Lampedusa, 24 ore tra sbarchi e naufragi: "Ancora tragedie" - QdS

VIDEO | Lampedusa, 24 ore tra sbarchi e naufragi. La Croce Rossa: “Tragedia che non si ferma”

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VIDEO | Lampedusa, 24 ore tra sbarchi e naufragi. La Croce Rossa: “Tragedia che non si ferma”

Mauro Seminara  |
martedì 21 Novembre 2023

Undici sbarchi in 24 ore. Una decina di dispersi ed una bimba di appena due anni deceduta dopo il soccorso. Un maxi sbarco con circa 400 persone a bordo. Il racconto di cosa sta accadendo.

Dodici sbarchi ieri a Lampedusa, la media di uno ogni due ore malgrado le precarie e mutevoli condizioni meteo marine nel Mediterraneo centrale. Un totale di mille persone approdate in ventiquattro ore, 907 questa mattina ancora in hotspot, con una media elevata dal peschereccio con 576 migranti. Partito da Zuara, in Libia, il grosso motopeschereccio è arrivato in porto ieri sera sotto la guida delle motovedette della Guardia Costiera che ne hanno assicurato la salvezza fino all’ormeggio. Le condizioni meteo marine però hanno complicato l’intervento rendendo impossibile, come spiegano dal corpo delle Capitanerie di Porto, “effettuare in sicurezza le operazioni di trasbordo dei migranti e pertanto il peschereccio è stato condotto dalle suddette unità navali nel porto di Lampedusa”.

Tra gli undici eventi migratori c’è stato anche il naufragio di 53 persone partite da Sfax, in Tunisia. Avevano quasi raggiunto la salvezza quando spinti dalla corrente sul versante errato ed inaccessibile di Lampedusa, in località Capo Ponente, la loro barca si è ribaltata affondando. Delle persone a bordo se ne sono salvate 43, avvistate fortuitamente dalla barca dei pescatori lampedusani, Giuseppe e Salvatore Del Volgo, che hanno subito avvisato le autorità. Gli stessi pescatori che meno di mezz’ora più tardi hanno tratto in salvo due dei 43 superstiti sugli scogli in località Muro Vecchio. Le ricerche, ancora in corso, sono state attivate sotto il coordinamento della Guardia Costiera. Per i dispersi sono in azione mezzi aerei e navali di Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Frontex.

La piccola vittima del naufragio e i dispersi

Le motovedette intervenute dove indicato dai pescatori hanno tratto in salvo 40 dei 42 sopravvissuti, ma per una bimba di appena due anni che era finita in mare non è stato sufficiente. La piccola ha esalato l’ultimo respiro quando i soccorritori della Guardia Costiera l’avevano presa a bordo e stavano per andare in porto per affidarla alle cure dei medici pronti sulla banchina. Un’altra piccola bara bianca di una interminabile serie di cui Lampedusa è tristemente testimone. La circostanza, che viene precisata dalla Guardia Costiera con una nota, vede la bimba già “esanime, a cui sono state comunque praticate manovre di rianimazione dal personale medico CISOM di bordo senza purtroppo sortire effetto”. Un’altra piccola bara bianca di una interminabile serie di cui Lampedusa è tristemente testimone.

Al nefasto bilancio mancherebbero quindi dieci persone, ufficialmente disperse. Il mare però non concede speranze in questi casi e con queste condizioni meteo, soprattutto se non si è provetti nuotatori. E tra le persone salpate da Sfax c’erano ivoriani, guineiani, maliani, e poi altri, di altre nazionalità, che raramente hanno visto il mare o sanno nuotare. Come uno dei due ragazzi salvati dai pescatori Giuseppe e Salvatore Del Volgo.

Psicologicamente provati

“Il naufragio, i dispersi e la morte di una bambina di 2 anni, rappresentano l’ennesima tragica notizia di un fenomeno che non si ferma e che vede Lampedusa vivere ancora una volta il dramma delle migrazioni”, dice Debora Diodati, vicepresidente della Croce Rossa Italiana. Serena Corniglia, operatrice CRI dal centro di Contrada Imbriacola, ci spiega che ai sopravvissuti al naufragio di ieri la Croce Rossa Italiana, ente gestore dell’hotspot, sta dando assistenza psicologica con il suo team di psicologi oltre a fornire a tutti i migranti ospitati il necessario per una prima accoglienza.

Le condizioni sono difficili e i superstiti molto provati, prima dal naufragio che ha fatto temere ad ognuno per la propria vita, poi dal trauma causato dal vedere andar via tra le onde compagni di viaggio e morire sulla motovedetta la bimba di appena due anni. Un insieme di eventi che lascia un solco profondo. “Siamo grati ai nostri operatori – afferma la vicepresidente CRI Debora Diodati – che da mesi garantiscono un presidio di umanità e di prima accoglienza come a tutti i soccorritori, alle forze in campo che fanno fronte ad una situazione difficile e non da ultimo alla comunità lampedusana”.

Il Libeccio a Lampedusa

Il vento di Libeccio a Lampedusa non porta mai niente di buono. Il porto naturale dell’isola è esposto alla corrente del mare che “la libecciata” spinge fin dentro tutta l’area portuale, e talvolta porta con se anche vite umane come nel caso del naufragio di ieri. I trasferimenti dall’isola procedono, e già 187 migranti approdati nelle prime ore di ieri erano stati trasferiti con la nave traghetto verso Porto Empedocle. Ma in serata è giunto in porto l’altro grande peschereccio gremito di esseri umani, e per questo tipo di “barcone” è sempre difficile una soluzione.

Il presidente di Cogepa Lampedusa, l’ex sindaco Salvatore Martello, reitera il suo allarme facendo notare, oggi al Quotidiano di Sicilia, che adesso in porto ci sono sei pescherecci sotto sequestro, tutti di grossa stazza, esposti al rischio del bollettino meteo che prevede un moto ondoso di Libeccio crescente. “Il porto commerciale ed il molo Favarolo sono pieni di queste grandi barche dei migranti sequestrate, se arriva questo Libeccio, come dice il bollettino, ci sarà una strage all’interno del porto“, afferma Martello.

Foto di Mauro Seminara

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