Palermo, Piano di riequilibrio, in Aula un clima da far west - QdS

Palermo, Piano di riequilibrio, in Aula un clima da far west

Gaspare Ingargiola

Palermo, Piano di riequilibrio, in Aula un clima da far west

venerdì 30 Giugno 2023

La discussione sul documento, che ipotecherà il futuro della città per dieci anni, ha fatto saltare i nervi a molti. Il via libera deve arrivare entro oggi

PALERMO – Insulti, urla, musica da ballo, riunioni frenetiche, sospensioni, sirene delle Forze dell’ordine. È successo veramente di tutto in Consiglio comunale durante le prime sedute di trattazione del nuovo Piano di riequilibrio. Il documento finanziario modificherà il Piano precedente sulla base dell’accordo sottoscritto a gennaio con il Governo Meloni e ipotecherà il futuro della città per dieci anni con una serie di aumenti a raffica di tasse e servizi.

Ma l’atmosfera a Sala delle Lapidi è stata da far west, a tratti surreale. A partire da lunedì, quando la delibera sul Cup, il Canone unico patrimoniale sull’occupazione del suolo pubblico, è passata tra mille polemiche, urla furibonde e resse al tavolo della Presidenza. L’atto andava votato prima sia del Bilancio di previsione sia del Piano di riequilibrio. La bagarre è scoppiata quando è stato presentato un emendamento, a firma del consigliere della Nuova Dc Salvo Imperiale, che esentava dal pagamento del Cup i mercatari dell’Albergheria. Il quartiere attende da anni l’avvio di un mercato dell’usato e del libero scambio che faccia emergere e metta in regola chi svolge un’onesta attività di piccolo commercio e colpisca, al contrario, chi vende merce illegale, contraffatta o addirittura rubata. La vecchia Giunta municipale aveva approvato le linee guida di un futuro regolamento del mercato, avviando anche una prima sperimentazione. E così, a un anno dall’insediamento della nuova Amministrazione, il Consiglio ha pensato di dare un segnale esentando dal Cup chiunque voglia organizzare spettacoli ed eventi o collocare dehors all’Albergheria. Malgrado il parere favorevole degli uffici e del Collegio dei revisori, però, sull’emendamento pendeva il parere negativo della Ragioneria generale, solo ed esclusivamente per motivi di bilancio, visto che l’esenzione dal Cup farà diminuire il gettito fiscale per Palazzo delle Aquile.

Una parte della maggioranza, e nello specifico Lega e Fratelli d’Italia, ha proposto di convertire l’emendamento in un ordine del giorno, scontrandosi però col diniego del resto del centrodestra e dell’opposizione. Anche a causa dell’assenza della Ragioneria Generale in Aula, gli animi si sono surriscaldati, tanto che il vice presidente Giuseppe Mancuso ha dovuto sospendere la seduta tra le urla e gli improperi di parte dei presenti. Soltanto grazie alla presentazione di un subemendamento firmato dallo stesso Imperiale e Fabrizio Ferrandelli di Azione, la norma sull’Albergheria è passata sbloccando la delibera sul Cup.

La pace, però è durata poco. Martedì è stata la volta della relazione del sindaco Roberto Lagalla sul Piano di riequilibrio. L’ex rettore si è presentato in Aula accanto al vice sindaco Carolina Varchi, mettendo temporaneamente da parte le polemiche a distanza sul Gay pride tra FdI e il resto del centrodestra. Ma è stato durante la seduta fiume di mercoledì, finita alle prime luci dell’alba di ieri, che è scoppiata una nuova bagarre, stavolta sulla stabilizzazione a 36 ore di alcune categorie di dipendenti comunali e sul turnover del personale grazie ai pensionamenti. Nel mirino è finito l’assessore al Personale Dario Falzone, che aveva annunciato un emendamento per attuare il piano di stabilizzazioni e assunzioni inserito sia nel Piano di riequilibrio sia nel Bilancio. Vale la pena ricordare, infatti, che una delle cause della crisi dei conti a Palazzo delle Aquile è la bassissima capacità di riscossione fiscale, dovuta anche alle carenze di personale nel Settore Tributi. L’emendamento, però, in Aula non è arrivato né i consiglieri del centrodestra sono venuti in soccorso dell’assessore con un testo della maggioranza. Il capogruppo di FdI Giuseppe Milazzo, al contrario, ha attaccato l’organizzazione dei lavori d’Aula (“totalmente sbagliata”), ha annunciato di “non voler votare alcun emendamento, il Piano va votato così com’è” e, a maggior ragione, ha chiesto a più riprese di chiudere la discussione generale. A quel punto è scoppiato il caos e la seduta è andata avanti in maniera tumultuosa, soprattutto nelle ore notturne.

Da una parte Falzone ha ribadito la posizione della Giunta sulla necessità di procedere con assunzioni e stabilizzazioni (“questo è l’indirizzo dell’Amministrazione, poi ovviamente l’Aula può fare quello che vuole”, ha ribadito), dall’altra il consigliere Salvo Alotta della lista del sindaco Lavoriamo per Palermo ha posto la pregiudiziale chiedendo la presenza del sindaco e dell’intera Giunta in Aula per superare lo scoglio della mancata presentazione dell’emendamento, mentre l’opposizione faceva muro protestando per la conduzione dei lavori e per l’assenza di alcuni assessori. Tra Milazzo e il consigliere di Oso Ugo Forello sono volate parole grosse. E c’è stato perfino chi ha fatto partire musica, suoni e sirene delle Forze dell’ordine. Alla fine è stata l’opposizione a intestarsi l’emendamento, a firma Ferrandelli.

I lavori sono terminati alle cinque del mattino e ricominciati poche ore dopo. Il Piano di riequilibrio, in un clima di altissima tensione, dovrà essere approvato entro oggi.

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