Letta scarica i grillini ma l’asse Pd-M5s in Sicilia ancora regge - QdS

Letta scarica i grillini ma l’asse Pd-M5s in Sicilia ancora regge

Raffaella Pessina

Letta scarica i grillini ma l’asse Pd-M5s in Sicilia ancora regge

sabato 23 Luglio 2022

Elezioni regionali, coalizione ha più chance contro il centrodestra se resta unita. “Primarie? Impossibile proseguire con alleanza ma scelgano i siciliani”

ROMA – Nonostante la crisi nazionale, oggi in Sicilia si svolgeranno le primarie per scegliere il candidato del centrosinistra che correrà per la poltrona di Presidente della Regione: si potrà votare dalle 8 alle 22 on line e nei gazebo allestiti in alcune città.

Sono 42.205, attualmente, le persone che si sono registrate nella piattaforma per votare uno dei tre candidati: Caterina Chinnici del Pd, Barbara Floridia del M5s o Claudio Fava dei Centopassi. Primarie tutt’altro che scontate dopo le vicende legate alla caduta del governo Draghi “anche” per mano del M5s.
Vicende che hanno allontanato inevitabilmente i grillini dal Partito democratico. “Sulle primarie in Sicilia decidono i siciliani, noi siamo un partito federale – ha detto il segretario dem, Enrico Letta – Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile immaginare una alleanza nella prossima tornata elettorale. Questa è la mia proposta, ne discuteremo insieme”.

Letta lascia “carta bianca” ai siciliani, dunque. Ma non può non sapere che che in una regione come la Sicilia dove il centrodestra ha storicamente raccolto tantissimi consensi, la sinistra ha più possibilità di ottenere risultati alle prossime Regionali se si presenta unita.

C’è da dire che il Movimento pentastellato, a differenza di quanto ci si aspetta che accadrà a livello nazionale, potrebbe dire la sua alla prossima tornata elettorale in Sicilia, forte di alcuni provvedimenti bandiera come il reddito di cittadinanza (ricordiamo che la Sicilia è la seconda regione in Italia per numero di percettori del sussidio targato M5s).

Letta: “Ora cambia tutto”

Letta continua a dire che sarà “complicato immaginare che coincidano di nuovo le due strade dopo la scelta di giovedì scorso, molto sbagliata”. Ora “cambia tutto, i comportamenti tenuti rispetto a un fatto così rilevante come la vita del governo Draghi modificano i discorsi sul futuro. La nostra proposta – ha proseguito Letta – partirà dal Pd, sarà basata sulle nostre idee per rilanciare il Paese e vincere, aperta anche alle persone che hanno votato dall’altra parte”.

Giovanni Burtone condanna il comporamento di Conte

Giovanni Burtone, ex parlamentare nazionale Dem, tra i fondatori del Pd ed oggi sindaco di Militello in Val di Catania, condanna il comportamento di Conte. “Sono sempre stato convinto che alcune istanze sociali del M5S avessero punti di convergenza con il Pd ma c’è una cultura delle istituzioni che non può venire meno. Il Pd – evidenzia Burtone- non abbia paura di riscoprire la sua vocazione maggioritaria. Parli alla società e non alle sigle, si ponga perno di un programma di governo su alcuni pochi punti quali cuneo fiscale, salario minimo, contrasto al lavoro povero, tutela del potere d’acquisto, salda collocazione in Europa e nella Nato”.

Critica anche la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani “La scelta di Conte, che ha preso la strada sbagliata, è stata un errore grave e non si può dire che non l’avessimo avvertito che questo avrebbe determinato una rottura definitiva nei nostri rapporti. Conte ha scelto di rompere in poche ore alleanza e governo, non si può pensare che poi non se ne paghino le conseguenze”.

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