Palermo, la storia del rider che si batte per lavorare - QdS

Palermo, la storia del rider che si batte per lavorare

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Palermo, la storia del rider che si batte per lavorare

sabato 27 Marzo 2021

Il caso di Marco Tuttolomondo, 49 anni, che ha portato in giudizio Glovo, ha vinto la causa e viene pagato... per non lavorare. "Chiedo rispetto per me e i miei colleghi di tutt'Italia"

“Torno a chiedere rispetto per me e per tutti i miei colleghi riders di tutte le città italiane che per lavorare stanno ore e ore esposti ai pericoli della strada e alle intemperie pur di guadagnarsi da vivere”.

Marco Tuttolomondo, 49 anni, ieri a Palermo raccontato la sua storia in occasione della giornata di sciopero proclamata a livello nazionale dei riders.

Tuttolomondo è diventato ormai un testimonial dei lavoratori del food delivery dopo aver vinto la prima causa di lavoro contro il marchio Glovo, con sentenza esecutiva del novembre scorso ma non ancora definitiva.

“Ho vinto una causa ma non lavoro – ha sottolineato – percepisco lo stipendio del sesto livello del terziario logistica, così come stabilito dal giudice del tribunale di Palermo, Paola Marino, che ha osservato come, quando un corriere è geolocalizzato o tramite cellulare o Gps su furgone, automaticamente sussista il lavoro subordinato e quindi non ci sia alcuna autonomia”.

Una situazione che sembra assurda: percepire lo stipendio senza lavorare.

“Sono dispensato dal servizio, iscritto al libro paga – ha spiegato Tuttolomondo che ha lavorato da ottobre 2018 a marzo 2020 – in attesa che Glovo crei una figura professionale che si possa avvicinare alle mansioni del corriere ma non in sella alle moto”.

I rider, che ieri sono scesi in piazza in tutt’Italia, hanno chiesto in segno di solidarietà ai consumatori di non fare acquisti in modo da sostenere concretamente la loro protesta.

“Ho partecipato alla manifestazione – ha sottolineato Tuttolomondo – con lo spirito di un ex corriere che continua a restare vicino ai suoi colleghi che rischiano ogni giorno pur di lavorare onestamente e soprattutto per le continue mancanze di rispetto da parte di Glovo come quella che riguarda il famoso bonus pioggia”.

Secondo quanto racconta Tuttolomondo, Glovo ha fatto un accordo in cui si dovrebbe riconoscere 1 euro e 50 cent, che versa il cliente, per ogni consegna al rider che lavora sotto la pioggia.

“Invece non è così – ha concluso -, infatti se al corriere per la consegna spettano 4 euro, Glovo gira al corriere soltanto 40 centesimi, quindi il dieci per cento. Dunque, la parte restante resta nelle casse di Glovo con i miei colleghi che lavorano sotto la pioggia”.

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