Mattarella bis e la notte dei lunghi coltelli, vincitori e vinti del Quirinale - QdS

Mattarella bis e la notte dei lunghi coltelli, vincitori e vinti del Quirinale

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Mattarella bis e la notte dei lunghi coltelli, vincitori e vinti del Quirinale

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domenica 30 Gennaio 2022

Le coalizioni sono andate in pezzi, tutti hanno trattato con tutti, e tutti si sono rimangiati tutto, in quella che è stata la strada della rielezioni di Mattarella

Di Giovanni Pizzo

Nella rielezione di Sergio Mattarella, il leader dei partiti si sono annullati in una sarabanda sterile. Le coalizioni sono andate in pezzi, tutti hanno trattato con tutti, e tutti si sono rimangiati tutto. Il rischio per alcuni di loro è di passare da Kingmaker a cucinieri da Burger King.

Il problema dei partiti

La verità è che non solo hanno tutti problemi interni ai propri partiti, con spaccature, fughe e correnti fratricide, ma sembra che non controllino più completamente i gruppi parlamentari. Poi ci sono stati i duelli. Quello tra Salvini e Meloni, quello tra Letta e Conte, che sembra la ballerina di turno.

Il Paese si è esaustivamente stancato di questa china adolescenziale di leader in sedicesimo. L’unico che si è tenuto furbamente fuori da ruoli di protagonista è sembrato Renzi, avendo uno spazio di manovra limitato, per gli altri, a parte la Meloni, hanno perso faccia e ruolo.

L’altare Casellati

Le ore a cavallo tra la fine della quarta chiama, l’altare Casellati, e l’alba del sabato passeranno alle cronache come la notte dei lunghi coltelli, come nel 1934 tra SA ed SS, il regolamento dei conti interni, dentro i partiti e dentro le coalizioni. Con Conte che tradisce Letta, alleandosi con Salvini, ma viene mollato dai suoi parlamentari. La Meloni fa schiantare Salvini, facendogli bruciare una ventina di nomi e mandando al sacrificio, scioccamente voluto, la Presidente del Senato, poi tradita dai franchi tiratori di Forza Italia.

L’Otello Salvini

Salvini ne esce come un Otello sciocco, che non può nemmeno prendersela con il suo Iago Giorgetti, che in preda allo sconforto vuole lasciare il governo dopo questo insensato cupio dissolvi. Di fatto è tramontato definitivamente Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele, e Forza Italia è destinata entro breve a scorporarsi, con chi andrà a destra e chi al centro. Tajani ripete mantra rassicuranti che vengono dal secolo scorso, ma le truppe non lo seguono più.

Nella notte le truppe centriste non riescono a salvare il soldato Ryan Pierferdinando Casini, lanciato dietro le truppe nemiche. Anche in casa democratica ci sono stati feroci scontri interni, soprattutto tra Letta e Franceschini, sopiti ai social ed alle telecamere da una maggiore esperienza nella lotta sotto la cintura. C’è stato alla fine un tentativo di harakiri complessivo, con Letta, Conte e Salvini che si lanciano nella candidatura innovativa, la foglia di fico femminile, Elisabetta Belloni.

Rinunciando alla politica si volevano suicidare trasformando una democrazia parlamentare in una tecnocrazia. Poi all’alba qualcuno, forse Draghi, ormai conscio di non potere salire al Colle, ha fatto una moral suasion, e il nome da sempre sullo sfondo è stato finalmente evocato. Mattarella Santo subito!

La notte è finita con tanti feriti, alcuni ormai in coma, ed una morte accertata. La Politica.

Così è se vi pare.

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