Messina, fiumi di droga nella città dello Stretto: la mappa dello spaccio

Messina, fiumi di droga nella città dello Stretto: la mappa dello spaccio

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Messina, fiumi di droga nella città dello Stretto: la mappa dello spaccio

Lina Bruno  |
martedì 01 Marzo 2022

Un mercato, quello delle sostanze stupefacenti, che non conosce crisi e che non ha vacillato neppure davanti alla pandemia.

Un mercato, quello della droga, che non conosce crisi e che non ha vacillato neppure davanti alla pandemia. Anzi, con l’emergenza Covid le sostanze stupefacenti venivano recapitate a domicilio persino con le ambulanze, come è emerso dall’operazione “Red drug” di giugno scorso ad opera del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina, con lo Scico di Roma (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata). La Città dello Stretto è un crocevia di traffici, con piazze di spaccio organizzate,  palazzine attrezzate per fornire a qualsiasi ora del giorno e della notte sostanze stupefacenti. Il più delle volte sono pregiudicati contigui a clan mafiosi a tenere le fila coinvolgendo  nell’attività criminale interi nuclei  familiari.

Rione Giostra , “la Scampia”  di Messina

A maggio, l’operazione “Market place”  della squadra mobile, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, svela proprio uno di questi meccanismi consolidati nel rione Giostra, in via Seminario Estivo nel complesso delle Case Iacp, strutturato come una roccaforte.  La “Scampia di Messina” come l’ha definita un pentito. Tra il 2016 e il 2017, i gruppi monitorati sono stati titolari di oltre mille capi d’imputazione, per lo più per acquisti e cessioni di droga di tutti i tipi: un via vai giornaliero dalle palazzine Iacp, controllate da motorini e vedette ma anche dalle telecamere esterne, con i monitor negli appartamenti, che non consentivano errori per chi spacciava. Alcune intercettazioni ambientali hanno consentito  una svolta nelle indagini, evidenziando tra l’altro un’ampia rete di fornitori pronti a garantire il costante flusso di sostanze stupefacenti: cocaina, marijuana, hashish, skunk.

Le altre due “piazze”: Santa Lucia sopra Contesse e Mangialupi

Nel blitz di luglio la Squadra Mobile di Messina ha portato alla luce un’altra centrale di spaccio della città a Santa Lucia sopra Contesse, uno dei quartieri più complicati della zona sud, come lo è Giostra con Villa Lina nella zona nord. Tra le più importanti piazze rientra a pieno titolo anche il rione Mangialupi dove nel 2019 è stata individuata un’organizzazione con ramificazioni in Albania dedita al traffico e allo spaccio. Una serie di articolate indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, portarono ad arresti e sequestri di cocaina e marijuana proveniente dai Balcani.

La repressione non basta

Malgrado le tante operazioni, le retate, i controlli, gli arresti, i sequestri, questi restano i principali luoghi di spaccio della città dello Stretto. Solo la Polizia di Stato nel 2021 a Messina ha sequestrato circa 240 chili di marijuana e oltre 8 chili di cocaina; ha arrestato 130 persone e altrettante sono state denunciate in stato di libertà. In 140, invece, sono stati segnalati come assuntori. Qualche settimana fa i Carabinieri hanno sequestrato alla Rada San Francesco, durante un  servizio di controllo del green pass, 17 chili di cocaina ad un corriere proveniente dalla Calabria. I numeri quindi hanno una portata ben più grande di quella che emerge che è comunque consistente.

Fenomeno difficile da contenere

Le forze dell’ordine possono limitare il fenomeno con la presenza sul territorio, con interventi repressivi  e preventivi, ma non basta. Ci sono tutta una serie di altre azioni collaterali che devono essere attivati, a vari livelli istituzionali, per contrastare l’uso di droghe, dalla riqualificazione delle periferie degradate alla maggiore presenza dei servizi sociali nelle zone a rischio, dalle politiche occupazionali a quelle contro la dispersione scolastica.

“Fenomeno preoccupante, a Messina gira tanta droga”

La mappa dello spaccio a Messina resta quella che si è consolidata nel tempo, tracciata dalle varie operazioni, e con le principali centrali a Santa Lucia sopra Contesse, Giostra e Mangialupi, come sottolinea Gianfranco Minissale, da settembre a capo della Squadra Mobile di Messina 

“Per quanto gli interventi repressivi  si siano succeduti anche con una certa frequenza  delle varie forze di polizia  rimane comunque un substrato forte di persone che sono dedite a questa attività,  che lo fanno in modo abituale e professionale – sottolinea il Capo della Mobile Gianfranco Minissale.  È difficile che possa essere eliminato definitivamente, è impossibile da debellare solo in via repressiva,  ci sono tutti quegli interventi a livello sociale che devono essere messe in campo  che competono ad altre istituzioni e che richiedono un periodo di tempo molto più lungo”.

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