Lions Catania Host, la ricetta di Licciardello: solidarietà e inclusione per ripartire dopo il Covid - QdS

Lions Catania Host, la ricetta di Licciardello: solidarietà e inclusione per ripartire dopo il Covid

Chiara Borzi

Lions Catania Host, la ricetta di Licciardello: solidarietà e inclusione per ripartire dopo il Covid

giovedì 29 Settembre 2022

Il neo presidente racconta al Quotidiano di Sicilia obiettivi e progetti del suo mandato: un ponte tra passato e futuro

CATANIA – L’impegno del Lions Club Catania Host è ripartito dopo il periodo pandemico con nuove prospettive e iniziative di servizio. La presidenza di Orazio Licciardello, iniziata il primo luglio, ha assunto tra gli obiettivi la costruzione di un ponte tra passato e futuro per favorire una continuità dell’attività lionistica anche a scadenza del proprio mandato.

“Il Lions Club Catania Host ha una grande storia, tale da aver dato vita ad altri club della Sicilia Orientale – spiega il presidente Lions -. Al suo interno sono presenti persone di spessore sul piano umano e sociale, che si sono sempre contraddistinte per l’attività condotta sul territorio per assistenza e sussidiarietà. L’idea di fondo è quella di coniugare sussidiarietà e solidarietà lavorando di concerto con le istituzioni, incentivando la sensibilizzazione verso il sociale. È la via maestra per venire incontro alle esigenze dei più deboli”.

Quali sono gli obiettivi che caratterizzeranno il suo mandato?
“Per i non vedenti è già attivo un progetto che porterà alla realizzazione di una targa da mettere in vari edifici, in lingua braille, per favorire la fruibilità. Una progettualità che continueremo a portare avanti insieme all’Unione Italiana Ciechi e il Leo Club, ma pensiamo anche a quanto sarebbe importante installare sulle strade catanesi semafori uditivo e che insieme al suono, come avviene a Parigi, abbiano un altoparlante che indichi la posizione. Noi potremmo curare qualche intervento, ma sarà importante il coinvolgimento dell’Amministrazione. A loro volta è però indispensabile che i marciapiedi siano sgombri per la circolazione dei non vedenti, discorso che interessa anche chi si muove in carrozzina e le mamme con i passeggini. Un progetto che amo in particolare e che ho proposto fin da subito è l’istituzione di un premio ‘Nonni e Nipoti’ finalizzato a implementare la cultura delle relazioni intergenerazionali. Abbiamo il supporto del Comune di Catania, attraverso l’assessorato alla Famiglia e Politiche Sociali. Sarà rivolto alle terze medie delle scuole di Catania dove il tema verrà argomentato in maniera didattica. Ogni scuola istituirà una commissione, sceglierà un primo premio e due menzioni, poi verso maggio noi Lions organizzeremo un evento generale per assegnare un premio finale e delle menzioni. Vogliamo spingere a riflettere sulla rilevanza del rapporto nonno-nipoti, per aumentare la qualità della vita delle generazioni anziane, allontanandole anche dalla solitudine.

Ulteriore obiettivo è la realizzazione del service nazionale dedicato alla violenza di genere, organizzato da un gruppo di lavoro coordinato dall’architetto Elena Ceraolo. Vogliamo incidere sulla cultura della prevenzione perché in realtà quando la legge interviene è troppo tardi e il meccanismo punitivo come deterrente non risolve il problema. Il maschilismo affonda le sue radici in una cultura millenaria che va sostituita con una cultura del rispetto reciproco tra i generi, partendo dall’insegnamento che famiglia e scuola devono e possono offrire.

Terzo obiettivo è il teatro come inclusione sociale. Attraverso la rappresentazione di ‘Un giorno in pretura’ i detenuti di Bicocca e la casa circondariale di Acireale, con l’ausilio di un regista, potranno recitare. Lo scopo è far comprendere quanto lo studio sia importante per conoscere i propri diritti. La speranza è che la rappresentazione di questa pièce teatrale avvii una riflessione utile ad uscire dalla trappola della devianza”.

Dopo la pandemia è atteso un risveglio dei Lions?
“Ci stiamo lavorando. Ho proposto al direttivo e a tutti i soci la nascita di chat istituzionali per ciascun service, col duplice obiettivo di tornare ad agire e creare condivisione e partecipazione. Se non si è impegnati in prima persona l’appartenenza diventa astratta”.

Quanti soci sono presenti al Lions Club Catania Host e quali gli intendimenti per aumentarli?
“Attualmente sono cinquantacinque, ma ho intenzione di contattare tutti per facilitare il recupero dell’appartenenza. Due anni di pandemia sono stati disfunzionali. L’idea è quella di rivitalizzare il club puntando sui service, lavorando come gruppo, e quindi appunto incontrarsi e ravvivare l’appartenenza. In questo senso, lavorando con la comunicazione, portando all’esterno l’attività e la metodologia dei lavori Lions, altri possono rendersi conto quanto sia rilevante partecipare alle nostre attività”.

I Leo sono la componente più giovane ma sono anche molto operative. Il Leo Catania Host, può crescere?
“Assolutamente sì e abbiamo bisogno di lavorare insieme con i giovani Leo. Abbiamo bisogno della loro energia e freschezza, l’apporto della loro esperienza è altrettanto importante. Ho partecipato alle loro riunioni, sono rimasto colpito dalla creatività e l’impegno, insieme abbiamo concordato un coinvolgimento nelle loro attività e ho ritenuto importante che partecipassero ai serve che considerano per loro importanti (violenza di genere ed educazione civica). I Leo lavoreranno insieme a noi, ne ho parlato con il direttivo, apriremo ad appuntamenti congiunti con i Leo ma anche con altri, club come avviene già nel resto d’Italia”.

Il regolamento Lions international impone un anno di mandato, che è certe volte un limite ed altri no. Ritiene opportuno dare continuità ai programmi precedenti e creare una continuità con gli attuali?
“Deve essere così. Con il precedente presidente Orazio Somma sono impegnato a realizzare i progetti non completati durante la pandemia. Questo per il passato, per il futuro dipenderà dai prossimi presidenti, ma io me lo auspico. Ho già coinvolto tutti e tre i vicepresidenti in varie attività che possono creare continuità. Ho cercato di impegnarmi e sarò ben felice di essere a fianco di chi verrà dopo di me. Stiamo già lavorando assieme. Ognuno declina secondo i propri intendimenti, ma quel che importa è il fil rouge. Credo nella partecipazione, solo questa permette che le persone passino ma la cultura di appartenenza resti”.

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