L’Olio ed il consenso - QdS

L’Olio ed il consenso

Antonino Lo Re

L’Olio ed il consenso

Giovanni Pizzo  |
martedì 13 Febbraio 2024

Denaro non intimidiva, non terrorizzava, non chiedeva il pizzo, imponeva il prezzo, e comprava silenzio

Perché Matteo Messina Denaro si circondava di sensali dell’olio? Per fare soldi? Per lui i soldi erano importanti, erano valore assoluto, ma i soldi si possono fare con merci o attività più redditizie. Allora perché?

Perché nella sua terra, o meglio nella terra che non era sua, ma dove era nato, chiunque ha una pianta di ulivo, anche il barbone che dorme sotto un cartone. E se compri, con i tuoi metodi ovviamente, l’olio tramite i tanti sensali compri il consenso. Chi denuncerebbe colui che ti paga, male, poco, ma che non ti offre alternative, facendo cartello? Così si spiegano trent’anni di latitanza in casa, nella porta accanto, travestito con nomi di copertura che non coprono nulla.

Denaro non intimidiva, non terrorizzava, non chiedeva il pizzo, imponeva il prezzo, e comprava silenzio. Pecunia non olet, lo dicono i banchieri, e lui era un banchiere. Usava il suo denaro, dei suoi prestanome, per cercare il consenso e non suscitare dissenso, contrasto, ribellione. Fino ad un certo punto, perché poi la gente, le persone perbene, di cui questo territorio è pieno, capiscono che il denaro di Denaro non porta sviluppo, crescita, li tiene sulla soglia di sopravvivenza e niente di più.

E quindi nasce il risveglio dall’intorpidimento delle abitudini del quieto vivere. E può nascere un Olio di Nocellara migliore, che dia valore e non disvalore.

Così è se vi pare

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