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VIDEO e NOMI | Estorsioni a imprenditori e traffico di droga, 18 arresti a Catania: come agiva il gruppo criminale

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VIDEO e NOMI | Estorsioni a imprenditori e traffico di droga, 18 arresti a Catania: come agiva il gruppo criminale

Redazione  |
venerdì 01 Dicembre 2023

Sono 18 le persone arrestate dalla Polizia di Stato di Catania nell'ambito dell'operazione "Doppio Petto". Ecco come agiva l'associazione.

Dalle estorsioni ai danni di imprenditori locali con metodo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’associazione armata. Agivano così i componenti dell’organizzazione criminale che è stata sgominata nelle prime ore di venerdì 1° dicembre dalla Polizia di Stato di Catania, su disposizione della Procura distrettuale etnea, che ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura custodiale emessa il 20 novembre 2023 all’indirizzo di 18 persone.

Le persone finite in manette sono: Andrea Italo Abbratuzzato, Riccardo Romano Di Mauro, Orazio Finocchiaro, Dario Giuseppe Antonio Ieni, Francesco Ieni, Giuseppe Longo, Francesco Magrì, Graziella Loredana Nicolosi, Rosario Platania, Giuseppe Raneri, Giuseppe Russo, Massimo Spina, Giuseppe Varoncelli, Francesca Viglianesi, Stella Mannino, Helmi, Toui, Claudio Natalizio Minnella ed Enrico Cristaldi.

Tutti i soggetti arrestati sono chiamati a rispondere, a vario titolo, “dei delitti di detenzione e porto di armi comuni da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, trasferimento fraudolento di valori, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”.

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L’inizio delle indagini a Catania

Le indagini, coordinate dalla Squadra Mobile di Catania, sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra Antiestorsioni della Polizia di Stato hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, “elementi che dimostrerebbero come gli indagati, con differenti profili di responsabilità, avessero gestito, con metodo mafioso, estorsioni in danno di imprenditori locali nonché preso parte ad una associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’essere associazione armata”.

L’operazione nasce dalle risultanze degli accertamenti di un altro procedimento penale, in base al quale Dario Giuseppe Antonio Ieni (subentrato a Giacomo Maurizio Ieni, storico affiliato della cosca Pillera-Puntina nella gestione degli “affari di famiglia”) avrebbe continuato a riscuotere “un’estorsione periodica” a noti imprenditori catanesi operanti nel settore dei trasporti e della logistica.

Le entrate fisse dei congiunti di Ieni

Secondo la ricostruzione degli agenti, Ieni avrebbe inviato Giovanni Ruggeri a riscuotere una tassa estorsiva semestrale di 4mila euro in occasione delle festività di Natale e di Pasqua. Inoltre, gli “stretti congiunti” di Giacomo Maurizio Ieni avrebbero ricevuto “entrate fisse” attraverso estorsioni nei confronti di altre attività, sia nella forma “tradizionale” (attraverso il pagamento periodico di denaro per ricedere la cosiddetta “protezione”) sia attraverso l’imposizione di “tassi di sconto fuori mercato” in ogni stagione dell’anno su capi di abbigliamento di marca ai danni di titolari di noti e rinomati negozi della città di Catania.

La gestione di “u Castoru”

Gli inquirenti si sono poi occupati del filone del traffico di sostanze stupefacenti, la cui gestione sarebbe stata affidata all’altro figlio Francesco, inteso “u Castoru”. Il business messo in piedi sarebbe stato sfruttato sul loro materiale di approvvigionamento, attraverso un “lucroso network che avrebbe previsto l’acquisto all’ingrosso della droga, dalla Calabria per la cocaina e dalla Spagna per la marijuana, e la successiva vendita al dettaglio ai responsabili delle piazze catanesi e non solo”.

Tale politica criminale, che sarebbe stata basata di fatto su un’organizzazione semplice, imperniata su Francesco Ieni che avrebbe gestito i rapporti con i trafficanti per l’acquisto della sostanza stupefacente e sui sodali che si occupavano della logistica – avrebbe avuto il vantaggio di non entrare in conflitto con gruppi delinquenziali concorrenti per il controllo ed il predominio delle piazze di spaccio, ma, al contrario, di avere con questi rapporti di affari.

In proposito, dallo sviluppo delle attività di indagini preliminari si ipotizzavano cointeressenze economiche con esponenti dei Cappello-Bonaccorsi e del gruppo Nizza, facente parte della famiglia di Cosa nostra denominata Santapaola-Ercolano, per questo destinatari della misura cautelare.

I sequestri effettuati

Circoscritti gli interessi illeciti intorno ai settori dell’estorsione e del traffico di sostanze stupefacenti, in costanza d’indagini, sono state condotte operazioni considerate di riscontro che hanno portato agli arresti in flagranza: di Giovanni Ruggeri, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, qualche giorno prima delle festività natalizie (il 18 dicembre 2021) con il sequestro della rata estorsiva di 4mila euro, poi riconsegnata all’imprenditore; di Francesco Cristaldi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il 10 febbraio 2022, con il sequestro complessivo di poco più di 10 kg tra marijuana, cocaina e hashish; in data 12 febbraio 2022, di Francesca Viglianesi, moglie di Giacomo Maurizio Ieni, in ordine al reato di usura.

Infine, le investigazioni avrebbero consentito di appurare come in capo al defunto Giacomo Maurizio Ieni fosse da ricondurre la “contitolarità” di un esercizio commerciale di ristorazione e somministrazione di bevande, attesa la decisiva ingerenza, sua e dei familiari, nella gestione di fatto dell’anzidetta attività economica.

Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta dei pubblici ministeri titolari del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto, per 14 indagati, l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere e per i 4 restanti, quella degli arresti domiciliari.

La fase esecutiva sviluppatasi nel corso della mattinata dell’1 dicembre, con traduzione presso la locale Casa Circondariale, ha coinvolto, oltre che gli operatori della Squadra Mobile etnea, quelli dell’omologo organo investigativo di Messina, equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia Orientale, qui inviati a supporto dalla Direzione Centrale Anticrimine, nonché personale di altre articolazioni della locale Questura ed unità specializzate di Polizia Scientifica.

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