Laminatoio Duferco di Giammoro verso il rilancio - QdS

Laminatoio Duferco di Giammoro verso il rilancio

Lina Bruno

Laminatoio Duferco di Giammoro verso il rilancio

sabato 23 Marzo 2024

A garanzia dei livelli occupazionali l’azienda ha previsto investimenti per la concessione del nuovo pontile e per la produzione di idrogeno verde. Cauti Cgil, Cisl e Uil: “Bisogna confrontarsi. La politica si attivi”

PACE DEL MELA (ME) – Un insediamento industriale che in mezzo a crisi internazionali e incertezze del mercato programma nuovi investimenti.

L’idrogeno verde nel futuro del laminatoio Duferco di Giammoro

Il futuro per il laminatoio Duferco di Giammoro sono la gestione del pontile e la produzione di idrogeno verde. La strada sembra tracciata verso la garanzia di un’occupazione senza ricorso ad ammortizzatori sociali e nuove occasioni di sviluppo nell’area tirrenica del messinese. Ma non è un percorso semplice, come hanno rilevato anche le tre maggiori organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, che ritengono sia necessario un maggiore senso di responsabilità delle istituzioni e confronto sui temi che coinvolgono il futuro dei territori. Gli effetti della pandemia, il vertiginoso aumento dei costi energetici, le crisi internazionali, non rendono semplice il rilancio del sito.

“La certificazione delle difficoltà – dicono Ivan Tripodi, segretario generale Uil, Giovanni Mirabile, segretario provinciale Uilm – è sancita dall’applicazione, per tutti i lavoratori della Duferco, di un contratto di solidarietà difensivo iniziato a dicembre 2023 e che, in mancanza di risposte in merito alla concessione del pontile di Giammoro, è già previsto fino a luglio”.

“Non possiamo accettare in silenzio – continuano i rappresentanti sindacali – questa grave crisi che colpisce sia le maestranze che il territorio e auspichiamo una rapida chiusura della procedura per l’affidamento da parte dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, e della concessione del nuovo pontile di Giammoro alla Duferco”.

La gestione del nuovo pontile

A settembre 2023, l’azienda ha formalizzato all’Adsp dello Stretto la sua disponibilità alla gestione del nuovo pontile. La presenza della Duferco come operatore logistico al servizio del territorio era stata vista come un buon segnale per le prospettive dell’acciaieria. “Una disponibilità che, fra l’altro – dice Tripodi – sovvertì clamorosamente la malevola narrazione secondo la quale era pressoché impossibile rendere operativo il nuovo pontile nell’attuale condizione infrastrutturale. Invece, la Duferco presentò un piano di investimenti per quasi 22 milioni di euro che prevedeva l’assunzione, a regime, di 50 lavoratori. Si tratta di un’operazione che abbiamo salutato con soddisfazione e che, nell’ottica della strategia aziendale, garantisce l’occupazione dei lavoratori oggi impegnati nel laminatoio”.

“Anche alla luce delle oggettive difficoltà che vivono i lavoratori – continua il segretario – invitiamo il commissario straordinario dell’Adsp, contrammiraglio Antonio Ranieri, a disporre la rapida chiusura dell’iter procedurale della concessione del Pontile alla Duferco”.

L’impianto di idrogeno verde

Il nuovo impianto di idrogeno verde è l’altro tema su cui intervengono i rappresentanti di Cgil e Cisl. L’investimento da dieci milioni di euro è un momento di svolta per consentire il mantenimento dello stabilimento sul territorio, una notizia positiva secondo la Cisl, ma è un piano che va “blindato”.

“Bisogna confrontarsi – dicono il segretario generale della Cisl, Antonino Alibrandi e il segretario della Fim Cisl Giuseppe Crisafulli – sulle criticità che ha vissuto negli anni il laminatoio Duferco a causa della riduzione della produzione”.

“Per noi – aggiungono – confrontarsi significa aprire una discussione in Sicindustria, con le parti datoriali, le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, per avere i dettagli dell’investimento. La politica faccia la sua parte affinché questo investimento possa produrre le ricadute e gli effetti positivi per tutto il territorio”.

Alibrandi e Crisafulli ribadiscono la necessità che si lavori in rete attraverso una sinergia che possa costruire anche un rilancio delle aree artigianali. “È in gioco il futuro – concludono – di uno stabilimento che sta cercando di cambiare il suo business e per questo, per noi, è importante capire le strategie per garantire l’occupazione attuale e magari per poterla aumentare”.

Per la Cgil un investimento come quello per l’attivazione di un impianto di idrogeno verde a Giammoro, per il 70% con fondi pubblici, avrebbe richiesto e richiede un confronto altrettanto pubblico sulle prospettive produttive e occupazionali. “Registriamo il silenzio, anche delle amministrazioni locali – dicono il segretario generale della Fiom Sicilia, Francesco Foti e il segretario della Fiom Messina Daniele David. Il confronto si rende necessario per questo ma anche per altri progetti di investimento”.

Foti e David, sottolineando di apprezzare l’avvio di una produzione di energia pulita, chiedono tuttavia che vengano affrontati anche il dimezzamento degli investimenti del Gruppo Duferco nella produzione del laminatoio di Giammoro, le esternalizzazioni di diversi reparti e il più che decennale ricorso agli ammortizzatori sociali con conseguenti restrizioni salariali per 130 operai.
Lina Bruno

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