Ninni Bruschetta si racconta tra cinema e teatro - QdS

Ninni Bruschetta e i 40 anni di teatro: “Devo molto a Messina. In Sicilia ci dimentichiamo di turismo e cultura”

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Ninni Bruschetta e i 40 anni di teatro: “Devo molto a Messina. In Sicilia ci dimentichiamo di turismo e cultura”

Lina Bruno  |
lunedì 12 Dicembre 2022

L'attore messinese Ninni Bruschetta intervistato da QdS.it. Dalla partecipazione al film "Spaccaossa" allo stato attuale della Sicilia.

Attore, regista, sceneggiatore con un legame indissolubile con Messina e la Sicilia. Ninni Bruschetta festeggia il prossimo anno 40 anni di teatro, tanto il tempo trascorso da quando nel 1983 fondò la sua compagnia, “Nutrimenti Terrestri”, con la quale ha messo in scena tra l’altro temi di grande impatto sociale.

Da lì in poi è stato un crescendo, si è mosso bene nei diversi generi, dal drammatico alla commedia; ha lavorato a sceneggiature importanti, a regie teatrali, come attore ha partecipato a numerosi film e fiction che gli hanno dato notorietà.

QdS.it lo ha incontrato prima della proiezione, alla multisala Apollo di Messina, del film “Spaccaossa” di Vincenzo Pirrotta, regista e attore teatrale che Bruschetta stima molto. Si è cominciato a parlare del film ma si è finito per discutere dell’impasse economico e culturale in cui la Sicilia si trova.

“Ho accettato subito la chiamata del regista”

“Quando mi ha chiamato, ed è raro che un regista ti chiami direttamente perché si fanno i casting, ho accettato subito anche se non sapevo come trovare materialmente il tempo visti gli impegni che avevo già. Però volevo farlo, mi piacevano i lavori che Pirrotta aveva fatto in teatro”. Bruschetta è tra i protagonisti del film, “tra i personaggi più cattivi che ho interpretato” dice.

Presentato nella sezione “Giornate degli autori” della 79esima mostra internazionale dell’arte cinematografica di Venezia, “Spaccaossa” è un film molto intenso e coinvolgente. Una pellicola rivelazione che ha trovato consenso tra i critici, interamente realizzato da eccellenze siciliane, dagli interpreti agli sceneggiatori e produttori tra cui figurano Salvo Ficarra e Valentino Picone. C’è un crescendo teatrale nella storia, dove tutto, dalla musica alla fotografia, racconta il dramma dei vari personaggi. Ogni tratto di umanità che emerge viene sopraffatto.

La vicenda raccontata nella pellicola

L’apice si raggiunge verso la fine, in una scena notturna che il regista e attore protagonista Vincenzo Pirrotta chiama il “porcile”: tutti i personaggi vengono ripresi nelle loro più intime bassezze e crudeltà; a legare le sequenze la voce splendida di Giuni Russo con il suo “O vos Omnes” un canto della Bibbia che dice “o voi tutti che passate per la via ditemi se quello che state vedendo non si chiama dolore…”.

Il film ci fa guardare in basso in un momento dell’anno in cui distratti giriamo lo sguardo verso l’alto, per ammirare le luci; ci porta in vicoli di periferie degradate, tra uomini e donne, vinti dalla miseria, in balia di altri uomini e donne, criminali senza scrupoli, che gli rompono le ossa con il loro consenso, simulando incidenti per truffare le assicurazioni.

La cosa più sconvolgente è che tutto questo, nella modalità raccontata da Pirrotta, è realmente accaduto, nella periferia di Palermo. Nel 2018, viene ricordato insieme ai titoli di coda, dopo un indagine su una morte sospetta a seguito di una frattura, sono state arrestate 11 persone dell’organizzazione.

A Ninni Bruschetta è stato assegnato il premio Magister Peloritanus dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, per il Teatro, il Cinema e la Televisione, un riconoscimento che viene dato ogni anno alle personalità nate in Sicilia e nell’Area dello Stretto che si distinguono nei diversi campi. Bruschetta non si sente però il meridionale che ha fatto successo al Nord, perché la sperimentazione al cinema e al teatro l’ha iniziata nella sua città.

“Ho avuto successo grazie a Messina”

Ho puntato moltissimo su Messina, abbiamo inventato il cinema indipendente in Sicilia e nel sud Italia. Ho diretto il Teatro di Messina per due volte, ho lavorato senza soluzione di continuità in quel Teatro ed ogni tanto quando faccio qualche intervento pesante sulla cattiva gestione del Teatro, sulla cattiva gestione della città, qualche persona superficiale mi dice ‘ma tu hai la tua storia la tua carriera che te ne frega di Messina’. Cosa me ne frega della mia città, del mio teatro che ho fatto crescere, che ho portato al livello nazionale? Eccome se me ne frega. Questa città mi ha dato tantissimo, le devo molto. Se ho avuto successo è perché sono partito da qui”.

Ninni Bruschetta sente forte la sua identità siciliana, un’ appartenenza da dove ha tratto linfa per costruire il suo percorso che non è fatto solo di personaggi siciliani. A rammaricarlo sono le contraddizioni che soffocano quest’isola.

“Turismo e cultura dimenticati”

“Gli amministratori non si rendono conto che in Sicilia gli unici due veicoli di successo sono il turismo e la cultura, invece inseguono stupidaggini. Abbiamo un amore per l’assessorato alle infrastrutture come se fosse la cosa più importante e ci dimentichiamo che in Sicilia non si fa una grande infrastruttura dalla fine di quell’orrenda autostrada che è la Messina-Palermo. Nessun politico siciliano fa notare a livello nazionale che l’alta velocità si ferma a Salerno, uno scandalo che da nessuna altra parte si tollererebbe”.

Cultura e turismo sono erroneamente considerati settori secondari. La Sicilia è ultima secondo l’Istat per partecipazione culturale eppure ha il più grande patrimonio storico culturale.

“Abbiamo il più alto concentrato di beni archeologici però la cultura non suscita interesse, ma neppure a livello nazionale basti vedere quello che succede quando si sta formando un nuovo Governo. Nei vari toto ministri nessuno cita il Ministero della Cultura, è una cosa che mi da una frustrazione enorme, mi offende e non perché faccio cultura ma perché non si capisce la rilevanza che ha nella crescita di un paese”.
Ninni Bruschetta racconta infine alcuni degli impegni che lo aspettano nei prossimi mesi.

“Per il secondo anno insegno per due settimane all’Accademia Silvio d’Amico e ne sono onorato. Sto lavorando da attore ad un testo originale di Muzio allo Stabile di Cagliari, da regista allo Stabile di Catania “Il mare colore del vino” di Sciascia. Devo completare due film, uno con Edoardo Winspeare e l’altro con Bruno Colella e sto lavorando alla partecipazione nella serie I bastardi di Pizzofalcone; poi riprendo La misteriosa fiamma della regina Loana di Umberto Eco prodotto dallo stabile dell’Aquila”, conclude Bruschetta.

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