Palestre al collasso, riapertura ancora lontana, a rimetterci è anche la salute - QdS

Palestre al collasso, riapertura ancora lontana, a rimetterci è anche la salute

Chiara Borzi

Palestre al collasso, riapertura ancora lontana, a rimetterci è anche la salute

lunedì 27 Aprile 2020

Anif Sicilia ha inviato una lettera al governo regionale per un ulteriore sostegno economico a tutti gli addetti. Il presidente Bondì : “Nella fase 3 rilanciaremo le strutture promuovendo lo sport all’aperto”

Le palestre e le società siciliane impegnate negli sport di base sono al tracollo a quasi tre mesi dalla chiusura dei centri. Chiedono a gran voce una soluzione che porti ad una riapertura delle attività compatibilmente con le esigenze dettate dalla convivenza del Covid-1 e garantiscono massima collaborazione perché all’interno dei centri le attività siano svolte in sicurezza.

Il presidente Fif (Federazione italiana fitness) Claudio Vacchi in una lettera indirizzata al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ha evidenziato la necessità di intervenire con ammortizzatori sociali specifici, con l’estensione del credito d’imposta anche ad immobili di categoria casuale D6 e D8, perché la chiusura delle palestre nei mesi di marzo, aprile e maggio  rischia – per il settore – d’aver compromesso l’intero anno.
In questi giorni, tra l’altro, anche i Comuni hanno iniziato ad interrogarsi sul futuro di palestre e società sportive, come è successo a Sciacca (Ag), dove l’Amministrazione comunale ha scelto di farsi portavoce del grido d’allarme lanciato dalle tante realtà del territorio, invitando Asd ed Ssd ad aderire ad un tavolo tecnico di discussione che svilupperà proposte da condividere con la Regione Sicilia.
Le piccole realtà, in effetti, sono quelle che necessitano di maggiori tutele. A Catania, ad esempio, oltre mille specialisti sono riusciti a fare “rete” tramite i social media, creando un gruppo Facebook chiamato “Movimento Salva palestre”. Titolari di palestre, di piscine, istruttori sono parte di un circuito, si interrogano sul loro futuro ma cercano anche di rispondere ai tanti interrogativi proponendo soluzioni concrete.

Anif (Associazione Nazionale Impianti Sport & Fitness) ha inviato al Governo Musumeci una lettera aperta in cui richiede interventi – ulteriori rispetto quelli messi in atto a livello nazionale – e si fa promotrice di sei “misure a sostegno dello sport in Sicilia”, sottoscritte dalle principali federazioni sportive regionali.
Il presidente di Anif – Eurowellness Sicilia, Germano Bondì, ha spiegato al Quotidiano di Sicilia le iniziative state promosse.

“Abbiamo lavorato sia a livello nazionale che locale al fine di ottenere una tutela per i collaboratori sportivi, vie di accesso al credito, la sospensione dei mutui, un credito imposta al 60% anche per le categorie sportive. Quest’ultimo provvedimento alleggerirebbe le società dei canone di locazione. Abbiamo chiesto al Governo di aumentare la disponibilità del fondo per gli indennizzi ai collaboratori sportivi, incrementandolo dai 50 milioni di euro attuali a 300 milioni di euro, e di rivedere il limite reddituale dei 10 mila euro l’anno: chi lo supera non é un lavoratore di secondo piano nè gode di una posizione economica di prestigio”.
“Abbiamo proposto una soluzione anche per gli abbonamenti – prosegue Bondì – , facendo appello ad una politica del buon senso che non ci obblighi a rinunciare alle quote, ma restituirle con “voucher” che prevedono una fruizione del 100% dei giorni non goduti di allenamento nei 12 mesi successivi alla ripresa. Questa proposta non sarà inserita all’interno del Cura Italia, ma chiederemo sostengo alla nostra utenza, perché accettino di posticipare il periodo di fruizione non goduto e quindi aiutarci nella ripartenza, viceversa andremmo incontro, secondo alcuni dati, alla chiusura del 70% dei luoghi aggregativi legati allo sport. A livello regionale – continua il presidente regionale e vice presidente nazionale Anif – abbiamo necessità di chiedere degli interventi contestuali. Sarà importante pensare ad un fondo ripartenza composto da un ulteriore contributo per i collaboratori sportivi e per la riapertura degli impianti.

“Sicurezza? Nuove regole, più costi”

“Nella fase 3 – prosegue Bondì – dedicata al rilancio del settore, le strutture andranno incontro a costi aggiuntivi imposti dal rispetto dei nuovi standard di sicurezza, quindi le distanze sociali, l’acquisto di mascherine, dei misuratori di temperatura, tutto a fronte di un’utenza che diverrà inferiore. Crediamo particolarmente nella collaborazione che può nascere tra Regione e Anci al fine di dare la possibilità alle palestre di utilizzare spazi all’aperto per fare attività sportiva. Ciò avverrà solo con un intervento in deroga ai regolamenti che autorizzano l’ampliamento degli spazi per fare sport. Se l’impianto è solo indoor, allora, potrebbero essere utilizzati e trasformati i parcheggi di proprietà delle strutture o preso in affitto un giardino dove ricreare uno spazio praticabile. Contiamo sulla sburocratizzazione amministrativa per facilitare l’unione e le sinergie tra le realtà sportive, sulla sospensione dei tributi locali per le società sportive per tornare a ‘respirare’ le realtà del nostro territorio”.

Chiara Borzì
Twitter: @ChiaraBorzi

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