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Pace

Pino Grimaldi

Pace

sabato 21 Maggio 2022

L’umanità ciclicamente si è trovata anche per ragioni futili a litigare seguendo l’istinto primordiale che aggredisce per non perire.
Lo stare in pace è espressione di virtù e di perfetta armonia psico-fisica e dunque difficile da mantenere a lungo.

Non ci si meravigli che, a guardar la storia, non si trovi un tempo nel quale la Terra non abbia avuto periodi nei quali regnasse pace ovunque; mentre – pur piccoli – focolai si sono sempre repertati in qualche angolo anche sperduto, quasi che – ed è così – il sapiens quando non “combatte/aggredisce” si ritenga penalizzato e dunque perda il rispetto per se stesso.

Un conflitto che sembrava dover essere uno dei tanti che sono accaduti o possono accadere rischia di trasformarsi in una apocalisse se per caso o per criminale volontà, un indice preme uno dei tanti bottoni che arma le testate nucleari disseminate nei posti più strani del Pianeta.

I leader ed i loro popoli, a volte in dissenso con loro, stanno giocando alla guerra con mappe e cifre di armamenti: parte di una umanità incosciente, incurante del fatto che ciascuno vuole essere vincitore di qualcosa che non sa manco bene cosa possa essere, ma che per il fatto di imporlo lo fa sentire migliore e più forte dell’altro. Parrebbe un gioco: è una tragedia.

Putin non può perdere la faccia. E’ a capo della seconda potenza mondiale, ha tra quarti di mondo con lui per varie ragioni dalla ideologica alla strategica alla economica. E’possibile che abbia commesso un errore iniziale ma ora non può suicidarsi.
L’occidente (ma quale è di fatto?) non può a sua volta perdere la propria di faccia e si è esposto più di quanto non fosse il caso e deve dimostrare di valere ciò che è, con la sua potenza globale che il suo popolo ama e non vuol perdere.

Tra tutti i leader, più o meno con mente offuscata, l’unico che continua nella sua freddezza emblematica è Draghi che non avendo problemi elettorali (tornerò ad essere un votante a legislatura finita, ha detto) cerca una mediazione.
I quattro punti: cessate il fuoco, trattare, confini come prima del 24 Febbraio e conferenza di pace sono giusti, onesti e possibili. Ma è l’unico.

E solo il buon Dio lo può aiutare, non i suoi colleghi affetti da una bulimia di potere incontrollabile.
E la pace sospirata – quando non la si ha! – e gridata ai quattro venti da chi forse non la ha mai valutata bene rimane il sogno di una giornata di inizio estate, nessuno convinto che l’inverno purtroppo arriva sempre più o meno pesante ma arriva. E fa danno al corpo ed alla mente.
Di quelli che ce l’hanno.

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