Merito e mobilità sociale - QdS

Merito e mobilità sociale

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Merito e mobilità sociale

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 26 Ottobre 2022

Merito e mobilità sociale protagonisti del discorso di Giorgia Meloni per ottenere la fiducia alla Camera: il commento.

Nel discorso sulla fiducia alla Camera di Giorgia Meloni il nodo gordiano, di natura sociologica, è sicuramente “underdog”, sfavorito. Si rivolge alle persone che la società mette in una condizione di svantaggio, per nascita, per fattori che la vita ti recapita in maniera ineluttabile. Ma mentre il neocon Trump tende a istigare alla rivolta, contro le élite, le masse degli esclusi, degli emarginati dal mainstream, fino all’assalto in Campidoglio, Giorgia indica una soluzione per dare speranze di mobilità sociale. Il Merito.

La sinistra, ormai incolta, del web ha inondato i social di immagini del famoso appretto per stirare, continuando a declassare in maniera volgare la Donna Presidente. Ma, come ha rilevato anche Concita de Gregorio, si dà tragicamente la zappa sui piedi. A Nilde Iotti, citata dalla Meloni, a Tina Anselmi ad altre anime della politica vera verrebbe la gastrite se vedessero quanti errori sociali e antropologici fanno i loro eredi politici.

Oltre alle disuguaglianze degli sfavoriti ora la sinistra rinuncia all’unica parola che può riscattare, con criteri obiettivi, chi nasce in una classe svantaggiata. Quando andavo al liceo classico i miei compagni erano di diversa estrazione sociale, tra chi era più borghese e chi veniva da una condizione, dal punto di vista del censo, minore. L’unico che è diventato ordinario all’università proveniva da una famiglia monoreddito ed era orfano di padre, ha sfruttato il merito, ha studiato con progressive difficoltà ed è arrivato dove voleva arrivare. Questo una volta, l’ascensore sociale, era un cavallo di battaglia della sinistra, come la difesa del prezzo del grano per la piccola proprietà contadina, da cui nacquero i consorzi agrari.

La proiezione politica della Conservatrice Meloni, che cita finemente l’anglosassone Scruton, a proposito dell’ecologia, è chiara. Mettere la sinistra in una manovra a tenaglia tra gli sfavoriti consapevoli, che vuole conquistare, e il mondo dell’impresa che vuole lavorare. In mezzo c’è l’esiguo popolo delle Ztl, dei centri urbani, delle rendite di posizione, che da anni si sono iscritti ai circoli, non solo del PD, ma principalmente del Padel, che verranno messi in mezzo e recintati come riserve indiane. Non è da scartare che poi la stessa Meloni, quella sfottuta borgatara che viene dalla Garbatella, con una tassazione equa, gli diminuisca le rendite patrimoniali immobiliari, dei Parioli o di Prati, operando la vera patrimoniale, nonostante Berlusconi. E se si rifà alla dottrina anglosassone trova giustificazioni in Adam Smith, nella sua legge della circolazione della ricchezza, resa immobile da alcuni ceti sociali, molti dei quali a sinistra.

Alla sinistra delle sarde e ai 5Stelle, lascerà i Neet, che non studiano e non lavorano, i pigri e i fannulloni che bighellonano sognando il potere dell’incompetenza. Lei si dedicherà, nel suo discorso alla Nazione, a quelli che si vogliono impegnare per uscire dall’emarginazione, che vogliono sanamente crescere e darsi delle opportunità. In questo si capisce la sua formazione culturale da destra sociale, quella socialità perduta a sinistra e conservata nel cuore e nella testa di questa piccola ma tenace donna, che dalla Garbatella ha preso l’ascensore per salire a Chigi. Poi magari non riuscirà nei suoi intenti ma ha il Merito di esserseli dati.

Così è se vi pare.

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