Matteo Messina Denaro, un impero da 4 miliardi di euro - QdS

L’impero di Matteo Messina Denaro, dalle case alle opere d’arte: a quanto ammonta il patrimonio del boss

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L’impero di Matteo Messina Denaro, dalle case alle opere d’arte: a quanto ammonta il patrimonio del boss

Salvatore Rocca  |
lunedì 25 Settembre 2023

Un impero miliardario quello di Matteo Messina Denaro, scomparso nella notte del 25 settembre 2023. Ecco a quanto ammonta.

Villaggi turistici, grande distribuzione commerciale, immobili, impianti eolici e opere d’arte. Affonda le radici in diversi settori economici il patrimonio di Matteo Messina Denaro, l’ex superlatitante 61enne morto nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 settembre all’ospedale “San Salvatore” de L’Aquila, dopo una lenta agonia per il tumore al colon che lo affliggeva da anni.

Matteo Messina Denaro, patrimonio miliardario

Secondo le stime degli inquirenti, l’ammontare dei beni sequestrati nel corso di questi anni all’ex primula di Cosa nostra si aggirerebbe sui 4 miliardi di euro. Una cifra mostruosa e probabilmente ancora parziale, così come sostenuto dal procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Ros che hanno portato all’arresto di “U Siccu”.

“Oggi stiamo lavorando per quella parte di patrimonio che sappiamo esiste ma che non siamo ancora in grado di sequestrare perché non abbiamo identificato tutti i prestanome”, ha rivelato il procuratore capo in una recente intervista rilasciata ad Affari Italiani.

Ma alcuni di questi prestanome, secondo De Lucia, sarebbero stati “individuati”, così come sarebbero stati già intercettati “alcuni beni in questione”.

Una vita nel lusso

Non è un mistero che Matteo Messina Denaro facesse una vita agiata e sfarzosa. Se ne sono resi conto gli stessi militari, la mattina del 16 gennaio 2023, quando l’ex boss venne arrestato alla clinica “La Maddalena” di Palermo con abiti griffati addosso e un orologio Richard Mille da 35mila euro al polso.

E poi le spese per mantenere la latitanza trentennale, con numerosi fiancheggiatori al suo servizio che dovevano necessariamente essere “retribuiti”.

E ancora, i costi sostenuti per la malattia, con l’operazione chirurgica e le sessioni di chemioterapia. Senza dimenticare le cene di lusso al ristorante, la passione per i videogiochi, i costosissimi regali alle persone più vicine, i manufatti d’arte, i libri e i viaggi attorno al mondo.

“Non posso fare come Provenzano”

Insomma, altro che boss vecchio stampo, “nascosto” e destinato a una vita di clausura come quella osservata da altri “illustri” predecessori. “Non sono come Provenzano”, avrebbe infatti dichiarato lo stesso Matteo Messina Denaro agli inquirenti dopo l’arresto, ricordando la necessità di dover avere una vita sociale, a differenza dell’ex boss di Corleone fermato l’11 aprile 2006 in una masseria di Montagna dei cavalli.

Non posso fare alla Provenzano, dentro la casupola in campagna con la ricotta e la cicoria. Dovevo uscire, dovevo mettermi in mezzo alle persone”, le sue parole rilasciate da “Diabolik” durante l’interrogatorio.

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