Messina, sono più di 300 i beni confiscati da assegnare - QdS

Messina, sono più di 300 i beni confiscati da assegnare

Lina Bruno

Messina, sono più di 300 i beni confiscati da assegnare

sabato 23 Novembre 2019

I locali della Prefettura hanno ospitato una conferenza di servizi per velocizzare gli iter procedurali. A tanto ammonta il patrimonio confiscato in via definitiva alla criminalità organizzata

MESSINA – Un patrimonio di 308 immobili per risarcire la collettività del danno procurato da chi si è arricchito usando condotte criminali. Sono i beni confiscati in via definitiva alla criminalità organizzata presenti in provincia, che aspettano di essere riutilizzati per fini sociali.

Tra questi ne risultano “destinabili”, attraverso manifestazioni di interesse, 208 distribuiti in dodici Comuni. L’effettiva destinazione dei cespiti spesso deve attendere l’approvazione del progetto di riparto sulla verifica dei crediti, previsto dal Codice antimafia. In alcuni casi bisogna ricorrere alla vendita dei beni confiscati per soddisfare i creditori, accertati in buona fede.

Durante un’apposita conferenza di servizi svoltasi in Prefettura – alla presenza del direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, prefetto Bruno Frattasi, del prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi e del procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia – su 208 immobili disponibili i Comuni partecipanti e l’Agenzia del Demanio hanno manifestato l’interesse alla destinazione solo di 35 immobili, mentre per 81 verranno condotti ulteriori approfondimenti.

Furnari è il Comune in cui ci sono più cespiti confiscati, 84 in tutto. Di questi, 29 sono alloggi che per essere utilizzati a fini sociali, come riferito dal Palazzo municipale, avrebbero bisogno di una costosa manutenzione. Ci sono poi 66 terreni agricoli anche questi di difficile utilizzo. Del corposo patrimonio disponibile, il Comune di Furnari acquisirà solo tre immobili per l’esercizio di attività sportiva.

Ha manifestato interesse all’acquisizione di immobili confiscati alla criminalità organizzata il Comune di Messina, che dei 33 presenti sul territorio ha dato il via libera all’assegnazione di 15 immobili, lasciando in sospeso la disponibilità per altre 18 unità, per lo più terreni, magazzini e depositi. La loro destinazione finale sarà specificata una volta perfezionata tutta la procedura, ma è probabile che l’Amministrazione sia orientata a utilizzare gli alloggi che lo consentono per le famiglie in emergenza abitativa.

Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha già la delibera per destinare alle associazioni una villa, un appartamento e alcuni terreni e il Comune di Basicò destinerà a fini sociali un terreno agricolo. Gaggi acquisirà cinque unità abitative che sono però in pessimo stato, quindi ci sarà un progetto per farne un ostello e usare il ricavato per dare soluzioni anche qui, all’emergenza abitativa.

Avrà un’unità immobiliare il Comune di Letojanni e cinque terreni agricoli Rometta, dove ce ne sono ben 39 confiscati. Non saranno per il momento assegnati, per indisponibilità dei Comuni, i quattro terreni di Castroreale, considerati di difficile riutilizzo perché in zona impervia, gli appartamenti in condominio di Lipari e Giardini Naxos, i 33 terreni di Spadafora e i tre di Rodì Milici.

A Barcellona, poi, come spiegato dal prefetto Librizzi, un immobile è già stato destinato a Caserma dei Carabinieri e anche la Guardia di Finanza e la Questura hanno chiesto di poter usufruire di alcuni beni confiscati.

“Questo – ha sottolineato il prefetto Librizzi – è un ulteriore importante segnale, perché non soltanto si restituisce alla collettività una parte del patrimonio che era stato creato commettendo reati, ma si istituisce un presidio dello Stato proprio lì dove invece prima c’era la presenza mafiosa”.

Il problema è che i beni spesso restano inutilizzati per le difficoltà incontrate nel percorso di valorizzazione a fini sociali. Spesso associazioni e cooperative del terzo settore non hanno le risorse necessarie da investire in progetti redditizi, da qui la necessità per l’Agenzia di allargare le tipologie di soggetti a cui assegnarli. Non solo quindi Enti locali, Agenzia del demanio o imprese no profit, ma si sta pensando anche ad associazioni di categoria o ambientaliste che possano promuovere progetti sostenibili e della green economy, visto che molti dei beni sottratti alla criminalità non assegnati sono proprio terreni agricoli.

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