Migranti, se l'Onu smentisce Matteo Salvini e la Lega - QdS

Migranti, se l’Onu smentisce Matteo Salvini e la Lega

redazione

Migranti, se l’Onu smentisce Matteo Salvini e la Lega

martedì 15 Ottobre 2019

In Italia meno del dieci per cento degli sbarchi in Europa. Per l'Unhcr l'emergenza è nelle isole dell'Egeo, ma l'ex ministro dell'Interno continua con la favola dei porti chiusi e delle invasioni. Tutti i numeri del rapporto "Desperate journeys"

Le cifre contenute nel rapporto “Desperate journeys” dell’Unhcr – l’organizzazione per i rifugiati dell’Onu – sono ufficiali e non possono essere contestate, eppure la Bestia, la macchina della propaganda sul web di Matteo Salvini, continua a diffondere fake news spacciandole per opinioni.

Ci sono ancora milioni di italiani convinti che, quando Salvini era ministro dell’Interno, i porti italiani erano chiusi e nessuno arrivava sul suolo italiano. Ma quale persona ragionevole può credere alla favola dei porti chiusi in un Paese che ha 7.600 chilometri di costa?

Eppure la Bestia di Salvini è riuscita in quest’impresa.

Grazie alla sua macchina della propaganda ieri Salvini ha attaccato il Governo definendolo “in confusione” e accusandolo di aver “permesso di sbarcare in Italia a oltre trecento migranti in poche ore”.

Gli ha fatto da sponda il deputato siciliano Alessandro Pagano, vice capogruppo del Carroccio alla Camera, con dichiarazioni che potrebbero anche far sorridere se non fossero così pericolore

“Oltre duecento persone – ha detto Pagano – sono arrivate a Lampedusa con tre barconi e si vanno ad aggiungere alle centinaia già presenti nell’isola. Un disastro non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese e la colpa e della pessima gestione della coppia M5s-Pd. A causa della loro scellerata politica dei porti aperti in poco più di un mese dal loro insediamento gli sbarchi sono addirittura triplicati rispetto a quando al governo c’era la Lega e Matteo Salvini era ministro dell’interno. L’Italia non può e non deve essere il fanalino di coda sul fronte immigrazione e noi della Lega siamo pronti a difendere le nostre coste da questa invasione”.

Ora, basterebbe andare a guardare il “cruscotto” del sito del Viminale per scoprire come picchi come quello di ieri a Lampedusa siano stati frequenti anche mentre a gestire il ministero dell’Interno era il capo della Lega Nord.
Solo che non se ne parlava. E chi ne parlava veniva “silenziato”.

Che nel sistema degli sbarchi nulla fosse cambiato, infatti, aveva provato a dirlo, nel marzo scorso, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, ma dopo quella dichiarazione, curiosamente, come lui stesso confessò, nessuna tv nazionale lo intervistò più.

Il fine della Bestia di Salvini, comunque, è quella di dimostrare che quella subita dall’Italia è, come predicato anche da Pagano, un’invasione da parte dei migranti e che questo avviene soltanto nel nostro Paese mentre il resto d’Europa lascia l’Italia “fanalino di coda sul fronte dell’immigrazione”.

A smentire clamorosamente questa tesi sono stati proprio i dati dell’Unhcr, che rivelano come degli 80.800 migranti sbarcati in Europa nei primi nove mesi del 2019, in Italia ne siano arrivati 7.600, meno del dieci per cento.

Il rapporto sottolinea come gli arrivi siano calati complessivamente (erano stati 102.700 nello stesso periodo del 2018) sia in Europa che in Italia, dove sono stati un terzo meno rispetto allo scorso anno, anche se le condizioni meteorologiche favorevoli dei mesi di settembre e ottobre e l’instabilità politica dell’area hanno fatto nuovamente crescere il numero di barconi che si avventurano nel Mediterraneo.
Ciò ha portato, solo in Italia, a un incremento di 1.200 arrivi. In altri Paesi come Spagna e Grecia la situazione è ben più pesante, ma hanno un peso minore i partiti che fomentano l’odio razziale a fini politici.

Un odio che porta a non considerare come, solo quest’anno, nel Mediterraneo, siano morti mille e quarantuno migranti: uomini, donne e bambini. E quel che più disgusta è l’atteggiamento ipocrita di chi giustifica la politica di (presunta) chiusura dei porti affermando che solo così si possono evitare le morti.

Le cifre dell’Unhcr dimostrano comunque senz’ombra di dubbio come i due Paesi europei che maggiormente sopportano il peso delle migrazioni sono la Grecia (46.100 arrivi contro i 37.300 dell’anno scorso) e la Spagna (23.200, dimezzati però rispetto al 2018).

L’Italia è soltanto terza, con 7.600 arrivi, meno di cinquemila più dell’isoletta di Malta (2.700 contro 800).

Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ha invitato dunque a “uscire dalla narrazione, non più corretta, di un’Italia sotto invasione” fornendo cifre precise: nel 2017 arrivarono trecentomila, poi, dopo l’accordo del ministro dell’Interno Marco Minniti con i Paesi della costa africana – che prevedeva un successivo step con l’organizzazione di campi profughi con l’aiuto delle organizzazioni umanitarie, mai realizzato da Salvini – ne arrivarono ventunomila nel 2018.

“Quest’anno – ha concluso – dovremmo chiudere a poco più di diecimila ingressi. Ma il nostro sistema è testato e può tranquillamente sostenere questi arrivi. Non esiste dunque un’emergenza”.

Per concludere, il rapporto dell’organizzazione dell’Onu per i Rifugiati, lamenta la riduzione degli assetti di ricerca e soccorso nel Mediterraneo in seguito al taglio delle navi dela missione Ue Sophia e alle restrizioni imposte alle ong proprio dalla politica di Matteo Salvini, con i suoi “decreti sicurezza”.

Un altro dato importante riguarda la percentuale di persone partite dalla Libia e riportata nel Paese nordafricano della Guardia costiera libica: il 58% delle partenze.

E l’Unhcr, nel rapporto, ha ribadito che, a causa della fragile situazione di sicurezza e delle condizioni dei centri di detenzione del Paese, “la Libia non può esser considerata un porto sicuro e nessuno dovrebbe essere sbarcato lì dopo il salvataggio in mare”.

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