Per 7 occupati su 10 orari troppo rigidi soprattutto per giovani, donne e stranieri - QdS

Per 7 occupati su 10 orari troppo rigidi soprattutto per giovani, donne e stranieri

redazione

Per 7 occupati su 10 orari troppo rigidi soprattutto per giovani, donne e stranieri

mercoledì 30 Settembre 2020

Oltre sette occupati su 10 (per un totale di 16,6 milioni di lavoratori) non hanno la possibilità di decidere l’orario di inizio e/o fine della propria giornata lavorativa. Per i lavoratori dipendenti l’orario è definito dal datore di lavoro mentre i vincoli che incontrano i lavoratori autonomi sono riferiti alle esigenze dei clienti o dalle norme. Lo rileva l’Istat.

Il 16,4% degli occupati ha invece piena autonomia nella scelta e un ulteriore 12,0%, pur dichiarandosi autonomo, è soggetto ad alcune limitazioni. Gli uomini, i lavoratori dai 50 anni in su e quelli con titolo di studio elevato – le categorie tradizionalmente più forti nel mercato del lavoro – hanno maggiori margini di flessibilità oraria: più spesso degli altri lavoratori possono decidere l’orario della giornata lavorativa e più facilmente possono accedere a permessi e a ferie, anche con breve preavviso. Più costrittive sono invece le condizioni lavorative di stranieri, giovani, donne e delle persone con un basso titolo di studio.

Non sorprende che per i lavoratori dipendenti l’orario sia stabilito dal datore di lavoro nella quasi totalità dei casi (85,0%) e che le condizioni siano ancora più vincolanti per i dipendenti a termine. La maggior parte dei datori di lavoro e degli autonomi puri senza dipendenti godono invece di ampia autonomia nella definizione della propria giornata lavorativa (57,2% per gli autonomi nel complesso, 63,8% e 58,4% rispettivamente per datori di lavoro e autonomi puri). In posizione intermedia, a conferma della loro natura ibrida, si collocano i dependent contractor, tra i quali poco più di un terzo – il 36,1% – decide autonomamente

La possibilità di assentarsi dal lavoro per qualche ora con breve preavviso è un aspetto centrale della flessibilità oraria e della conciliazione dei tempi di vita e lavoro; nel complesso, il 73,1% degli occupati dichiara di poterlo fare con una certa facilità: il 39,2% dichiara di poter prendere ore abbastanza facilmente e il 33,9% molto facilmente.

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