Palermo, feste di fine anno tra suoni e tradizioni - QdS

Palermo, feste di fine anno tra suoni e tradizioni

redazione

Palermo, feste di fine anno tra suoni e tradizioni

Antonio Schembri  |
martedì 20 Dicembre 2022

Il Comune ha presentato ieri il programma delle manifestazioni di Natale e Capodanno. Un cartellone su cui hanno lavorato anche l'Accademia di Belle Arti, enti e associazioni

PALERMO – Note gospel e di pop melodico, di jazz e di cantautorato, passando dagli acuti della musica sinfonica, dei valzer viennesi e dei tradizionali canti natalizi. Saranno essenzialmente i suoni a caratterizzare le manifestazioni natalizie in programma in città, presentate ieri a Palazzo delle Aquile dall’assessorato comunale alla Cultura.

Un programma già partito da dieci giorni e adesso pronto a offrire i suoi appuntamenti centrali che includeranno anche poesia, esibizioni teatrali, laboratori creativi di pittura e spettacoli di luce, dalle luminarie alla giocoleria con il fuoco. Occasioni di socialità e momenti di riflessione per celebrare la ricorrenza più importante dell’anno insieme con le tradizioni del capoluogo siciliano. In un abbraccio tra arte, cultura, tradizione e turismo simboleggiato dall’unione di due icone floreali: quello della rosa e del giglio. La prima, legata a Rosalia, la venerata santa patrona di Palermo; l’altra, simbolo della Natività e della Rinascita.

“Dalla rosa nasce il Giglio” è appunto il nome che riunisce gli eventi del palinsesto culturale cittadino promosso dall’Amministrazione comunale insieme con l’Accademia di Belle Arti di Palermo e la collaborazione di numerosi enti e associazioni. Un progetto che prende forma attraverso quattro grandi luminarie posizionate nel cuore della città, che associano l’immagine della Santa, con quella del fiore che rappresenta da duemila anni la nascita di Gesù nel candore invernale. E rimandano alla tradizione, tutta siciliana, di allestire in questo periodo piccoli altari dedicati alla Natività incorniciati da una ricca vegetazione invernale di alloro, arance, limoni, mandarini e palme.

Il carro trionfale di Santa Rosalia, in questi giorni posteggiato davanti al Teatro Politeama, torna dal canto suo a calamitare l’attenzione con una pittura ormata da eleganti dorature, seguendo l’idea di partenza del mosaico bizantino realizzata per il Festino passato e impreziosita da quattro Ninnarò che portano in effigie un’antica figura del bambino incoronato e un’immagine della Santuzza con il Bambinello in braccio, rispettivamente di tradizione siciliana e spagnola.

Un’offerta di eventi all’insegna della condivisione. In tutto un centinaio di appuntamenti che coinvolgeranno non solo i quartieri centrali di Palermo. Tra questi la mostra dell’artista sudafricano Fringe, che verrà inaugurata domani nell’aula Pietro Scaglione di Palazzo Palagonia. E la serata con la cantante palermitana Claudia Sala con Pippo Pollina e il musicista folk rock Francesco Moneti. Festa in piazza la notte di Capodanno: a condurla sarà Sergio Friscia, con il concerto di Francesco Gabbani.

“Si tratta di un cartellone – ha detto l’assessore alla Cultura Giampiero Cannella – frutto di una co-produzione che ha impegnato tutte le istituzioni culturali e molte realtà associative di Palermo. Un segnale di ripresa dopo un periodo reso ancora più difficile dalla pandemia, per essere all’altezza delle aspettative dei palermitani e dei tanti turisti che hanno scelto la nostra città per le loro vacanze”.

Questo programma, come sottolineato dall’assessore al Centro storico, Maurizio Carta, “costituisce un’ulteriore tappa d’avvicinamento all’appuntamento del 14 luglio del 2024, quello del quarto centenario dal ritrovamento delle ossa di Santa Rosalia, evento al quale la tradizione associa la vittoria sula tremenda epidemia di peste che decimo il popolo palermitano. Tra poco più di un anno la municipalità di Palermo avvierà un programma di attività centrate sulla storia e il culto della Santuzza che si snoderà per tutti i dodici mesi e di fatto celebrerà il compleanno della città, quantomeno sotto il profilo culturale. È dal 1600 infatti che il capoluogo siciliano inizia a diventare come lo conosciamo nella contemporaneità”.

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