Si tratta di tre cinquantenni i cui campioni sono stati sequenziati dal Centro Controllo Qualità e Rischio Chimico di Palermo
Registrati quattro casi di Omicron 2 anche in Sicilia, di cui tre accertati a Palermo e uno a Messina. Si tratta di tre cinquantenni i cui campioni sono stati sequenziati dal Centro Controllo Qualità e Rischio Chimico di Palermo, mentre un altro caso è stato rintracciato dal Policlinico di Messina. I pazienti sono asintomatici o con pochi sintomi, tutti seguiti a domicilio.
L’arrivo di Omicron 2
La sottovariante di Omicron Ba.2, ribattezzata Omicron 2, è in 9 Regioni, anche in Sicilia, ed è pari all’1% delle sequenze classificate come Omicron. E’ stata segnalata in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana.
Lo evidenzia l’indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
“E’ di un certo interesse il fatto che in questa indagine siano state rilevate 21 sequenze riconducibili al lignaggio BA.2, che è causa di più del 50% di infezioni da Sars-CoV-2 in alcuni Paesi Europei tra i quali, in particolare, la Danimarca”, conclude l’Iss.
L’Iss: “Non ha caratteristiche diverse”
«La variante Omicron è ormai largamente predominante in più del 95% dei casi, in alcuni casi
è stata rilevata la variante Omicron 2 ma non è molto diversa nelle caratteristiche da Omicron 1». Lo ha detto il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute commentando i dati del monitoraggio di oggi.
Le parole di Bassetti
«I dati della Danimarca che è oggi il Paese del mondo con una maggiore circolazione della variante Omicron 2 ci dicono che a fronte di un aumento del 50% della circolazione del virus si è assistito a una riduzione del 60% delle ospedalizzazioni». Lo sottolinea l’infettivologo genovese
Matteo Bassetti in un punto stampa.
«Omicron 2 è una variante più contagiosa rispetto a Omicron 1 ma certamente meno patogena soprattutto a livello polmonare – aggiunge Bassetti -. Andiamo verso una circolazione
contemporanea di Omicron 1 e 2: dal punto di vista clinico non c’è una grande differenza, siamo di fronte a malati con un quadro meno grave rispetto a Delta».