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Liceo del Made in Italy, l’idea che “scuote” scuole e imprese

redazione

Liceo del Made in Italy, l’idea che “scuote” scuole e imprese

Vittorio Sangiorgi  |
mercoledì 05 Aprile 2023

La proposta del presidente Meloni ha innescato un vivace dibattito. Fratta (Dirigentiscuola): “Esiste già, evitare doppioni dannosi”

ROMA- “Galeotto” fu l’incontro tra il presidente del consiglio Giorgia Meloni e i giovani studenti premiati, al Vinitaly di Verona nell’ambito del “Concorso Enologico per Istituti Agrari d’Italia”. In questa occasione, infatti, sottolineando la valenza formativa di queste scuole, il premier ha anche lanciato ufficialmente l’idea di un liceo del Made in Italy al quale ha spiegato, il governo da lei presieduto sta lavorando. L’idea di base è quella di valorizzare le eccellenze italiane, di creare un percorso formativo e di studi che abbia le radici nel “marchio Italia”.

Resta da capire quale sarebbe l’ossatura di questo nuovo liceo, quali le materie del piano di studi e come dovrebbe essere inquadrato nell’architrave delle scuole superiori nostrane. La proposta non ha lasciato indifferenti politica, osservatori ed addetti ai lavori che hanno commentato, con sfumature che vanno dalla netta critica al plauso, l’idea lanciata da Giorgia Meloni. Si inscrive alla prima categoria quanto detto da Riccardo Magi, segretario di +Europa, che inserisce la sua critica alla proposta in una più ampia riguardante l’azione dell’Esecutivo: “La Lega che chiede di rinunciare ai fondi europei, Meloni che smentisce i suoi alleati di governo e rilancia sul Liceo Made in Italy, tanto per buttare la palla in tribuna e aggiungere caos al caos. Questa è la fotografia del Governo e della maggioranza, che ogni giorno se ne inventa una per evitare di parlare di ciò che conta davvero: i fondi del Pnrr che stiamo rischiando di perdere a causa dell’inadeguatezza di questo esecutivo”.

Delle aperture arrivano invece dal terzo polo e, in particolare, dal vicesegretario e portavoce di Azione Mariastella Gelmini che definisce la proposta “suggestiva” e riconosce come essa possa “rappresentare un’occasione per gli studenti e per le imprese”. L’ex ministro dell’istruzione afferma però la necessità di inquadrare tale proposta “come Its Academy e per farlo prima occorre emanare quei decreti indispensabili per dare piena attuazione alla riforma degli Its”. Al netto del dibattito politico e delle sue naturali asprezze, va sottolineato quanto affermato – sul merito di un possibile liceo del Made in Italy – da Attilio Fratta, presidente nazionale di Dirigentiscuola, che evidenzia l’esistenza di un simile percorso di studi nel nostro ordinamento: “Il presidente del consiglio ascolti i dirigenti scolastici se vuole davvero valorizzare l’istruzione tecnica e professionale. Per farlo, non basta denominare ‘liceo’ un percorso quinquennale statale già ordinamentale e incastonato all’interno del quadro normativo della Buona Scuola. Si ascoltino i dirigenti per evitare dannosi doppioni per l’istruzione tecnica e professionale. Bisogna poi chiarire – continua Fratta – il concetto di Made in Italy per fare in modo che le famiglie capiscano con chiarezza quale figura professionale questo indirizzo miri a formare. Un altro dato imprescindibile riguarda l’andamento delle iscrizioni in questi corsi già attivi in Italia. Siamo sicuri che questa idea, già del governo Renzi, sia stata accolta e compresa?”. Quello del Made in Italy, infatti, è uno degli 11 indirizzi dell’istruzione statale professionale e il suo disegno è contenuto, articolato e armonizzato con i Codici Ateco di molteplici settori imprenditoriali nel D.I. 92/2018 del D.Lgs. 61/2027 applicativo della Legge 107/2015, ovvero la riforma scolastica targata Governo Renzi.

Il Governo, qualora intendesse davvero portare a termine questo progetto, dovrebbe certamente tener conto di quanto esiste già, magari ampliando la piattaforma professionale di riferimento per far sì che – tale percorso scolastico – sia davvero in linea con tutto ciò che rappresenta il Made in Italy. Un “universo” di realtà e simboli tricolore, che spazia – solo per fare qualche esempio – dall’enogastronomia alla moda.

Tra le reazioni positive anche quella del presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che ha affermato: “Non avevamo idea del lancio di questa proposta del presidente Meloni, ovviamente il tema della formazione dei giovani per il sistema delle imprese diventa sempre più fondamentale. Io mi auguro che il Governo e il Parlamento possano trovare definitivamente una visione comune sui temi della formazione dei giovani. Negli anni ci sono state varie riforme del sistema scolastico, è evidente che ancora oggi molte imprese fanno fatica a reperire manodopera qualificata in grado di poter accompagnare le imprese verso il nuovo modello agricolo che è Agricoltura 4.0 e quindi – ha spiegato diventa fondamentale la professionalizzazione dei nostri ragazzi che deve passare necessariamente attraverso gli Its, le università e anche attraverso questo liceo se va in quella direzione. Posso portare a riferimento l’Its dell’Umbria che qualifica ragazzi in funzione degli standard richiesti dalle aziende agricole.

In agricoltura – ha concluso Giansanti – c’è carenza di manodopera per fare i lavori di base, ma dobbiamo guardare ai nuovi modelli, oggi le aziende agricole guardano alla transizione energetica, ecologica, al turismo e alla ricettività, quindi vengono richieste professionalità diverse rispetto al passato, C’è bisogno di chi sa usare strumenti di informatica avanzata, sensori, droni e che attraverso una gestione molto puntuale permettono agli agricoltori di avere analisi che valorizzano la loro attività”.

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