Messina, garantire la stabilità degli Uffici per il processo - QdS

Messina, garantire la stabilità degli Uffici per il processo

Lina Bruno

Messina, garantire la stabilità degli Uffici per il processo

sabato 13 Aprile 2024

Questo l’appello lanciato dagli operatori della Giustizia in occasione del dibattito svoltosi nell’Aula magna della Corte d’Appello. Il timore è che senza le risorse del Pnrr le professionalità vadano disperse

MESSINA – “L’apporto dei funzionari addetti all’Upp deve essere valutato in termini assolutamente positivi. Dopo la necessaria formazione svolta dai presidenti di sezione e dai giudici di riferimento, hanno contribuito notevolmente, sia in termini quantitativi che qualitativi, alla realizzazione degli obiettivi di riduzione dell’arretrato e dei tempi dei processi perseguiti dall’ufficio”. È uno dei passaggi della relazione esposta dal presidente della Corte d’Appello, Luigi Lombardo, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, che ha dedicato un intero capitolo all’Ufficio per il processo.

Come riferito in quell’occasione, “il decreto legge 9 giugno 2021 n. 80, che ha introdotto la figura del funzionario addetto all’Ufficio per il processo, ha realizzato la più importante riforma dell’organizzazione giudiziaria degli ultimi cinquant’anni, in grado di trasformare lo stesso modo di lavorare dei giudici”.

Ufficio per il processo, serve stabilità

Questi benefici rischiano però di venire meno senza una maggiore stabilità. È quanto emerso dal dibattito che si è svolto nell’Aula magna della Corte d’Appello, a Palazzo Piacentini, promosso dalla Fp Cgil, dove si sono confrontati operatori della giustizia, con in prima linea l’Anm. Il timore è che dopo la proroga concessa fino al 30 giugno 2026, finite le risorse del Pnrr, l’Ufficio venga smantellato. Si sta discutendo di stabilizzazione dei funzionari, ma sembra ci siano risorse solo per 1.500 a fronte dei complessivi 8.000. Un’eventualità che non risponde alle richieste e agli appelli dei magistrati e soprattutto è limitante se non si mette al centro l’Ufficio nel suo complesso.

Garantire che l’Ufficio per il processo non sparisca

“Il rischio – ha sottolineato Giuseppe Santalucia presidente Anm – è che i pochi stabilizzati potrebbero essere assorbiti dagli uffici di cancelleria, dove c’è carenza di organico, mentre bisogna garantire che l’Upp non sparisca, definendo le mansioni dei funzionari, considerarli parti integranti di un team ormai fondamentale per il lavoro del magistrato”.

Santalucia però ha anche ricordato le resistenze che l’Ufficio per il processo ha incontrato all’inizio: una struttura istituita già nel 2012, da parte della stessa Magistratura oltre che dell’Avvocatura. È stato soltanto nel 2021 con il Pnrr che è entrato nel vivo, con l’inserimento dei funzionari addetto all’Upp. Adesso c’è la convinzione unanime che la struttura sia una realtà da cui non si può prescindere se si vuole un’amministrazione della giustizia efficiente. Ne sono convinti gli operatori del Distretto messinese, dove le carenze di organico, logistiche, strutturali sono costantemente denunciate.

“Il tribunale di Patti – ha detto il presidente Mario Samperi – era tra i più critici, ma adesso va meglio anche grazie agli obiettivi raggiunti con l’Upp. È stato necessario un periodo di formazione per gli addetti, è stato impegnativo ma adesso sono risorse fondamentali”.

Per Giovanni De Marco, presidente del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato un errore assumere i funzionari Upp a tempo determinato, ma come ha ricordato Santalucia nel 2021 è stata una scelta inevitabile visto i vincoli imposti dal Pnrr. Adesso è però una scelta politica trovare le risorse per dare stabilità alla struttura. “Bisogna intervenire sulla pianta organica – ha evidenziato De Marco – perché diventi un ufficio integrato stabilmente nell’organizzazione interna”.

Secondo Massimiliano Micali, presidente facente funzioni del Tribunale di Messina, si è avviato un percorso irreversibile: “Il passo avanti è dare un’impronta manageriale all’ufficio, definendo mansioni e lavoro in team con le figure che affiancano il magistrato che adesso vede i vantaggi del lavoro di squadra”.

Paolo Vermiglio, presidente dell’Ordine degli avvocati, ha sottolineato le difficoltà negli uffici messinesi per le tante carenze: “Il precariato è incompatibile con la riforma della Giustizia. Gli obiettivi del Pnrr sullo smaltimento del carico di lavoro sono impossibili da raggiungere a Messina; anche sull’amministrazione della giustizia abbiamo un Paese a due velocità”.

Il deputato Francesco Gallo, componente della Commissione Giustizia della Camera non ha dato notizie confortanti ai tanti giovani addetti all’Upp presenti al dibattito. Per adesso l’unica certezza è la proroga a giugno 2026.

“Il malfunzionamento della giustizia – ha affermato Marco Stefano Oreste, uno dei funzionari assunti nel 2021 a Messina – vale il 2% del Pil. Ma non costa meno stabilizzare e incrementare figure che rendono efficiente la macchina, piuttosto che pagare le conseguenze della sua lentezza?”.

Le contraddizioni del sistema sono state messe in evidenza anche dal segretario Fp Cgil di Messina, Francesco Fucile, e Florindo Oliverio, segretario nazionale. Gaetano Agliozzo, segretario generale FP Cgil Sicilia, ha ribadito ancora come il sistema giustizia, soprattutto in Sicilia, non possa permettersi di perdere un tale patrimonio di professionalità.

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