Palermo, agente penitenziario aggredito in carcere da detenuto minorenne

Palermo, poliziotto penitenziario aggredito da un detenuto nel carcere per minorenni

redazione

Palermo, poliziotto penitenziario aggredito da un detenuto nel carcere per minorenni

martedì 04 Ottobre 2022

Ferito un agente. Il sindacato lancia l'allarme: "Ennesima aggressione, servono subito interventi per la sicurezza"

Ancora un poliziotto aggredito in carcere. Questa volta è successo a un agente penitenziario ferito da un detenuto nell’Istituto penale per minorenni di Palermo. “Un nostro poliziotto è stato aggredito da un detenuto, dopo avergli bloccato entrambe le mani, lo ha pure percosso – racconta Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria -. Un elogio ai colleghi che lavorano nell’istituto di Palermo e in particolare a colui che è stato vittima di questo episodio, per il quale è poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari”.

E cresce l’allarme negli istituti penitenziaria. “E’ l’ennesima aggressione da parte di detenuti presenti nelle strutture per minorenni nei confronti degli appartenenti alla polizia penitenziaria. Ancora una volta sottovalutata dall’amministrazione della giustizia minorile che riserva scarsa attenzione alla difficile gestione di detenuti all’interno delle strutture penitenziarie per minorenni dove possono essere presenti adulti fino a 25 anni”.

Dal Sappe arriva dunque, l’allarme e al tempo stesso un appello a intervenire. “Se gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali non pongono tra le priorità d’intervento la garanzia dell’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari sentiranno presto e ancora una volta la nostra voce d’ira e di protesta nelle piazze – prosegue il Sappe – Le carceri sono in mano ai delinquenti e l’amministrazione penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto dal Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

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