Luigi Tabita, veterano del palco cresciuto a “pane ed Eduardo” - QdS

Luigi Tabita, veterano del palco cresciuto a “pane ed Eduardo”

redazione

Luigi Tabita, veterano del palco cresciuto a “pane ed Eduardo”

giovedì 23 Novembre 2023

Da vent’anni protagonista nei teatri italiani grazie a una passione innata

CATANIA – Luigi Tabita è uno degli attori della sua generazione più amato in teatro. Augustano di origine ma peregrino sui palcoscenici d’Italia per professione, ormai da vent’anni a questa parte. Vent’anni vissuti interpretando drammi contemporanei e di impegno civile come “La rondine” e classici, come nel caso di “Medea” al teatro greco di Siracusa in cui era quest’anno uno dei protagonisti.

Una tecnica, la sua, che, mescolata al talento, gli ha permesso di vincere numerosi premi nazionali come interprete (premio Gassman e l’ultimo premio Enriquez). Luigi Tabita è un vulcano creativo e generoso, che non si limita a essere soltanto un attore ma al quale piace cimentarsi anche con i ruoli di operatore teatrale, direttore artistico di manifestazioni culturali, responsabile nazionale del sindacato attori, consulente artistico per teatri e comuni.

Quando hai deciso di fare l’attore?
“Non c’è un giorno che non abbia detto ‘voglio fare l’attore’, credo di esserci nato con questo desiderio. Ho sempre creato compagnie con i miei amici, sin dalle elementari: scrivevo testi, parodie e poi, durante le feste, le rappresentavamo. Nella mia famiglia si è sempre respirato amore per l’arte. Il mio bisnonno Mario fu un caratterista e lavorò anche con Pirandello. Mi ricordo che, sin da piccolo, mia madre mi metteva sul divano per farmi stare buono e invece di farmi guardare le videocassette della Disney mi faceva vedere il teatro di Eduardo ed io ero entusiasta di tutto ciò. Per questo dico sempre che sono cresciuto a ‘pane ed Eduardo’. Poi è arrivato il primo abbonamento, a otto anni, allo Stabile di Catania dove ho potuto ammirare tutti i grandi nomi del teatro: Albertazzi, Moriconi, Proclemer, Melato, Calindri. Dieci anni di abbonamento sono stati la mia vera scuola, dove ho imparato tantissimo. Oggi me ne rendo sempre più conto”.

Ti sei diplomato alla storica scuola Umberto Spadaro del Teatro Stabile di Catania e su quel palco sei poi tornato, nel corso degli anni, come da protagonista…
“Lo stabile per me è casa. Dopo il diploma della Scuola d’arte drammatica sono subito scappato a Roma, dove ho vissuto per 15 anni perché volevo continuare a studiare e farmi conoscere lavorando con altri registi. E così è stato. Ho preso parte a più di sessanta spettacoli girando tutta l’Italia: dal Piccolo di Milano al Teatro antico di Pompei, spaziando dalla commedia alla tragedia al musical, facendo grandi incontri professionali con personaggi come Mario Scaccia, Irene Papas e Maurizio Scaparro e artisti della ricerca teatrale come Vetrano-Randisi, Federico Tiezzi, Roberto Latini. Io penso che solo studiando, lavorando, e osservando la maestria dei più grandi si possa davvero crescere in questo mestiere”.

In questi giorni stai provando allo Stabile di Catania il testo di drammaturgia contemporanea “Appuntamento a Londra” del premio Nobel Vargas Illosa in cui sei protagonista con Lucia Lavia. Come stai costruendo questo nuovo personaggio con cui andrai in scena nel capoluogo etneo a partire dall’1 dicembre?
“È un ruolo molto complicato, forse uno dei più difficili che ho affrontato sino ad ora, ma bellissimo. E sono fortunato perché a dirigermi c’è un regista colto, raffinato e visionario come Carlo Sciaccaluga. Il testo è feroce, tragico e assurdo e il filo narrativo si muove su più piani mobili. Sono felice perché affronta anche tematiche a me care come la transessualità e l’omofobia interiorizzata”.

Oltre al tuo lavoro tu sei in prima linea nella lotta politica e per i diritti civili, infatti dirigi il “Giacinto festival”, una manifestazione di approfondimento culturale sulla tematiche Lgbt+ che quest’anno festeggia la decima edizione…
“È un festival che si svolge ogni anno a Noto ed è patrocinato anche dal Parlamento europeo. Una due giorni di mostre, dibattiti, documentarti, presentazioni di libri in cui i cittadini vengono chiamati a partecipare a questa riflessione collettiva sulle differenze come valore. L’edizione del decennale avrà come tema “Lotta e testimonianza” per affermare la propria presenza e rivendicare il diritto a esserci come individui e come comunità”.

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