaiono, alcuni ritornano, ne arrivano di nuovi. Oggi al centro della scena ci sono Giletti e Baiardo.

Uno forse troppo inadeguato a gestire una vicenda molto più grossa di lui. Non parliamo di piccoli politici siciliani che si alzano le indennità, o di stupri nella Milano bene. Qua parliamo di cose che se dimostrate fanno a pezzi le istituzioni e fanno venir giù sistemi politici, come ai tempi di Tangentopoli. E poi Baiardo, un improbabile gelataio, che parla pagato da La 7 come un oracolo, o meglio un ventriloquo.

Ora La 7 di Cairo, ex Publitalia con Berlusconi, cancella l’Arena di Giletti, alcuni dicono per diatribe professionali, Giletti trattava con la Rai, altre voci perché c’è stato un interrogatorio destabilizzante con i carabinieri su Baiardo.

Si apprende che tutto ruota intorno ad una foto, come in altri casi di questa Repubblica pseudo democratica. In questa foto pare, così dice Giletti, c’è Berlusconi e Graviano, accompagnati dal Generale Delfino, deceduto, non nuovo a queste ipotesi trattativiste.

La foto sembra che sia stata scattata a loro insaputa, per chiari scopi di garanzie ricattatorie, nella primavera del 1992, prima delle stragi. Le ipotesi dei rapporti, sempre ripresi, ma mai definitivamente provati, tra Berlusconi e i Graviano sono al vaglio dei magistrati di Firenze.

Lì è in corso un sequel della Fiction La Trattativa, dopo il processo Mannino, il processo Mori e De Donno, il processo di Reggio con alla sbarra Mafia, ‘Ndrangheta e Massoneria.

Un giornalista straniero, che osserva questo florilegio di processi su mafie, politica e Massoneria cosa può scrivere su di noi? O che siamo un paese poco serio o che la verità in Italia non esiste. Tutto è chiaroscuro come i quadri del Caravaggio, ambiguo come Cagliostro, e senza una chiara definizione del bene e del male, di dove sta lo Stato e l’anti-Stato.

Le trattative in Italia sono come l’Idra di Lerna, tagli una testa e ne spuntano due. Ora si cerca questa foto in possesso di Baiardo che l’avrà nascosta bene. E non la tirerà fuori facilmente, perché se no finisce il ricatto per conto dei Graviano.

A meno che tutto non si trasformi in vendetta a Berlusconi, vista l’impossibilità di tirarci su un utile finanziario o di sconto di pena. Se venisse provato al processo di Firenze il collegamento Graviano Berlusconi si avrebbero due effetti.

Da un lato verrebbero sporcate le Istituzioni, che Berlusconi ha rappresentato, ma anche Delfino, dall’altro verrebbe di conseguenza, se provati i coinvolgimenti economici, potenzialmente sequestrato il patrimonio Fininvest per effetto della legge Rognoni-La Torre.

In confronto il processo Andreotti diventa risibile. Giletti ha scherzato col fuoco, e tutto, come spesso avviene in Italia, potrebbe diventare un fuoco di paglia. Quella che rimane è la sensazione di un Paese poco serio, inaffidabile, ambiguo.

Un Paese immaturo dal punto di vista democratico. Sarà per questo che i cervelli, i nostri giovani fuggono da un luogo così? Sarà per questo che noi non cresciamo e la Spagna si? Ma se voi foste degli investitori internazionali in un paese del genere rischiereste dei soldi? Chiediamocelo.
Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

Tag:

Un commento

  1. Samanta Sarti ha detto:

    Bell’articolo! Ben scritto. Merce rara. Bravo Giovanni Pizzo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017