Lo scienziato Valentini “Nella fase 2 progettare il futuro dell’umanità” - QdS

Lo scienziato Valentini “Nella fase 2 progettare il futuro dell’umanità”

redazione

Lo scienziato Valentini “Nella fase 2 progettare il futuro dell’umanità”

martedì 07 Aprile 2020

ROMA – Oggi, con lo stop forzato per la Pandemia “è anche il tempo per progettare una strategia per il futuro del Pianeta, e ancora più per l’Italia in termini di sicurezza alimentare, clima, ambiente e salute, digitalizzazione e nuova forma di società, capitalizzando così questo momento epocale”. A delineare uno scenario a lungo termine a partire dalla fase 2 è Riccardo Valentini, autore italiano del Rapporto Speciale su cambiamenti climatici e territorio del comitato scientifico dell’Onu sul clima (Ipcc).

“A breve termine il lavoro è quello di raccogliere i dati per capire quando si potrà riaprire e quindi avere un campione del numero di contagiati tale da poter ottenere un quadro certo in questi termini. Non è il mio settore specifico e lascio la parola agli esperti, tuttavia – dice Valentini – è necessario un grande sforzo multi-disciplinare per capire come uscire da questa crisi, tenendo conto sia dei fattori scientifici ma anche risolvendo barriere culturali, socio-economiche e legislative”.

Sul piatto c’è poi la grande sfida del domani, una fase 2 prolungata e allargata. In tal senso, dice Valentini “serve una governance globale in grado di progettare il futuro dell’umanità”. E, sottolinea, “non è presto per farlo. Anzi ora è il momento di pianificare una serie di azioni”. “Il virus – sottolinea con forza lo scienziato, ordinario di ecologia all’Università della Tuscia – nasce proprio dalla natura che abbiamo intaccato e dal rapporto distorto tra uomo-natura e da una natura che stiamo distruggendo”.

“Questa Pandemia – sottolinea Valentini – ci ha fatto scoprire più fragili e ci sta dicendo quanto male abbiamo fatto agli ecosistemi. Abbiamo superato i limiti e il coronavirus ci impone, ora, di rivedere tutti gli schemi su cui abbiamo vissuto finora. Siamo in una situazione complicata per il Pianeta: questo virus viene dai pipistrelli, entra in un organismo ospite, sembra del pangolino, nel passato anche da animali di allevamento. Nelle regioni che sono il serbatoio naturale dei virus, come nel Sud Est asiatico, la distruzione degli habitat naturali delle specie selvatiche le ha portate a contatto con i sistemi agricoli e da qui all’Uomo. Anche le nostre scelte alimentari e la nostra dieta sono responsabili delle epidemie. E non parlo dell’Italia dove vige il massimo livello di sicurezza alimentare ma di altri Paesi del mondo”.

Da qui, è l’appello di Valentini, “la necessità di avere regole globali sulla sicurezza alimentare anche per non penalizzare chi, anche in Italia, oggi produce cibo in modo sostenibile rispettando la Natura”.

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