Sviluppo industriale e ambiente l’area del Mela attende risposte - QdS

Sviluppo industriale e ambiente l’area del Mela attende risposte

Lina Bruno

Sviluppo industriale e ambiente l’area del Mela attende risposte

sabato 18 Dicembre 2021

La possibile revisione dell’Aia concessa alla Ram potrebbe avere conseguenze sull’occupazione e sull’economia del comprensorio. Dialogo aperto fra le parti in cerca di soluzioni

MILAZZO (ME) – “Il rispetto dell’ambiente per Ram è il prerequisito per fare impresa”. Luca Amoruso, direttore generale della Raffineria lo ha voluto ribadire durante i lavori del Consiglio comunale straordinario della città mamertina, incentrato sulle conseguenze, che le nuove e più rigide prescrizioni ipotizzate dalla revisione dell’Aia potrebbero avere sull’azienda e quindi sull’occupazione e l’economia del comprensorio.

Durante il dibattito, a cui hanno preso parte oltre la dirigenza della Ram e i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, anche i vertici di Sicindustria, alcuni deputati regionali e le organizzazioni sindacali, tutti hanno concordato sulla necessità che si trovi una soluzione perché il patrimonio industriale che la Raffineria rappresenta nella Valle del Mela non si disperda. Allo stesso tempo, deve essere alta l’attenzione per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, perché ormai ci sono sia le risorse che le tecnologie per farlo.

Ci sarà quindi un tavolo di concertazione permanente, proposto dai segretari di Cgil Cisl e Uil per scongiurare il blocco produttivo della Raffineria e l’impegno della deputazione per intercedere a livello politico. Il petrolchimico ha circa 630 dipendenti dei quali il 97% provenienti dai comuni tirrenici del messinese, a cui si aggiungono gli oltre settecento operatori dell’indotto e tutte le altre maestranze (fino a tremila) coinvolte periodicamente nelle fermate programmate.

“L’attenzione per l’ambiente – ha detto Amoruso – la provano i numeri. Negli ultimi 15 anni abbiamo investito circa un miliardo di euro nella riconversione. Quindi nessuna contrapposizione tra lavoro e ambiente. La Raffineria opera a fronte di un Autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2018 per la durata di dodici anni. Siamo nel 2021 ed è stata già oggetto di tre riesami parziali, due sono state chiuse con la sostanziale riconferma delle prescrizioni del 2018 la terza è ancora aperta con le prescrizioni che ci mettono in difficoltà. In uno dei camini è stato posto un limite non previsto da nessuna Aia in quel tipo di impianti che sono ambientali e non di produzione. È stato prescritto un monitoraggio ma contestualmente, senza subordine, è stato posto un limite di emissione dal camino E10 talmente basso che non è raggiungibile”.

“Vicenda paradossale” e “follia senza fondamenti” l’ha definita Pietro Franza, neo presidente di Sicindustria Messina. “Di transizione energetica – ha detto – ce ne stiamo occupando tutti. Nel mondo imprenditoriale c’è un grande focus su questo. Investire cento milioni l’anno sul territorio e nell’indotto e poi vedere, non si sa per quali dinamiche, che si pongono ostacoli senza fondamento, è inaccettabile. Pieno appoggio e consapevolezza che bisogna trovare alla velocità della luce una soluzione”.

Nella Conferenza dei servizi i sindaci di Milazzo, Pippo Midili, e San Filippo del Mela, Gianni Pino, che avevano tra l’altro sollecitato alcune prescrizioni sanitarie, hanno proposto, senza però essere ascoltati, delle modifiche sul provvedimento che pone il limite di emissione che tra l’altro, secondo le rassicurazioni il comitato tecnico scientifico, non avrebbe conseguenze sulla salute dei cittadini. L’atteggiamento, definito di chiusura, del rappresentante unico delle amministrazioni statali, il consigliere ministeriale Donato Attubbato, ha portato i due amministratori locali a non votare il parere poi approvato.

Midili durante il dibattito ha voluto sottolineare le incongruenze di un’azione di governo che da una parte prende provvedimenti restrittivi in nome della tutela ambientale e dall’altra ha un completo disinteresse per la salute dei cittadini. “Non abbiamo registro dei tumori – ha evidenziato – non abbiamo registro delle malformazioni e questo non è correlato alla Ram, che rappresenta solo una parte di un territorio fortemente industrializzato. Dobbiamo avere tutto questo e continuare a lavorare le persone. Come mai le buste di offerte delle aziende che dovrebbero effettuare le bonifiche nella valle del Mela sono chiuse da anni al Ministero e non vengono aperte nonostante tutte le procedure siamo state espletate? E perché i 14 milioni di euro destinati alle bonifiche della Valle Mela non vengono spesi?”.

Il territorio, adesso, pretende risposte.

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