Musei e siti archeologici, l'assessore, "Riaprire in sicurezza" - QdS

Musei e siti archeologici, l’assessore, “Riaprire in sicurezza”

Ivana Zimbone

Musei e siti archeologici, l’assessore, “Riaprire in sicurezza”

mercoledì 13 Gennaio 2021

Per Manlio Messina ingresso contingentato, mascherine, disinfezione delle mani e controlli da parte del personale potrebbero essere sufficienti a riaprire i siti culturali

Continuano a salire i contagi in Sicilia, nonostante la lunga chiusura di musei, parchi archeologici e palestre che si è ritenuto inopportuno lasciare aperti. Qualche giorno fa l’assessore regionale al Turismo e allo Sport, Manlio Messina, ha rilasciato un’intervista al QdS in cui dichiarava che dovrebbero poter riaprire in sicurezza, soprattutto nel caso dei siti archeologici all’aperto. Anche perché piazze e giardini pubblici continuano a essere frequentati dai cittadini, magari senza il controllo che i musei potrebbero assicurare.

Manlio-Messina
Manlio Messina

Assessore, ritiene che i luoghi della cultura siano effettivamente responsabili della diffusione dei contagi?

“Non essendo un professionista della sanità e non volendomi avventurare in affermazioni che potrebbero rischiare di essere fraintese, posso affermare a livello assolutamente personale che non credo affatto che i luoghi della cultura possano essere potenzialmente luoghi di diffusione dei contagi. Penso a tutti i siti archeologici siciliani che sono luoghi all’aperto, dove potrebbe essere organizzato l’ingresso contingentato con tutte le misure di prevenzione atte a prevenire i contagi e la diffusione del virus. Ma penso anche ai musei, dove un ingresso controllato, e sempre contingentato, ritengo sia possibile. Abbiamo visto in queste settimane tanti spazi aperti, e mi riferisco a strade e piazze delle nostre città, con tanta gente. Quindi non vedo perché non si possano riaprire i musei e i siti archeologici”. 

valle dei templi
Valle dei Templi

Come si potrebbero riaprire in sicurezza?

“Serve una buona organizzazione: ingresso contingentato, mascherine, disinfezione delle mani all’ingresso e a controllare che tutto si svolga in sicurezza il personale, capace di richiamare chi non osserva le misure anticontagio”.

La loro chiusura ha davvero impattato negativamente il turismo, considerando anche quello interno?

“Va detto che non è tempo questo di turismo interno, ma direi di turismo in generale. Dobbiamo essere chiari, concreti e soprattutto realisti. Chi di noi di questi tempi farebbe una vacanza? Così come la Pasqua e tutta la primavera del 2020, il Natale è saltato, inteso come ferie e vacanze. Con milioni di euro perduti e aziende che hanno dovuto chiudere i battenti, molte delle quali per sempre. Ovviamente i musei, come i siti archeologici ma aggiungo come una serie di attività economiche, hanno subito un grave danno dallo stop che ha dovuto registrare tutta la filiera del turismo”.

Nei nostri musei sono conservate opere preziosissime. Tant’è che il decreto assessoriale n.1771 del 27 giugno 2013 ha sancito il divieto d’uscita dal territorio dei beni che costituiscono il fondo principale dei nostro luoghi della cultura. Lo stesso decreto vuole particolarmente proteggere 23 opere “particolarmente inamovibili” che elenca. Tuttavia una deroga consente alla Giunta – e non ai tecnici – di prestarle in base a proprie personali valutazioni. Cosa ne pensa?

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“Si tratta di dipinti, sculture e reperti archeologici di valore inestimabile. Ritengo che lasciarli nei nostri siti possa essere un valore aggiunto e poi sono convinto che non tutti i siciliani hanno mai visto queste meraviglie che il mondo ci invidia. Il turismo, in particolare il turismo culturale di alto livello, si cattura anche trattenendo questi beni, da tutelare certamente al massimo, nei nostri musei”. 

Ma queste 23 opere non raggiungono – nemmeno tutte insieme – il numero di visitatori che invece godono altre importanti opere nel nostro Paese. Come si potrebbero sponsorizzare e far sì che tutti possano conoscerle?

“Per esempio si potrebbe portare avanti una campagna pubblicitaria dedicata esclusivamente alle 23 opere in questione. Bisogna studiare il modo, lo faremo assieme all’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà, per rilanciare questi beni e riportarli all’attenzione non soltanto dei turisti ma anche dei cittadini comuni, degli studenti che non li conoscono ancora. Purtroppo, il momento non è affatto favorevole, ma dobbiamo prepararci e farci trovare pronti al post pandemia. Perché vogliamo che la Sicilia sia meta tra le mete nei desideri dei milioni di turisti che ancora non hanno visitato la nostra Isola”.

Le stime di Diste e di Svimez non preannunciano un 2021 tanto più roseo dell’anno precedente. Quando ripartirà secondo lei il turismo? Di quali elementi non si potrà fare a meno per il suo rilancio?

“L’anno che si chiude è stato devastante per il turismo siciliano, così come per il turismo del nostro Paese, e direi del mondo. In piena pandemia quanti sono disposti a viaggiare tra divieti e paura? L’anno che si apre non ci porta al momento buone notizie, ma è dovere della politica avere e trasmettere fiducia. Non ci possiamo far prendere dal pessimismo totale. Dobbiamo piuttosto pensare a cosa fare per rilanciare il settore. In Sicilia stiamo portando avanti con successo i bandi del progetto See Sicily – che durerà fino al 2023 e che ha 75 milioni di fondi – di cui abbiamo parlato più volte anche sul vostro giornale. Abbiamo pensato a un coinvolgimento di tutti i settori della filiera del turismo. Coinvolgiamo l’intero settore ricettivo come hotel e alberghi in genere b&b, agenzie di viaggio e tour operators, le guide turistiche, subacquee e alpine, i diving e accompagnatori, le compagnie aeree con i voucher-sconti. Abbiamo sostenuto tutte le iniziative che, anche in streaming, possono far conoscere la nostra meravigliosa terra, anzi attraverso i canali social e i nuovi canali digitali abbiamo fatto in modo che le nostre bellezze si potessero apprezzare attraverso le nuove tecnologie che si rivolgono a un vasto pubblico.  Il governo Musumeci ha fatto e sta facendo fino in fondo la sua parte intervenendo come le norme ci consentono di fare. Stiamo promuovendo la Sicilia anche sui canali tv nazionali perché siamo convinti che farsi trovare pronti per il post pandemia sia indispensabile. Bisogna guardare avanti con coraggio e fiducia”.

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