Mineo, scoppia un caso sui fondi per la siccità. “Alla Sicilia destinato un milione e 200 mila euro” - QdS

Mineo, scoppia un caso sui fondi per la siccità. “Alla Sicilia destinato un milione e 200 mila euro”

redazione

Mineo, scoppia un caso sui fondi per la siccità. “Alla Sicilia destinato un milione e 200 mila euro”

Salvo Stuto  |
martedì 30 Aprile 2024

Il ministro Lollobrigida risponde al sindaco Mistretta: erogati 180 milioni di euro. Ma al QdS interviene per fare chiarezza il dirigente generale del Dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta

MINEO – Rischia di diventare un caso quello dei fondi stanziati a sostegno dell’emergenza siccità. Dal ministero dell’Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida e dalla Regione siciliana, infatti, arrivano numeri differenti. Dall’autunno scorso, quando la siccità era già acclamata, i sindaci del Calatino hanno inviato in continuazione delle note per chiedere aiuto al governo regionale e trovare delle soluzioni per il comparto agricolo. “Sulla questione dell’agricoltura, a vario titolo, avrò inviato almeno una decina di note – sottolinea il sindaco di Mineo Giuseppe Mistretta –: richieste di incontro, richieste per la declaratoria di calamità. Ma da parte della Regione siciliana non abbiamo avuto risposte”.

Così il 21 marzo Mistretta ha deciso di rivolgersi direttamente al governo nazionale inviando una lettera sulla “richiesta declaratoria di calamità in agricoltura, attivazione delle provvidenze previste dal D.Lgs. 102/2004 e riapertura termini per la denuncia di esistenza in vita dei pozzi idrici”. E, neanche dopo un mese, il 18 aprile, ha ricevuto una risposta da parte della segreteria tecnica del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Hanno risposto prima loro da Roma che Schifani – ha aggiunto il sindaco di Mineo –. Ma noi possiamo segnalare le problematiche al ministero dell’Agricoltura, però è chiaro che devono essere gli uffici della Regione ad agire, che istituzionalmente sono deputati a intervenire con il ministro. Perché è una questione di relazioni istituzionali che vanno rispettate. Noi abbiamo appreso tutto questo da una nota del ministro Lollobrigida, e già di per sé è assolutamente paradossale che Roma sia più vicina alla Sicilia più dello stesso governo regionale. Almeno per quanto riguarda l’interlocuzione con i sindaci”.

Nel documento si legge che sono stati erogati 180 milioni di euro

In particolare, 100 milioni di euro per la siccità 2022 “usufruendo degli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva” del Fondo di solidarietà nazionale. Mentre “per quanto concerne il 2023 – fa sapere il Masaf – il DM 25 ottobre 2023 ha previsto che risorse afferenti ai fondi unionali della riserva di crisi Pac, venissero proprio destinati alla copertura dei danni del prolungamento della siccità 2022 al 2023”. Si tratta di oltre 80 i milioni di euro che il Governo nazionale ha destinato alla copertura dei danni da siccità per il 2023 e di cui beneficia anche la Sicilia. “Ma noi – continua il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, – non sappiamo che fine hanno fatto questi soldi né come verranno utilizzati, per quali province o per quali settori produttivi del comparto agricolo saranno destinati. Non sappiamo nulla”.

Dal dipartimento dell’Agricoltura siciliana, il dirigente generale Dario Cartabellotta fa sapere che: “Dalla lettera del ministero non si evince quante sono le somme che erano destinate alla Sicilia. Su quella nota inviata al Comune di Mineo da parte del Masaf, riguardo i 180 milioni di euro stanziati, la Sicilia beneficia soltanto di un milione e duecentomila euro”. In particolare, secondo un documento dell’assessorato Agricoltura fornito al QdS, con il decreto n. 293519 del 7 giugno 2023 il Masaf ha ripartito i 100 milioni di euro alle regioni colpite dalla siccità nel 2022 e alla Sicilia sono stati assegnati 1.026.913,87 di euro. Mentre degli 80 milioni stanziati dal governo nazionale per i danni da siccità del 2023, alla Regione siciliana ne sono spettati solo 200 mila, dal momento che tali fondi sono stati distribuiti nel seguente modo: “Il 40% è stato ripartito in maniera proporzionale al danno accertato dalle regioni con il decreto n. 293519 del 7 giugno 2023 (la Sicilia è in questo gruppo) e il 60% è stato ripartito tra le regioni in cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza per la siccità: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio”.

Alla fine, dunque, dagli 80 milioni di euro alle aziende siciliane sono destinate cifre irrisorie, dal momento che – si legge nel documento dell’assessorato all’Agricoltura siciliano – “i soldi che sono stati assegnati alla nostra regione con la riserva di crisi che non risultano decreti di ripartizione in proporzione al danno 2022 sono 200.000,00 euro”.

La campagna agrumaria si sta chiudendo malissimo

Nel frattempo, la campagna agrumaria si sta chiudendo malissimo, con le arance tardive rimaste invendute e che per questo vengono destinate all’industria con prezzi sempre più bassi: 20 o addirittura 15 centesimi al kg. “Sarebbe un piccolo segnale per le siccità pregresse, non per quella in corso. Perché a questo punto non è che possiamo supplire alla mancanza di acqua ma quantomeno cercare di dare dei ristori, alleggerire la pressione fiscale, la moratoria sui mutui e sui costi del lavoro eccetera – spiega Mistretta –. Qualche incentivo economico per consentire, ad esempio, agli allevamenti, alle imprese zootecniche di comprare del mangime, del foraggio d’altrove, per mantenere il bestiame, non per fare reddito. O per le imprese invece cerealicole che hanno perso tutto il reddito questi fondi potrebbero consentire di mandare avanti l’azienda agricola, campare la famiglia e andare avanti”.

Nella risposta del ministero dell’Agricoltura inviata al Comune di Mineo, si legge anche che “la regolarizzazione di eventuali pozzi non dichiarati potrebbe essere consentita con l’approvazione di una nuova specifica legge di carattere nazionale di tipo sanatorio oppure con provvedimenti transitori da attuare al riconoscimento dello Stato di emergenza”.

Dunque, potrebbe essere possibile utilizzare risorse idriche come i pozzi o le acque reflue: “Le condizioni ci sono. E a tal proposito appare interessante come il ministro Lollobrigida raccolga la proposta dei sindaci che non è che è stata così peregrina, abbiamo sollevato un problema e il ministro dice: non dipende solo da noi ma anche dal ministro dell’Ambiente con cui ha aperto un dialogo. Ma sarebbe pure il caso che la Regione siciliana si muovesse in tal senso”, ha concluso il sindaco di Mineo. La partita sembra essere ancora aperta.

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