Palermo, Rap tra cumuli d’immondizia e una nuova organizzazione - QdS

Palermo, Rap tra cumuli d’immondizia e una nuova organizzazione

Gaspare Ingargiola

Palermo, Rap tra cumuli d’immondizia e una nuova organizzazione

martedì 28 Settembre 2021

Mentre dalla discarica di Bellolampo arrivano numeri che fanno paura, l’amministratore unico Caruso ha avviato un piano di ridistribuzione degli incarichi e nuove assunzioni

PALERMO – “L’intero piazzale” di Bellolampo, “senza soluzione di continuità, risulta occupato dai rifiuti che superano anche altezze di circa otto metri” e “non esiste una divisione tra le diverse tipologie di rifiuti (indifferenziato o parzialmente trattato)”. È quanto avrebbe messo a verbale l’Arpa dopo un’ispezione nella discarica del capoluogo siciliano lo scorso 20 settembre, secondo quanto riportato dal consigliere comunale del M5s Antonino Randazzo.

Insomma, a Palermo è sempre emergenza rifiuti, anche se in queste settimane l’amministratore unico Girolamo Caruso sta provando a rivoltare la Rap come un calzino con un piano di redistribuzione degli incarichi dirigenziali e con nuove assunzioni di autisti, operai e dirigenti. Queste ultime, però, sono finite nel mirino dell’opposizione a Sala delle Lapidi e in particolare del gruppo Oso che ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti perché, secondo il consigliere Ugo Forello, “prima di attuare il piano assunzioni, il Consiglio comunale deve approvare il Piano industriale della Rap che contiene anche il piano del fabbisogno del personale”.

Ma dopo il verbale dell’Arpa per Caruso si apre un nuovo fronte con le montagne di rifiuti stoccate all’ingresso per mancanza di spazio: “Si può ipotizzare – ha proseguito Randazzo citando ancora l’Arpa – che nell’intero piazzale siano depositate circa quarantamila tonnellate di rifiuti abbancati, gradualmente, sin dal settembre 2020”.

Il pentastellato ha inviato una nota di protesta alla Regione Siciliana: “Stante la situazione attuale dei piazzali degli impianti a Bellolampo, pare a dir poco surreale la decisione assunta dalla Regione di trasferire 1.500 tonnellate di rifiuti urbani del Comune di Catania (attualmente in emergenza) a Palermo. Chiedo l’immediata revoca del provvedimento considerando anche quanto verbalizzato dall’Arpa lo scorso 20 settembre a seguito di sopralluogo ovvero che ‘nei piazzali esterni del Tmb risultano tutti occupati da rifiuti provenienti dalla raccolta indifferenziata della città di Palermo (quantitativo predominante), nonché una parte di sopravaglio e sottovaglio provenienti dal sistema di piattaforma dello stesso impianto che resta in attesa del conferimento in discarica. Pur comprendendo le difficoltà e i disagi in cui vivono attualmente i cittadini catanesi, non possiamo accettare che per la fallimentare gestione dei rifiuti da parte di Musumeci l’immondizia sia trasferita dalle strade della città etnea a Palermo aumentando l’accumulo già enorme nei piazzali di Bellolampo”. A maggior ragione “con una percentuale di raccolta differenziata a Palermo che stenta a decollare: la media nel 2021 è del 18%. È necessario incrementare il porta a porta e i centri comunali di raccolta”.

L’amministratore Caruso nel frattempo tira dritto “con la redistribuzione delle funzioni e con il conferimento delle nuove procure ai dirigenti. L’esigenza di una nuova organizzazione del lavoro, al fine di ottimizzare le prestazioni aziendali che per contratto di servizio Rap è obbligata a rendere alla città di Palermo, era infatti divenuta oramai prioritaria e non più rinviabile, nonostante la riduzione dei dirigenti presenti in azienda”.

Al riguardo, “atteso che dalla nascita della Rap (2013) i dirigenti si sono ridotti da 11 a 5”, ieri, “per la terza volta negli ultimi due anni, è stato pubblicato il concorso per il reclutamento di due dirigenti tecnici, il cui bando è stato rivisto per evitare, ancora una volta, che la selezione risulti infruttuosa. L’esigenza di questa nuova impostazione che la Rap si dà, dove vengono accorpati uffici e dipartimenti sotto un’unica direzione, viene dettata da alcuni obiettivi prioritari che servono a evitare, con un coordinamento continuo, la mancata comunicazione tra le principali aree operative per iniziare la sburocratizzazione dei servizi resi alla collettività. Si ottimizzeranno così le risorse ad oggi disponibili, in attesa dell’ingresso del nuovo personale e degli investimenti legati a impiantistica, mezzi e attrezzature a valere sui fondi Pon Metro”.

Soddisfatti i sindacati Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Filas: “Finalmente – hanno scritto in una nota congiunta – un’idea di riorganizzazione che parte dalla necessità di un maggiore coordinamento tra le diverse aree operative dell’azienda, condizione da troppo tempo da noi sollecitata, rimasta inascoltata e finalmente oggi messa in pratica. Condividiamo l’assegnazione delle nuove funzioni, l’auspicio è che la rotazione dei dirigenti funga da nuovo stimolo per chi ha il compito di organizzare i servizi gestendo con equilibrio ed elevata considerazione il valore delle risorse umane a disposizione. Va eliminata la malsana visione delle cosiddette ‘singole aziende dentro un’unica azienda’, va affermato il principio che i servizi da espletare sono quelli previsti dal contratto di servizio e dal piano industriale, quelli a chiamata di singoli politici non risultano annoverati tra i compiti d’istituto ma distolgono i lavoratori dall’espletamento dei servizi prioritari”.

“È chiaro – hanno concluso i sindacati – che bisogna proseguire il percorso di rafforzamento professionale dell’azienda, altri due dirigenti sono necessari e dopo la pubblicazione del bando per la selezione di autisti è indispensabile completare tale percorso con l’assunzione di giovani operatori ecologici. La politica non zavorri l’azienda e i suoi lavoratori, consenta realmente la concretizzazione delle idee di rilancio della società poste in essere in questi ultimi mesi”.

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