Sono 78 gli articoli impugnati dal Cdm solo nell’ultima legislatura. Dario Immordino, esperto di contabilità pubblica: "Un tempo Stato e Regione si parlavano prima di adottarle, oggi non più"
In questa legislatura appena conclusa in Sicilia, la scure del Consiglio dei Ministri è calata assai di frequente sulle leggi che sono state approvate dall’Assemblea regionale siciliana e nonostante ciò poco è stato fatto per evitare che questo accadesse.
Logiche politiche, potrebbe pensare qualcuno, ma in realtà si tratta piuttosto di ragionare sul confine sottile tra malafede e scarsa competenza. Fatta questa premessa, è lecito quindi domandarsi come mai, dopo le prime impugnative, dovute soprattutto allo sconfinamento delle competenze Stato – Regione, non si siano presi provvedimenti per impedire al Cdm di continuare a bocciare le leggi o almeno parte di esse. Spesso, in effetti, ad essere bocciata non è stata tutta la legge, ma solo alcuni o più articoli.
Nel corso di questa legislatura diverse sono state le tendenze registrate, vale a dire che in alcuni momenti ci sono state più impugnative che in altri.
Ecco i numeri: nel 2018 sono stati impugnati appena 4 articoli, un numero contenuto se si considera che nel 2019 sono diventati 22.
Nel 2020 la cifra è scesa nuovamente… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI