Cambiano le modalità di versamento delle imposte per le partite Iva e potrebbe essere introdotta "un'uscita graduale dalla flat tax al 15%" entro alcuni rage di fatturato. Tutte le novità in arrivo
Ancor prima della riforma fiscale, per la quale entro il 30 giugno 2021 è atteso il documento della Commissione Finanze, potrebbe cominciare una vera e propria rivoluzione per i lavoratori autonomi. Cambieranno le modalità di versamento delle imposte per le partite Iva, come annunciato dalla vice ministra dell’Economia Laura Castelli. Verrà eliminato il sistema di saldo e acconto due volte l’anno e verrà sostituito con il pagamento di rate mensili. Insomma, i titolari delle partite Iva potrebbero dover saldare i loro debiti con il Fisco ogni 30 giorni.
Il nuovo sistema di cui si discute già dall’anno scorso, chiamato “Cash Flow Tax“, nasce dall’intento di superare quello vigente, ormai obsoleto, e di garantire il calcolo delle imposte per le partite Iva in base a quanto effettivamente incassato ogni mese.
L’USCITA “GRADUALE” DALLA FLAT TAX
Al tema proposto dalla Lega – e su cui c’è convergenza di Italia Viva e M5s – potrebbe aggiungersi un’ulteriore novità per i lavoratori autonomi, con il benestare del ministro Giancarlo Giorgetti: “un’uscita graduale” dalla flat tax al 15% per le partite Iva con fatturato oltre i 65mila euro, in modo da permetterne la crescita senza eccessive penalizzazioni.
Tutto questo perché, superata una certa soglia di incassi, subirebbero una pressione fiscale eccessiva. Una delle ipotesi – che potrebbe rientrare nel ddl di riforma fiscale atteso entro luglio – è anche quella di innalzare il tetto della platea a 100mila euro di ricavi con un forfait del 20%.
PARTITE IVA, LA MODIFICA NEL VERSAMENTO DEGLI ACCONTI DELLE IMPOSTE SUI REDDITI
Attualmente i titolari di partita Iva pagano in due rate gli acconti delle imposte sui redditi: la prima entro il 30 giugno, con possibilità di rateizzazione; la seconda entro il 30 novembre. Ed entro il 30 novembre potrebbe già essere varata la modifica sugli acconti: la prima tranche tra giugno e dicembre e la seconda tra gennaio e giugno dell’anno successivo (2022).
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, aveva proposto l’abbandono degli acconti con pagamenti mensili in base al fatturato, il Parlamento pensa invece di mantenere l’attuale modalità di calcolo, diluendola però nei sei mesi successivi, in modo da averei dati definitivi dell’anno e non basarsi, come avviene ancora oggi, sulle proiezioni di novembre.
L’ISTAT ha certificato che per rinviare il pagamento degli acconti delle imposte sui redditi non serve copertura, spianando la strada alla nuova riforma e al possibile pagamento rateizzato anche del secondo acconto. La misura consentirebbe un’iniezione di liquidità ad almeno 5,5 milioni di contribuenti. Per provvedere all’abolizione della ritenuta d’acconto, invece, servirebbe una copertura di 9 miliardi di euro.
Si sta anche valutando di prorogare al 20 luglio la scadenza di saldo e acconto delle imposte sui redditi fissata al 30 giugno 2021, ma occorrerà attendere i prossimi giorni per maggiori certezze.