No Green pass all'Ars, il professor Dominci, "Io vaccinato? Fatti miei" - QdS

No Green pass all’Ars, il professor Dominci, “Io vaccinato? Fatti miei”

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No Green pass all’Ars, il professor Dominci, “Io vaccinato? Fatti miei”

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venerdì 29 Ottobre 2021

Non si rietene un No vax, ma protesta contro il Green pass. Entra all'Ars con il certificato verde, ma preferisce non dire se sia vaccinato o meno. Ecco la posizione del professor Gandolfo Dominici.

Al convegno all’Ars “Dalla democrazia alla dittatura: il ruolo della memoria”, il professor Gandolfo Dominici di Unipa, diventato idolo dei No Green pass in Sicilia e non solo. Ha fatto ingresso con il certificato verde, nel rispetto delle norme vigenti.

Gandolfo Dominici: “Non sono un No vax”

“Non sono ‘no vax’ e non mi piace il termine, non sono contrario a qualunque vaccino: ma il vaccino contro il Covid non si può paragonare agli altri ampiamente sperimentati nell’interesse della salute pubblica. Il vaccino contro il Covid non assicura l’immunità dal contagio. Vaccinarsi deve essere una scelta personale, che va basata anche sul parere medico rispetto alla situazione personale valutando il fattore rischio-beneficio. Si chiede il Green pass pure agli studenti il cui rischio sanitario per il Covid, come è dimostrato dai dati, è quasi nullo: a 20 anni si rischia di più andando in motorino”. Lo ha detto il professore Gandolfo Dominici, noto per avere accostato il vaccino ad Auschwitz.

L’evento è stato organizzato per dire no al Green pass da ‘Coscienze Critiche’, movimento di docenti universitari. “Il mio no al Green pass – ha proseguito – è convinto e assoluto perché inconcepibile che in una sedicente democrazia liberale i diritti costituzionali vengano subordinati ad un lasciapassare, non esiste più lo statuto albertino con diritti concessi dal sovrano. Si spinge alla vaccinazione con un vaccino che non contiene i contagi; per tutelare la salute pubblica andrebbe fatto il test salivare per non essere troppo invasivo, in tutti i luoghi a rischio”.

Sul paragone con Olocausto e Auschwitz, Dominici ha spiegato: “Prima di arrivare alla soluzione finale, all’Olocausto ci sono stati diversi passaggi, prima la demonizzazione, poi si doveva avere la tessera per esempio in Italia quella del partito fascista”. Per il docente universitario, “iI Covid è una malattia che mette a rischio soprattutto soggetti con determinate patologie pregresse, non esiste il rischio zero, ma non c’è un rischio grave per un ventenne o trentenne”. E alla domanda se lui ha fatto il vaccino Dominici ha replicato: “Non rispondo. E’ quello per cui mi batto, il fatto che sia vaccinato o meno sono affari miei”. (ANSA)

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