Palermo, il Bilancio ha distrutto la maggioranza - QdS

Palermo, il Bilancio ha distrutto la maggioranza

Gaspare Ingargiola

Palermo, il Bilancio ha distrutto la maggioranza

martedì 05 Gennaio 2021

Il documento “di previsione” approvato l’ultimo giorno del 2021 ha portato con sé pesantissime conseguenze sul piano politico Al sindaco Orlando il difficile compito di rimettere insieme i cocci

PALERMO – La discussa approvazione del Bilancio di previsione 2020 ha aperto ufficialmente la crisi politica a Palazzo delle Aquile. Dopo la bocciatura del mutuo sul tram e il conseguente abbandono dell’aula da parte di Sinistra Comune, l’assessore alla Mobilità Giusto Catania si è autosospeso dalla Giunta in attesa dell’assemblea di partito del 9 gennaio. Insieme a lui si è autosospeso anche il presidente della partecipata Amg, Mario Butera, in orbita Sc.

I mal di pancia nella coalizione che sostiene il sindaco Leoluca Orlando non sono certo una novità, ma la convergenza di una buona parte della maggioranza con le opposizioni ha fatto saltare il banco creando una frattura difficilmente sanabile con la sinistra. “La maggioranza che ha espresso una giunta politica e un programma per la città – ha attaccato Catania durante una videoconferenza con i giornalisti convocata in tutta fretta per il giorno di Capodanno – ha sconfessato la Giunta politica e si è attenuta a un programma diverso da quello che ci ha fatto vincere le elezioni”.

Tutto è iniziato quando all’alba del 31 dicembre il Consiglio comunale ha approvato il Bilancio 2020 (di “previsione” ma di fatto un consuntivo), stravolgendo le indicazioni politiche dell’Esecutivo (dove in teoria sono presenti assessori espressione di tutti partiti della maggioranza). Sala delle Lapidi ha approvato tre emendamenti bipartisan, firmati da un fronte trasversale che andava da Italia Viva, Pd e orlandiani ai pentastellati passando per il centrodestra, che di fatto hanno sconfessato la linea dell’Amministrazione attiva.

Il primo ha bocciato il mutuo di 21,6 milioni di euro per le opere accessorie delle nuove linee del tram. Il cofinanziamento di piazza Pretoria ammontava complessivamente a 43,4 milioni, 21,6 dei quali grazie a un mutuo con la Cassa depositi e prestiti che l’Aula ha momentaneamente sospeso rinviando la discussione al prossimo bilancio. Il secondo emendamento ha dirottato 21 milioni dell’avanzo vincolato (17 dei quali erano destinati ancora al tram) a cimiteri (3,5 milioni), scuole e patrimonio comunale (5,5 milioni), interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (1 milione) e manutenzione strade e marciapiedi (10 milioni). Il terzo emendamento infine ha accolto le richieste dei sindacati per portare tutti i lavoratori part time a 35 ore senza distinzione e avviare i concorsi e le progressioni economiche. Confermati invece i tagli per 13,5 milioni alle partecipate.

Approvati i tre emendamenti, Sinistra Comune ha abbandonato l’Aula e il resto della maggioranza (renziani, democratici e orlandiani di Avanti Insieme) ha portato il bilancio a casa (passato con appena 16 sì, 9 astenuti e 1 no), con il contributo decisivo delle opposizioni che hanno garantito il numero legale.

Difficile capire se anche questa volta il sindaco Orlando, che aveva già minacciato le dimissioni in occasione della mozione di sfiducia nei suoi confronti, riuscirà a mettere insieme i cocci di una maggioranza in frantumi per andare avanti fino a fine legislatura (2022) o se considererà conclusa in anticipo la sua ultima sindacatura e deciderà di staccare la spina. Sta di fatto che, mentre l’opposizione parlava all’unisono di “fine ufficiale della maggioranza” e “pietra tombale sull’Amministrazione” e i renziani plaudivano alle “ampie convergenze con le opposizioni” e all’approvazione di “emendamenti di buon senso”, il primo cittadino ha dovuto accettare la riscrittura di una parte del bilancio sotto i suoi occhi, provando a sostenere che le modifiche apportate dall’Aula fossero “tutti obiettivi che avevo indicato come propri della Giunta e del sindaco, ad apertura della sessione del Bilancio, e che sono stati fatti propri dal Consiglio comunale licenziando anche alcuni emendamenti che, di fatto, non hanno spostato in nulla quelle che erano le posizioni che avevo enunciato a nome dell’intera Giunta”.

Sinistra Comune, strappo più vicino

Il 9 gennaio l’assemblea del partito. Si attendono decisioni importanti

PALERMO – Dopo la bagarre in Consiglio comunale il sindaco Leoluca Orlando ha dovuto ammettere che le modalità con cui il dibattito si è svolto “ha creato la reazione di un gruppo importante per questa esperienza, che è Sinistra Comune, che non ha partecipato al voto sul bilancio”. Il primo cittadino ha poi aggiunto che “c’è sicuramente un problema politico del quale tutti dobbiamo farci carico”.

E la reazione di Sc, che di fatto si è ritrovata isolata dai suoi alleati, non si è fatta attendere: Giusto Catania e Mario Butera, come detto, si sono subito autosospesi, con il primo che per il momento non parteciperà alle riunioni di Giunta e all’attività amministrativa. Il 9 gennaio l’assemblea di Sc farà la sua scelta, ma intanto il partito ha chiesto una verifica a Orlando. “Bisogna fare chiarezza – ha detto Catania – su due punti fondamentali. Esiste ancora una Giunta politica? Esiste ancora il programma elettorale? Questi due nodi li deve sciogliere il sindaco, che ci deve dire se possiamo andare avanti o se possiamo farla finita adesso. Se non ci sono queste due condizioni Sinistra Comune non ha motivo di continuare a stare al governo della città”.

Poi, sugli emendamenti, Catania ha aggiunto: “Sono un dispetto non al sindaco ma alla città. L’emendamento sull’avanzo vincolato è una bufala: non si può raccontare che sono stati tolti soldi al tram per destinarli alle buche stradali perché, in termini di legge, i soldi dell’avanzo vincolato non possono essere utilizzati per le manutenzioni ordinarie ma soltanto per gli investimenti e le opere strategiche. E l’altro emendamento che ha bocciato il mutuo per il tram metterà a rischio un’opera strategica per la città, il Rup del progetto è molto preoccupato”.

“Noi – ha concluso – siamo interessati a costruire un percorso di governo, anche allargando l’attuale maggioranza, in vista del 2022 ma non siamo disponibili a trattative politiche con Forza Italia e con i nipotini di Cuffaro”.

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