“No al Ponte” vergognatevi - QdS

“No al Ponte” vergognatevi

Carlo Alberto Tregua

“No al Ponte” vergognatevi

martedì 20 Febbraio 2024

Parlamentari del Sud ciechi

In questi giorni, quando finalmente è stato dato il via alla costruzione del Ponte sullo Stretto da parte della Stretto di Messina Spa (SdM), si è levata un’indegna cagnara da parte di deputati e senatori contro l’importantissimo ed essenziale manufatto che è il Ponte sullo Stretto.

A prescindere dalla loro appartenenza politica, codesti parlamentari si dovrebbero vergognare per aver sollevato una protesta – del tutto ingiustificata e fortemente deprecabile – perché non vi è chi non veda l’importanza economica in sé del manufatto e della sua rilevanza per gli effetti sulle economie delle due sponde dello Stretto, ove saranno chiamati a lavorare in tutte le mansioni, professionali e manuali, decine e decine di migliaia di persone.

La cagnara è stata elevata da quei parlamentari, non importa a quali partiti appartengano, che hanno governato nei decenni precedenti e pur essendo i titolari del “benaltrismo”, non hanno mai provveduto a costruire le infrastrutture che appunto costituiscono il “benaltrismo”.

È vero che nella nostra Isola e anche in Calabria la rete ferroviaria appartiene al precedente secolo ed è vero che strade e autostrade sono arretratissime (quella mediterranea del Marocco è più moderna della Salerno-Reggio Calabria).

Come mai in tutti questi decenni lorsignori “benaltristi” non hanno provveduto a spingere i Governi che sostenevano per costruire tutte le infrastrutture necessarie nelle due regioni meridionali? La verità è che costoro hanno la bocca per fare uscire il fiato e fare entrare l’aria, ma i loro cervelli sono all’ammasso, perché privi di quelle regole etiche e deontologiche che dovrebbero fare capire loro l’obiettiva necessità e gli obiettivi fabbisogni delle popolazioni meridionali.

Un dato di fatto è incontrovertibile: il reddito medio di Sicilia e Calabria è meno della metà di quello della Lombardia e il loro Pil è all’incirca un quarto di quello della Lombardia.

Dove sono stati questi “benaltristi”, che hanno governato per decine di anni, quando si poneva la questione di fare aumentare fortemente reddito pro capite e Pil delle regioni meridionali? È facile blaterare, ma più difficile operare per il bene comune, per il quale occorrono sentimenti giusti e onorabilità.

Dunque, il progetto per la realizzazione del Ponte ha compiuto in questi pochi mesi notevoli passi avanti. Non avevamo dubbi conoscendo da decenni un manager di grande livello come Pietro Ciucci e avendo una cognizione precisa della volontà ferrea del ministro Matteo Salvini, che vuole legare in modo indissolubile il suo nome a questo manufatto che nei secoli resterà un esempio di infrastruttura straordinario. Come fu per l’autostrada del Sole, di circa 750 chilometri, che i governanti dell’epoca realizzarono in soli otto anni con macchinari e attrezzature antidiluviane, dal 1956 al 1964.

Per realizzare un’infrastruttura di grande valore, cioè il Ponte – se sarà completato entro la data prevista, cioè entro il 2030 – ci saranno voluti oltre settant’anni. Un record negativo a disdoro della capacità del nostro Paese di modernizzare tutto il Meridione.

Ricordiamo che la ferrovia da Reggio Calabria a Bari è ancora a binario unico; che la stazione a Matera è stata inaugurata da poco tempo; che la ferrovia all’interno della Calabria e della Sicilia è ancora quella dell’anteguerra.

Ripetiamo, dove sono stati i parlamentari di tutte queste regioni in questi settant’anni, pur avendo occupato incarichi di ministri e sottosegretari (allora non c’erano i viceministri)? Gente al soldo dei poteri forti che ha obbedito come cagnolini agli ordini di chi era più forte.

Anch’essi dovrebbero vergognarsi, oltre ai “benaltristi” in carica attualmente, che hanno probabilmente interesse a mantenere sviluppate le otto regioni del nord e sottosviluppate le otto regioni del sud, isole comprese.

Premesso ciò, non possiamo tacere le gravi responsabilità dei dirigenti istituzionali delle otto regioni del sud, i quali, in questi oltre settant’anni, non hanno saputo organizzare bene Regioni e Comuni e utilizzare in toto le risorse finanziarie disponibili.

Ora occorre passare anche per loro dalle vuote parole ai fatti concreti per favorire la crescita del Pil e del Reddito nel Mezzogiorno e nel Paese.

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2 commenti

  1. mario ha detto:

    La vergogna dovrebbe provarla lei avendo fatto l’elogio ” della volontà ferrea del ministro Matteo Salvini, che vuole legare in modo indissolubile il suo nome a questo manufatto che nei secoli resterà un esempio di infrastruttura straordinario”.

    1. Carlo Alberto Tregua ha detto:

      Il direttore: “La ringrazio del commento e le ricordo che la legge n. 1158 del 1971, cioè di cinquant’anni fa – quando il ministro Salvini non era ancora nato – ha previsto la costruzione del ponte. Faccia lei”.

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