Mare Monstrum: Sicilia terza per numero di reati ai danni del mare

Mare Monstrum: Sicilia terza per numero di reati ai danni del mare

Filippo Calascibetta

Mare Monstrum: Sicilia terza per numero di reati ai danni del mare

Redazione  |
lunedì 04 Settembre 2023

Legambiente ha pubblicato il report che dimostra l’impatto delle attività illecite ai danni del mare e delle coste italiane. I dati pubblicati in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo, sindaco esemplare del Comune di Pollica, prendono il nome di “Mare Monstrum”.

Le attività illecite messe a segno in modo negativo verso il mare sono molteplici: dalla costruzione abusiva e selvaggia lungo e sulle coste alla mala-depurazione delle acque. Quindi anche i rifiuti gettati in mare e nella Penisola questo fenomeno registra numerosi illeciti, più di 4.000.

I dati: malissimo la Sicilia per reati

I reati più comuni che hanno violato le acque italiane nel 2022 sono principalmente i seguenti: ciclo illegale dei rifiuti e mare inquinato nelle regioni costiere, pesca di frodo, illegalità nel ciclo del cemento nelle regioni costiere e violazione del codice di navigazione e nautica da diporto, in aree protette.

Secondo il report realizzato da Legambiente, risulta, secondo quanto si legge: “Il 48,7% dei reati è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari al 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria (1.490 reati). La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali (1.442) ma è al secondo posto dopo la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.192 illeciti e ben 8.712 sanzioni). La Basilicata si conferma come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati per km di costa (32,7) seguita quest’anno dall’Emilia Romagna, con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro”.

Foto dal report realizzato da Legambiente

Concentrandosi sulla Sicilia i dati sono davvero preoccupanti e suscitano amarezza, in quanto i reati superano i 2.000, come visto sopra, le persone denunciate e arrestate sono in totale, nel 2022, 2.243 e il totale di illeciti amministrativi ammonta a 4.198, le sanzioni per quantità sono il doppio. Tuttavia, per quanto riguarda la violazione del mare la Sicilia non è sul podio perché in rapporto ai reati, Km di costa e gli illeciti per Km la prima regione è la Basilicata, mentre la Sicilia quattordicesima.

Cosa fare per evitare i danni e le attività illecite

Legambiente ha sfruttato l’elaborazione dei dati e la realizzazione del report per proporre delle possibili soluzioni al Governo e impedire ancora che il prezioso mare italiano, così come quello siciliano, venga danneggiato ancora da chi fa affari con la malavita e la criminalità organizzata. Si pensi al podio di reati nelle zone con una presenza delle mafie non da poco (paragrafi precedenti, ndr.)

I punti proposti sono otto. 1) Ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni. 2) Rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo, al fine di ripristinare la legalità, garantirne, dove possibile, la fruizione pubblica e tutelarne l’integrità, anche dal punto di vista ambientale.

3) Rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola
dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione,
integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di 3 depurazione). 4) Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020.

5) Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe
in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA); un sistema che è già
stato concepito con la riforma della legge 132 del 2016 ma che attende ancora i decreti attuativi per rendere quanto prima operativa la riforma, perché anche la salute del nostro mare non può più attendere. 6) Regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie,
acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa.

7) Promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa. 8) Adottare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, così da assicurare l’effettiva tutela dele specie pescate e dell’ecosistema marino.

Foto realizzata dall’intelligenza artificiale

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