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Palermo, gli ecosistemi collaborativi del Mediterraneo

redazione

Palermo, gli ecosistemi collaborativi del Mediterraneo

Mauro Seminara  |
venerdì 10 Maggio 2024

Secondo Forum degli stakeholders all’Università. Cellura (Cste): “Gli Atenei siciliani si confrontano sul tema dello sviluppo sostenibile”. Di Matteo, Sprint Sicilia: “Nei prossimi cinquant’anni Isola protagonista”

PALERMO – L’Università prosegue il proprio cammino verso una centralità strategica per lo sviluppo della Sicilia. Lo sviluppo, sostenibile, è stato il focus del secondo Forum degli stakeholders, tenutosi ieri nella sala magna di Palazzo Steri con il titolo “Ecosistemi collaborativi di innovazione per lo sviluppo sostenibile”.

Rendere il Mediterraneo più resiliente

L’iniziativa, che coinvolge le Università siciliane ma anche la Russ, la Rete universitaria per lo sviluppo sostenibile, “è volta a favorire sinergie e network, cruciali per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e conseguentemente per rendere il Mediterraneo più resiliente in un contesto sempre più globalizzato”. Così si è espresso il direttore del Cste, Maurizio Cellura, che ha aggiunto: “La collaborazione diventa, dunque, un catalizzatore sia di attrattività interna, attraverso l’individuazione e la valorizzazione delle risorse esistenti nel territorio, sia di attrattività esterna, favorendo la creazione di nuove opportunità, in particolare per il tessuto imprenditoriale green”.

Al Forum ha preso parte anche l’assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana Elena Pagana, se pur in collegamento video da remoto per motivi personali. Centrale il Mediterraneo che Cellura aveva già definito “hotspot climatico” e che per Pagana “rappresenta un mare di risorse”. “Penso al lavoro che abbiamo fatto con European Forum Ambrosetti – ha affermato l’assessore – perché legato alla transizione ecologica; c’è un mare di lavoro da fare”. Anche sul fronte ambiente si stanno infatti sviluppando tantissime realtà, e tutte green. “Sostenibilità significa anche sostenibilità economica e non soltanto ambientale”, ricorda Elena Pagana sottolineando “l’importanza di sostenere uno sviluppo green che offra sostenibilità economica con il coinvolgimento delle imprese”.

“Tutte le Università siciliane sono coinvolte e si confrontano sul tema dello sviluppo sostenibile”, ha detto in apertura lavori Maurizio Cellura. Per tali obiettivi, con l’intenzione di raggiungerli e avviare un sistema di ideazione e sviluppo, il Forum degli stakeholders ha tenuto una sessione pomeridiana che ha ospitato diversi focus group.

“Ciascun tavolo di discussione – ha spiegato il direttore Cellura – sarà costituito da un numero circoscritto di stakeholder provenienti da ambiti di attività diversi. Ciò al fine di poter includere il più possibile diverse prospettive ed esperienze in funzione della natura composita del tema discusso. Il lavoro svolto da ciascun focus group costituirà infine la base per una sessione plenaria durante la quale saranno presentati i punti chiave emersi”.

Presente – anche per vece dell’assessore Edy Tamajo, impossibilitato – Tommaso Di Matteo, direttore dello Sprint Sicilia, lo Sportello regionale per l’internazionalizzazione del sistema delle imprese riattivato su iniziativa di Tamajo. “Il mondo oggi si muove in termini di sistema, ecco perché parliamo di ecosistema, perché dobbiamo sviluppare un ragionamento su un ecosistema Sicilia”, ha affermato Di Matteo entrando ancor più nel merito durante il proprio intervento: “Possiamo rendere questa terra non come il sud d’Europa ma un Hub con progetti, idee e persone giuste. Noi come assessorato finanziamo anche la ricerca, e sono le Università che sviluppano le idee. Noi siamo una terra che di sistema siciliano deve fare la sua particolarità. Questo è un momento propizio anche perché c’è un importante investimento che si chiama ‘Piano Mattei’”.

A margine dei lavori del Forum abbiamo chiesto al direttore dello Sprint come si traducono per la Sicilia le nuove sfide proposte dagli scenari geopolitici attuali, tra nuove guerre e nuovi mercati che si aprono a fronte di altri che sono stati chiusi, come quello russo per via delle sanzioni. “Quattro o cinque anni fa – ha spiegato – non avremmo pensato che il Medio Oriente ridiventasse il campo di battaglia delle imprese come venti o trenta anni fa, non avremmo mai immaginato che il mercato russo verso cui tutti correvano in incoming e outgoing oggi non lo puoi guardare più. Da questo punto di vista qual è l’impegno e come si connette alla ricerca? Se noi abbiamo gli studi di fattibilità, fatti realmente bene, che sappiamo mettere in quel sistema di leale collaborazione a disposizione delle imprese, siamo in grado di fare la differenza sui perché la particolarità e la specialità dei nostri prodotti ed anche delle nostre idee ci rendono veramente appetibili e forti su tutti i mercati. Dal punto di vista geopolitico la centralità della Sicilia rispetto a due mondi, quello dell’Africa e quello dell’Arabia, la rende per caratteristiche naturali uno dei protagonisti dei prossimi cinquant’anni”.

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