Un regalo dal Dl aiuti bis: niente aumento dell’Irpef a Palermo - QdS

Un regalo dal Dl aiuti bis: niente aumento dell’Irpef a Palermo

Gaspare Ingargiola

Un regalo dal Dl aiuti bis: niente aumento dell’Irpef a Palermo

venerdì 16 Settembre 2022

Il provvedimento, che attende adesso il via libera definitivo dalla Camera, contiene un maxi emendamento che salva il capoluogo dal raddoppio delle aliquote dell’imposta sul reddito

PALERMO – Dal Decreto Aiuti bis arriva un regalo inaspettato per i palermitani: niente aumento dell’Irpef nel 2022. Il provvedimento, che è stato approvato martedì al Senato e che ora passerà alla Camera per il via libera definitivo, contiene, infatti, un maxi-emendamento che salva il capoluogo dal raddoppio delle aliquote dell’imposta sul reddito.

Il maxi-emendamento nasce dall’accorpamento di quelli presentati dai senatori di Fratelli d’Italia e dal capogruppo di Italia Viva Davide Faraone. Il primo emendamento, articolo 16.5, comma 6-bis, interviene sull’articolo 1, comma 565, della Legge di Bilancio del 30 dicembre 2021 che istituiva “un fondo con una dotazione di 300 milioni di euro per l’anno 2022, di cui 50 milioni di euro in favore dei soli Comuni della Regione Siciliana e della Regione Sardegna, e di 150 milioni di euro per l’anno 2023 in favore dei Comuni delle regioni a statuto ordinario, della Regione Siciliana e della Regione Sardegna, che sono in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e che alla data del 31 gennaio 2022 hanno trasmesso il piano di riequilibrio finanziario pluriennale” alla Corte dei conti e al Ministero dell’Interno.

La modifica introdotta dal maxi-emendamento stabilisce che “i Comuni, per il solo esercizio finanziario relativo all’anno 2022 e al fine di consentire la predisposizione del bilancio di previsione 2022-2024, possono destinare il contributo ricevuto” grazie all’ultima Legge di Bilancio “anche al rimborso dei debiti finanziari”.

In parole povere, oltre a ripianare il disavanzo del 2022, il Comune potrà azzerare, almeno per quest’anno, l’aumento dell’Irpef. Ci aveva provato, per la verità, anche la Giunta Orlando con la delibera 108 del 16 maggio scorso ma mancava, per l’appunto, un comma specifico che consentisse di sfruttare il contributo statale in questo modo. L’altro emendamento, articolo 16.6, comma 9-bis, invece, modifica l’articolo 151 del Testo Unico degli Enti Locali liberando il Comune dall’obbligo di approvare il Bilancio di Previsione 2021 (attualmente commissariato e mai discusso dal Consiglio comunale), passando direttamente al Consuntivo 2021: “I Comuni che alla data di entrata in vigore del presente decreto non hanno deliberato sino a tutto il 2021 i Bilanci di Previsione entro il termine del primo esercizio cui si riferisce – si legge nella nuova norma -, approvano il Rendiconto della gestione relativo a tale esercizio. L’approvazione del Rendiconto determina il venir meno dell’obbligo di deliberare il Bilancio di Previsione dell’esercizio cui il Rendiconto si riferisce e la disapplicazione delle sanzioni relative al mancato rispetto dei termini previsti per l’approvazione del bilancio”.

Ma il maxi-emendamento contiene anche un terzo “regalo” per Palermo, dato che, all’articolo 16.6, comma 6, il termine ultimo per la modifica del Piano di Riequilibrio viene prorogato dal 28 febbraio al 31 marzo 2023: l’Amministrazione Lagalla avrà così un mese in più per trattare con il nuovo Governo. Faraone ha espresso così la propria soddisfazione: “Mentre assistiamo al ‘chi offre di più’, in una sorta di asta elettorale, vorrei sommessamente dire ai palermitani che grazie a un mio emendamento contenuto nel Dl Aiuti, approvato in Senato, nessuno chiederà loro di mettere le mani in tasca per pagare un aumento Irpef che abbiamo scongiurato. Lo abbiamo concordato – ha aggiunto – con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, perché famiglie e imprese sono già abbastanza tartassate dal caro-bollette e dal caro-carburante ed è ingiusto continuare a massacrarle. Naturalmente spetterà poi al nuovo governo riprendere il Patto per Palermo che avevamo avviato col governo Draghi, drasticamente interrotto da una scellerata crisi di governo. Noi continueremo a batterci per tagliare le tasse, concretamente e con chiunque ci starà, agli altri lasciamo le chiacchiere”.

“L’emendamento approvato dal Senato nel Decreto Aiuti bis – ha commentato Lagalla – conferma quanto di buono è stato fatto da questa Amministrazione fin dal momento del suo insediamento sul tema dei conti del Comune ma è soprattutto una bellissima notizia per i palermitani, ai quali, come promesso, non toccheremo le tasche a causa dell’aumento dell’Irpef, scongiurato grazie alla votazione a Palazzo Madama. Questo è un risultato che arriva da Roma ma che è anche frutto dell’instancabile e appassionato lavoro di questa Amministrazione e dei tecnici che la stanno accompagnando nel percorso che mira a rimettere in sicurezza i conti del Comune. Credo che in due mesi e mezzo abbiamo ottenuto dei risultati che non erano stati raggiunti precedentemente, mettendo i cittadini al riparo da una maggiore imposizione fiscale. Inoltre, avremo tempo fino al 31 marzo 2023 per chiudere il piano di riequilibrio, fermo restando che questa Amministrazione continuerà a lavorare senza sosta per rimettere in ordine i conti del Comune e già lunedì prossimo partirà la lettera per sottoscrivere il patto con lo Stato, indirizzata ai Ministeri dell’Economia e dell’Interno”.

“A questo proposito – ha concluso -, mi preme sottolineare la correttezza del rapporto istituzionale e la leale collaborazione tra lo Stato e il Comune e il fatto che ai contatti romani del sindaco siano succeduti i comportamenti coerenti da parte delle forze politiche e da parte del governo. Alla luce di questo risultato, posso dire che nei primi cento giorni di sindacatura stiamo dando segnali forti alla città, rispettando gli obiettivi che ci siamo prefissati”.

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