Migranti, Mattarella, salvarli è un dovere - QdS

Migranti, Mattarella, salvarli è un dovere

redazione

Migranti, Mattarella, salvarli è un dovere

venerdì 09 Agosto 2019

Cala la scure del Presidente della Repubblica sul cosiddetto Decreto sicurezza bis approvato dal Senato: un vero pasticcio. Intanto il presidente del Parlamento europeo Sassoli chiede di far sbarcare i naufraghi sulla Open Arms

“L’obbligo dei naviganti di salvare i naufraghi rimane”: la Presidenza della Repubblica Italiana non ha alcun dubbio e lo mette nero su bianco con due pesanti rilievi sul cosiddetto Decreto sicurezza bis approvato dal Senato prima della crisi di governo con il voto determinante del M5s e l’esultanza del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha persino pubblicamente ringraziato la Madonna per il risultato ottenuto.

I rilievi del Colle sono stati resi noti mentre si moltiplicano gli appelli per un porto sicuro lanciati dalla nave di Open Arms, da una settimana nel Mediterraneo con a bordo 121 naufraghi, tra cui donne e bambini piccoli.

“Al di là delle valutazioni nel merito delle norme, che non competono al Presidente della Repubblica non posso fare a meno di segnalare due profili che suscitano rilevanti perplessità”, si legge nel documento firmato dal Capo dello Stato, “rimettendo alla valutazione del Parlamento e del Governo l’individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione”.

Per Mattarella, anche in presenza di questo decreto, l’obbligo dei naviganti di salvare i naufraghi rimane tutto.

La prima osservazione fatta dalla Presidenza della Repubblica sul cosiddetto Decreto sicurezza bis si riferisce all’ammenda amministrativa che arriva fino a un milione di euro.

Al riguardo il Colle ha ricordato una recente sentenza della Corte costituzionale afferma che una pena così alta – peraltro non prevista dal testo iniziale del Viminale ma aumentata per emendamenti parlamentari – è paragonabile (sempre per la recente sentenza della Corte) a una sanzione penale.

Un altro aspetto riguarda la gradazione dell’ammenda, che non è specificata e per questo il Colle ha chiesto di correggere la legge inserendo dei “criteri oggettivi”. Troppa discrezionalità, insomma. Da parte di chi ha già chiesto “pieni poteri” agli italiani.

Nella lettera di Mattarella viene anche ricordato che, come indicato dallo stesso provvedimento, la limitazione o il divieto di ingresso può essere disposto soltanto “nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia”, e che “il comandante della nave è tenuto ad osservare la normativa internazionale”.

Il secondo rilievo del Presidente non riguarda nello specifico il tema dei salvataggi in mare, ma la norma del dl sicurezza bis che consente di non applicare “la tenuità del fatto” in caso di reati contro i pubblici ufficiali.

Quest’ultima norma “impedisce al giudice di valutare la concreta offensività delle condotte” e quindi di accertare la cosiddetta “lieve entità” che porta al non luogo a procedere.

Nella lettera del Presidente della Repubblica, inoltre, si sollevano dunque dubbi “sulla conformità al nostro ordinamento e sulla ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza” che possono riguardare anche casi che non generano “allarme sociale”.

Il rischio, ad esempio, è che in un momento di rabbia, chi inveisce contro un postino per una raccomandata non consegnata rischia di essere perseguito per oltraggio a pubblico ufficiale con una pena di minimo sei mesi.

Viene fatto inoltre presente l’incongruenza di aver non compreso i magistrati nei soggetti destinatari dell’oltraggio.

Intanto prosegue la nuova odissea della Open Arms.

“Gli stati europei dimostrano il loro coraggio voltandosi dall’altra parte”, ha denunciato l’organizzazione che con la propria nave è in mare da sette giorni. A questo proposito, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha indirizzato una lettera al leader della Commissione Ue Jean Claude Juncker, rivolgendo un appello affinché sia “coordinato un intervento umanitario rapido”, con “un’equa redistribuzione dei migranti”.

Dello stesso avviso il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: “L’Ue si doti finalmente di quella politica comune della migrazione che oggi è mancata”, auspica il titolare della Farnesina. Il Viminale ribadisce che la linea del governo non cambia e, dunque, non verrà concesso l’ingresso nelle acque italiane, visto che la Open Arms è una nave che batte bandiera spagnola e, di conseguenza, “i migranti che sono a bordo sono sotto la diretta responsabilità di Madrid”.

A proporre una soluzione è la Chiesa Evangelica, che in una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Matteo Salvini offre la sua disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla Open Arms.

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