Il parco archeologico di Cava Ispica nel degrado - FOTO - QdS

Il parco archeologico di Cava Ispica nel degrado – FOTO

redazione

Il parco archeologico di Cava Ispica nel degrado – FOTO

Marcello Medica  |
venerdì 19 Gennaio 2024

Viaggio nel versante nord, in contrada Baravitalla, dove è possibile incontrare rifiuti di ogni tipo, persino all’ingresso del sito. Unica nota positiva l’attività del Movimento Azzurro che ha riqualificato una piccola parte dell’area

MODICA (RG) – L’abbandono e il degrado continuano a regnare all’interno del Parco archeologico di Cava Ispica nonostante il trascorrere degli anni e le promesse di recupero e valorizzazione che consentirebbero sicuramente un rilancio non indifferente del settore turistico e di tutto quanto a esso legato. La nostra attenzione si concentra, in particolare, sul versante nord del Parco, in contrada Baravitalla dove, a parte qualche eccezione legata all’impegno e all’azione di movimenti ecologisti, l’incuria delle istituzioni competenti, nonché l’inciviltà di chi utilizza questa zona per disfarsi di ogni genere di rifiuto, ha reso nel tempo l’area sempre più trascurata e degradata.

L'indicazione illegibile per la Tomba del Re
L'ingresso di un percorso archeologico sbarrato
La chiesa di San Pancrati abbandonata al suo destino
Una discarica abusiva adiacente l'ingresso di San Pancrati
Una montagna di rifiuti a Cava Ispica

Ovunque, infatti, è possibile rinvenire rifiuti di ogni genere – persino il pericoloso eternit – abbandonati ai bordi della strada piuttosto che all’ingresso di un sito archeologico, come nel caso della Chiesa di San Pancrati, un rudere abbandonato al suo destino anche se di innegabile valore culturale, come tanti altri siti archeologici di rilevantissimo valore che sono allocati in tale infelice zona del Parco dimenticata da tutti o quasi. All’ingresso dell’area, infatti, vi è un cartello del Movimento Azzurro che così recita: “Questo luogo alcuni anni fa era in rovina: dal piazzale al parcheggio, ai muri, al giardino, alle piante, ai bagni. Oggi, grazie al Movimento Azzurro, al Comune di Modica e alla Soprintendenza di Ragusa, è rinato a nuova vita e si chiama “Il Giardino di Baravitalla… Qui ci sentiamo più liberi e riscopriamo la gioia di comportarci bene, di purificarci di ritrovarci amici con la natura che va rispettata e non violentata… Il Movimento Azzurro invita tutti ad astenersi dal lasciare iscrizioni nei siti archeologici, a non abbandonare rifiuti ovunque, ad osservare un comportamento adeguato alla bellezza del luogo. Qui si misura la cultura della nostra Città apprezzata e scelta da tanti visitatori, nazionali e internazionali, per la sua innegabile bellezza”.

Eccezion fatta per tale movimento, cui va il merito di aver rivalutato una piccola parte dell’area e di tenere alta l’attenzione nei confronti di tutti i soggetti, istituzionali e non, coinvolti, tutto il resto è rimasto fermo a tanti anni fa quando furono spesi ingenti contributi pubblici che oggi possiamo dire con certezza di essere stati sciupati se non del tutto buttati al vento. Sia della cartellonistica turistica, sia dei percorsi e muretti realizzati in pietra ad oggi, non è rimasto quasi nulla se non dei ruderi e ciò nonostante in quell’area vi siano dei siti archeologici di inestimabile valore, come nel caso della Tomba del Re a Finti Pilastri, famosissima e oggetto di visite di turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo. A completare il quadro già abbastanza sfigurato, il ponte di Baravitalla crollato a causa di un’alluvione oltre vent’anni fa, nel lontano 2003, che univa due territori e che adesso continua a rappresentare l’indifferenza delle istituzioni e le lungaggini che spesso bloccano il ripristino di un’opera, finanche di vitale importanza.

Tantissimi i disagi per turisti e visitatori

Tantissimi i disagi, infatti, per turisti e visitatori nonché per i cittadini residenti in quella zona che per spostarsi da una parte all’altra del ponte devono compiere giri inutili e dispendiosi, quando invece basterebbe attraversare un ponticello di appena 50 metri. Fino alle recenti elezioni comunali ogni schieramento riportava nel suo programma elettorale la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo di Cava Ispica, ma quanti in realtà volevano veramente realizzare quanto scritto nel loro “libro dei sogni”?

L’unica cosa che oggi possiamo dire con assoluta certezza, testimoniata anche dai rilievi fotografici, è che anche la parte politica vincitrice delle ultime elezioni e che adesso sta governando la città, ad oggi non è ha ancora intervenuta, per quanto di sua competenza, per rendere l’area più accogliente e meno trascurata e abbandonata a se stessa. Vogliamo, però, sperare e credere che questa inchiesta faccia da sprone ad agire nei confronti di tutti gli organi competenti.

Dal Comune: “Pronti a intervenire”

In merito alla grave situazione in cui versa il versante nord del Parco Archeologico di Cava Ispica, abbiamo intervistato gli Assessori comunali, Antonio Drago e Samuele Cannizzaro, rispettivamente con delega ai Lavori Pubblici e all’Ecologia. L’Assessore Drago, in merito alla ricostruzione del ponte di Baravitalla, crollato oltre vent’anni fa, ha dichiarato che “tale ricostruzione rientra in un progetto di messa in sicurezza dell’intera area attraverso i fondi previsti dal Decreto interministeriale del 30/12/2019 per interventi volti alla mitigazione del rischio idrogeologico”.

In effetti, con deliberazione della Giunta comunale n. 314 del 29/11/2021, avente ad oggetto “progetto di sistemazione idraulica degli argini del Torrente Cava Ispica, pulizia del letto del fiume e ripristino delle spalle del ponte crollato a causa dell’alluvione del 2003”, finanziato per l’importo di 1 milione di euro, è stato approvato il quadro economico e individuata la stazione appaltante del Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa.

Per quanto attiene, invece, al degrado ambientale, l’Assessore Cannizzaro ha dichiarato che “c’è la disponibilità dell’Ente ad intervenire per la bonifica delle discariche abusive che insistono nell’area” anche se, aggiungiamo noi, non è la prima volta che ciò avviene nel corso degli anni salvo poi il riformarsi di nuove discariche, magari favorito dalla chiusura del ponte crollato. Adesso non rimane che attendere gli interventi volti ad eliminare prima possibile tale situazione di forte degrado che rende un’immagine del Parco abbastanza pessima con conseguenti danni per l’economia turistica.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017