Messina, un’Università che vuole continuare a crescere - QdS

Messina, un’Università che vuole continuare a crescere

Lina Bruno

Messina, un’Università che vuole continuare a crescere

giovedì 15 Giugno 2023

L’ultimo report Almalaurea ha fotografato i numerosi progressi fatti dall’Ateneo messinese, pur mettendo in evidenza alcune criticità. Il rettore Cuzzocrea: “Uno stimolo per migliorare”

MESSINA – Aumentano le domande di iscrizioni dall’estero e la percentuale di studenti provenienti da fuori regione. È molto alta, inoltre, la quota di coloro che si dichiarano soddisfatti dell’esperienza maturata presso l’Università di Messina. “È un dato che ci rende particolarmente orgogliosi – dichiara il rettore Salvatore Cuzzocrea – è la dimostrazione della bontà delle azioni intraprese da questa Amministrazione”.

Il rapporto AlmaLaurea 2023 consegna la fotografia di un Ateneo che ha migliorato i servizi agli studenti, che è diventato più attrattivo e che vuole continuare a investire su didattica e ricerca per alzare sempre di più la qualità della formazione e incrementare la percentuale dei laureati occupati, che rimane contenuta. UniMe vuole essere anche pronta ai cambiamenti, decisi a livello nazionale, che interesseranno l’offerta. È previsto già dal prossimo anno accademico l’ampliamento dei posti a disposizione per le facoltà di Medicina, con un innalzamento di un 20-30% della soglia dei circa 15 mila accessi attuali per il test in italiano. Più studenti però significa anche ripensare la didattica, le aule e i corsi. Secondo una stima della Conferenza dei rettori, servirebbero circa 23 milioni di euro tra formazione dei docenti, strutture e laboratori da rinnovare. Un investimento però necessario se si vuole arginare il vuoto di medici negli organici.

Sull’ampliamento delle residenze, degli strumenti didattici, del corpo docente e dei ricercatori, UniMe sta già lavorando visto che ha aumentato negli ultimi anni i corsi di laurea, da 17 si è passati a 28 Scuole di specializzazione e si punta sulla prima Scuola di specializzazione in Cardiochirurgia della Sicilia. “Messina è molto pronta – conferma al QdS Salvatore Cuzzocrea, presidente della Crui oltre che rettore dell’Ateneo peloritano – e le convenzioni con tutte le aziende sanitarie con i protocolli di intesa sono predisposti. È un andare incontro alle esigenze del Paese. È stato uno sforzo fortemente voluto dalla ministra Anna Maria Bernini, che ha lavorato in maniera incessante per questo. La Commissione di cui facevo parte, presieduta da Eugenio Gaudio (ordinario dell’Università La Sapienza di Roma) con tutti gli attori, ha trovato la quadra e attendiamo il decreto del ministro che ci dia la possibilità di aumentare questi numeri e le strutture del Servizio sanitario nazionale, con un impegno preso in quella conferenza”.

“Sono convinto – aggiunge Cuzzocrea – che il futuro di questa Università passi attraverso l’arruolamento di nuovi giovani professionisti. Abbiamo messo in campo da quando sono rettore circa 1.080 procedure concorsuali di cui 550 per ricercatori inseriti di tipo A e B, che sono le leve del futuro, i futuri docenti ordinari. Contiamo su questi ragazzi che hanno consentito, con la collaborazione di tutti i colleghi, di aumentare la qualità scientifica. Se nei ranking internazionali risaliamo ogni anno è perché abbiamo iniziato subito questi investimenti, praticamente quattro mesi dopo che sono diventato rettore ho fatto la prima programmazione”.

Non migliora però, secondo i dati di AlmaLaurea, la condizione occupazionale dei laureati messinesi. Il tasso di occupazione per le triennali a un anno dal conseguimento del titolo è sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno e pari al 62,9%. Si riduce al 71% la quota di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento del titolo, per quanto a distanza di cinque anni quasi l’80% dei laureati abbia un’occupazione ma con una retribuzione inferiore di circa 100 euro rispetto alla media nazionale. Per gli assunti a un anno dalla laurea la retribuzione media mensile che appare nell’ultima rilevazione è sostanzialmente uguale a quella media nazionale (circa 1.330 euro). Sono il 76% gli studenti che ritengono la laurea un titolo fondamentale per l’ingresso nel mercato del lavoro, 7% in più rispetto al dato nazionale.

Per Cuzzocrea è uno “stimolo per continuare nel progressivo processo di miglioramento della qualità dei servizi erogati e per fornire dei percorsi di studi sempre più adeguati alla mutevole realtà del mercato del lavoro ed alle esigenze dei potenziali studenti. Solo in questo modo gli studenti messinesi potranno avere le necessarie competenze per essere competitivi non solo a livello locale, ma soprattutto a quello nazionale”.

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