M5S, la protesta degli attivisti catanesi: "Ora Di Paola si dimetta"

M5S, esplode la protesta degli attivisti catanesi: “Ora Di Paola si dimetta”

Antonino Lo Re

M5S, esplode la protesta degli attivisti catanesi: “Ora Di Paola si dimetta”

Salvo Catalano  |
martedì 06 Giugno 2023

Un nutrito gruppo di attivisti etnei firma una lettera in cui si chiede il passo indietro del coordinatore regionale pentastellato

“La campagna elettorale del M5s è stata gestita in modo fallimentare, verticistico e autoritario. Il coordinatore regionale Nuccio Di Paola si dimetta dal ruolo di referente regionale”. Il malumore della base del Movimento 5 stelle esplode a Catania pochi giorni dopo le elezioni amministrative. Un nutrito gruppo di attivisti etnei firma una lettera in cui si chiede il passo indietro di Di Paola, ma oggetto di feroci critiche sono anche i deputati José Marano e Luciano Cantone, cioè i tre portavoce che hanno gestito la formazione delle liste.

L’attacco a Di Paola e Marano

“La debacle del M5s alle amministrative di Catania, nonostante i toni trionfalistici del referente regionale Nuccio Di Paola e della portavoce all’Ars Jose Marano, è sotto gli occhi di tutti – si legge nel documento degli attivisti – il MoVimento ha raggiunto un misero 5,68% e può contare solo su due rappresentanti in Consiglio comunale”.

Dito puntato non solo sull’esito delle urne, ma soprattutto sulla fase precedente. “La campagna elettorale è stata gestita senza coinvolgere la base e in modo autoritario, lontano dall’opportunità politica e dall’etica del MoVimento, dal deputato nazionale Luciano Cantone e dalla Marano, nominati unici responsabili da Di Paola – e da lui sostenuti in tutte le scelte – sia nelle trattative con le altre forze progressiste (ci teniamo a sottolineare che il M5S da leader è stato ridotto a semplice gregario), che nella formazione della lista”.

Il nodo candidati

I malumori erano già emersi nelle settimane precedenti alle elezioni. In particolare una parte della base si era opposta alla candidatura di Antonio Arena, ex vicepresidente del consiglio comunale di Misterbianco durante la sindacatura del Pd Nino Di Guardo. Sotto l’amministrazione Di Guardo il Comune è stato sciolto per mafia. Gli altri candidati discussi sono stati Ivan Vanin, fratello di Elisabetta, ex consigliera comunale fedelissima di Enzo Bianco; e Giovanni Amato, transitato da Diventerà Bellissima al Movimento 5 stelle, dopo un’esperienza da consigliere di circoscrizione nelle fila del partito di Nello Musumeci e la candidatura cinque anni fa come consigliere comunale a sostegno di Salvo Pogliese. E proprio Amato è stato uno dei due eletti al consiglio comunale di Catania per il Movimento, secondo solo al recordman di preferenze Graziano Bonaccorsi, ma prima di Gianina Ciancio, ex deputata regionale e storica rappresentante dei pentastellati in città. La mancata elezione di Ciancio a favore di Amato ha contribuito alla rabbia degli attivisti.

“La lista del M5s è stata secretata – protesta la base etnea – Sono stati inseriti nominativi “estranei”, anche con pregresse esperienze in partiti avversi, e qualcuno ha utilizzato Caf per sponsorizzarsi, pratica da sempre censurata dal M5s. Sono, così, stati penalizzati attivisti storici già in lista e sacrificati potenziali candidati interni. Storia già vista e vissuta recentemente in altri territori, Misterbianco in primis, dove sono stati esclusi attivisti storici a favore di “estranei”, alcuni con un passato politicamente discutibile. Risultato? I consensi sono scesi dall’8% al 3%”.

L’esito delle urne

La goccia finale sono stati i commenti degli stessi Marano, Cantone e Di Paola rispetto all’esito delle urne.” In Sicilia il Movimento c’è e va avanti con forza e passione “, hanno scritto. Di tutt’altro avviso gli attivisti catanesi. Ai critici della prima ora si sono aggiunti anche altri che durante la campagna elettorale hanno preferito rimanere silenti per non arrecare danno al Movimento. Adesso però chiedono che “chi ha gestito questa campagna elettorale si assuma le proprie responsabilità: Di Paola (messo a tempo debito a conoscenza delle vicende catanesi) si dimetta dal ruolo di coordinatore regionale e Marano e Cantone vengano esclusi dalle attività politiche e organizzative di Catania. Si nomini un nuovo coordinatore e si inizi a lavorare nel territorio con i nuovi referenti Nunzia Catalfo ed Eugenio Saitta, che sicuramente terranno nella giusta considerazione la base degli attivisti e saranno loro portavoce”.

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