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Mafia, figlio boss Tano Badalamenti occupa edificio a Cinisi, verso processo

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Mafia, figlio boss Tano Badalamenti occupa edificio a Cinisi, verso processo

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giovedì 16 Dicembre 2021

Il casolare sarebbe un lascito di don Tano, capomafia siciliano ormai deceduto. Le pretese del figlio e l'occupazione

Il pubblico ministero Matteo Delpini del Tribunale di Trapani ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Badalamenti, figlio del capomafia siciliano Tano, deceduto. Badalamenti è accusato di avere occupato un edificio pubblico e in modo arbitrario per esercitare un preteso diritto aveva sostituito le serrature delle porte d’ingresso. La vicenda ruota attorno al casolare rurale in contrada Uliveto, trasferito al patrimonio del Comune di Cinisi, ma che dovrebbe essere restituito alla famiglia Badalamenti dopo che una sentenza della Corte di assise di Palermo ne ha revocato la confisca.

Dall’errore al cambio di serratura

I giudici avevano preso atto dell’errore che riguarda il fabbricato rurale e il terreno in contrada Uliveto. Una perizia, richiesta dagli avvocati Vito e Antonino Ganci che difendono Leonardo, aveva fatto emergere che si tratta di beni donati a don Tano Badalamenti, e a titolo gratuito, dalla sorella Fara Maniaci nel 1977. Erano finiti prima sotto sequestro e poi in confisca per un errore nella trascrizione della particella. Un errore materiale, dunque, che è stato corretto.

Leonardo Badalamenti forte della sentenza si era presentato più volte in Comune per avere restituito il bene. Non avendo avuto risposte un giorno è andato in contrada Uliveto e ha sostituto le serrature della porta d’ingresso. Un atto contestato dal sindaco Giangiacomo Palazzolo che ha denunciato Leonardo. In quell’immobile in contrada “Chianu di Napoli” sono stati realizzati lavori per la realizzazione del mercato ortofrutticolo del Comune. . Leonardo Badalamenti è accusato anche di calunnia per avere denunciato il sindaco di Cinisi per la mancata esecuzione dolosa dell’ordinanza della corte d’assise del 2 luglio 2020.

Badalamenti, secondo il la procura, era a conoscenza che l’immobile da molti anni era stato trasferito al patrimonio indisponibile del Comune di Cinisi e che l’amministrazione comunale aveva eseguito importanti lavori di ristrutturazione destinando il bene ad uso pubblico, e a ferma intenzione del sindaco di non procedere legittimamente alla restituzione dell’immobile in forza del codice antimafia. La vicenda non è chiusa. Leonardo Badalamenti ha già presentato un precetto di rilascio al Tribunale civile. L’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio è fissata davanti al giudice del tribunale di Trapani Samuele Corso il prossimo 27 gennaio. (ANSA).
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