Migranti, continua la fuga dalla Tunisia verso la Sicilia - QdS

Migranti, continua la fuga dalla Tunisia verso la Sicilia

redazione web

Migranti, continua la fuga dalla Tunisia verso la Sicilia

domenica 22 Agosto 2021

Tra ieri sera e l'alba altri sedici a Lampedusa. A Levanzo naufragio con un morto. Alla continua propaganda della destra, i sindaci delle isole rispondono richiamando al dovere dell'accoglienza

Un barchino di quattro metri con dodici tunisini è stato intercettato, all’alba, da una motovedetta della Guardia di finanza, all’imboccatura del porto di Lampedusa, mentre ieri sera, a sei miglia dalla costa, altri quattro tunisini, a bordo di un barcone di dieci metri, erano stati intercettati dalla stessa motovedetta.

I migranti, dopo un primo triage sanitario sul molo Favarolo, sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, dopo il trasferimento di ieri sera di cinquanta persone con il traghetto di linea per Porto Empedocle, c’erano 580 ospiti.

Ma non è ormai solo Lampedusa l’approdo dei disperati che fuggono verso l’Europa, prevalentemente dalla Tunisia.

“Aiutateci, sono nei pressi di una scogliera, vicino a Trapani, con altri connazionali”.

La telefonata è arrivata alla Guardia costiera, da parte di uno dei naufraghi di un’imbarcazione con a bordo 23 tunisini affondata vicino Levanzo, nelle isole Egadi.

La geolocalizzazione della chiamata ha consentito alla Guardia costiera – che ha inviato due motovedette e un proprio elicottero, insieme a un altro della Marina militare – di salvare, in mare, cinque persone.
Una, purtroppo, è annegata.
E altre diciassette hanno raggiunto la terraferma e sono state intercettate dai Carabinieri.

Uno dei migranti, a causa dello stato di ipotermia dovuto alla lunga permanenza in acqua, è stato trasportato all’ospedale di Trapani.

Strana rotta quella percorsa dal barchino proveniente dalla Tunisia: a Levanzo, dai ricordi della gente del luogo, non si vedeva uno sbarco dall’autunno del 2003, quando arrivò un piccolo gruppo di tunisini. Provenendo da Sud-ovest, Pantelleria e Lampedusa sono le destinazioni più vicine.

Nelle Egadi l’isola più battuta è Marettimo, dove l’ultimo arrivo risale al 4 luglio scorso.

Levanzo sembra l’approdo di chi ha smarrito la rotta.

Sul fronte politico, la destra non ha pudore a far propaganda anche in presenza di morti, magari con l’ipocrita affermazione che “chiudere i porti” salverebbe, così, delle vite.

Ieri Giorgia Meloni, leader di FdI, ha attaccato la ministro degli Interni Luciana Lamorgese affermando in un tweet che “Al Sud, gli sbarchi senza sosta rischiano di trasformare l’Italia in un mega centro di accoglienza. Il fallimento, su tutti i fronti, della Lamorgese è conclamato e sotto gli occhi di tutti. Per quanto ancora gli italiani dovranno subire le politiche nefaste di questo Ministro?”.

In realtà anche al tempo di Matteo Salvini ministro dell’Interno – e nonostante la bufala dei porti chiusi, in un Paese con 3.800 chilometri di coste – gli sbarchi estivi a Lampedusa non si erano mai fermati, come continuava a denunciare il sindaco di Lampedusa Totò Martello, che aveva bollato il capo della Lega come “mentitore seriale”.

E solo chi lavora sul territorio come i sindaci ha l’esatta percezione di ciò che accade: il primo cittadino delle Egadi, Francesco Forgione, ex presidente della Commissione nazionale Antimafia, ha richiamato al dovere dell’accoglienza per “i migranti che fuggono dalla disperazione e dalle sempre più preoccupanti condizioni politiche dei loro Paesi”, e ha ringraziato gli abitanti di Levanzo per la solidarietà nei confronti dei naufraghi.

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