Medicine introvabili e costi alti, pazienti in difficoltà - QdS

Medicine introvabili e costi alti, pazienti in difficoltà

redazione

Medicine introvabili e costi alti, pazienti in difficoltà

Salvatore Rocca  |
giovedì 01 Febbraio 2024

L’Associazione europea farmacie e farmacisti (Pgeu): “Scomparsi antibiotici, respiratori e cardiovascolari”. Molti cittadini hanno dovuto interrompere i trattamenti o affrontare spese più esose e non rimborsabili

ROMA – Non si arresta la carenza di farmaci nei Paesi europei, Italia compresa. A certificarlo è il rapporto annuale elaborato dall’Associazione europea delle farmacie e dei farmacisti (Pgeu) che, per il 2023, descrive una situazione in netto peggioramento rispetto agli anni precedenti.

Il documento sottolinea che “la carenza di dispositivi medici disponibili in farmacia continua a esistere in tutte le categorie nei vari Paesi europei”, con differenze significative di Stato in Stato. Il 65% dei Paesi aderenti all’Unione europea ha notato un peggioramento della situazione rispetto ai 12 mesi precedenti. Soltanto nel 23% dei casi la situazione è rimasta inviariata, mentra una percentuale minore di questi Paesi ha segnalato dei cambiamenti positivi (12%).

Nel giro degli ultimi 10 anni è cresciuto anche il tempo che i farmacisti hanno dovuto dedicare al reperimento dei medicinali. Nel 2023 gli esperti hanno impiegato 9,5 ore settimanali per recuperare le medicine.

Mancano antibiotici e farmaci cardiovascolari

In particolare, a mancare all’appello in maniera pressoché omogenea in tutti i Paesi europei sono stati antinfettivi per uso sistemico come gli antibiotici. Inoltre, il 96% dei Paesi ha registrato carenze di medicinali per il sistema respiratorio e il 92% ha evidenziato difficoltà con i farmaci per il sistema cardiovascolare.

Importanti carenze si sono registrate anche per il reperimento di medicinali che riguardano l’apparato alimentare e il metabolismo, gli agenti antineoplastici e immunodilatatori e il sistema nervoso (77% per tutti questi casi). Significative sono state pure le carenze dei farmaci che interessano il sistema muscolo-scheletrico (69%) e quelli che riguardano i vaccini (69%).

Secondo il rapporto annuale, la carenza di farmaci si è tradotta in forme di enorme disagio per i pazienti. Le conseguenze più diffuse sono state l’interruzione del trattamento (condizione simile nell’88% dei casi nei vari Paesi Ue), l’aumento delle spese dovute ad alternative più costose o non rimborsate (73% dei casi) e trattamenti subottimali con effidacia ridotta (73%).

Tutte queste percentuali sono state registrate in aumento rispetto agli anni precedenti. A livello europeo, soltanto nei Paesi bassi nel 2023 si sono registrate 2.292 carenze di farmaci che hanno interessato circa 5 milioni di persone. Una situazione altrettanto critica è avvenuta in Portogallo, Spagna e Svezia.

Le carenze di farmaci lasciano molti pazienti senza la terapia

“Nonostante i farmacisti continuino a impegnarsi per trovare soluzioni – commenta Aris Prins, presidente della Pgeu – le carenze lasciano ancora molti pazienti senza la terapia prescritta. Questa situazione provoca frustrazione e disagio in molti assistiti e mina la loro fiducia nei farmacisti e nel sistema sanitario. Causano inoltre stress al personale delle farmacie e impongono un onere amministrativo aggiuntivo al lavoro quotidiano al banco”.

Secondo l’associazione dei farmacisti europei, la riforma della legislazione farmaceutica Ue “rappresenta un’opportunità unica per costruire una catena di approvvigionamento più resiliente e migliorare la prevenzione, il monitoraggio e la gestione delle carenze”, sottolinea Prins.

“Tuttavia – esorta – abbiamo bisogno di misure immediate per affrontare questo problema cronico e invertire la tendenza, che i farmacisti denunciano da oltre un decennio. Chiediamo una notifica tempestiva delle carenze, un’informazione più puntuale ai farmacisti e una ridistribuzione più equa dei medicinali tra i Paesi”, afferma il presidente della Pgue.

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