Per i sindacati una sfida che parte dal nisseno con l’obiettivo di cambiare il mondo del lavoro - QdS

Per i sindacati una sfida che parte dal nisseno con l’obiettivo di cambiare il mondo del lavoro

Annalisa Giunta

Per i sindacati una sfida che parte dal nisseno con l’obiettivo di cambiare il mondo del lavoro

mercoledì 25 Settembre 2019

Si punta su un “deciso salto di qualità” nell’azione portata avanti per la rappresentanza dei lavoratori. Nei giorni scorsi un importante momento di confronto con l’Assemblea generale della Cgil

CALTANISSETTA – Parte dal nisseno la sfida al cambiamento del mondo del lavoro. A lanciarla è stato il segretario generale della Cgil provinciale, Ignazio Giudice, nel corso della sua relazione in seno all’Assemblea generale del sindacato.

“Occorre affermare – ha detto – la contrattazione inclusiva come strumento per riunificare il mondo del lavoro. Un passo importante per la Cgil e, allo stesso tempo, un deciso salto di qualità della sua azione sindacale per superare una linea difensiva sulla precarietà e assumere dentro la contrattazione la rappresentanza di tutte le figure presenti nel mercato del lavoro”.

Il segretario generale nel corso del suo intervento ha denunciato il livello di precarietà ancora esistente nel mondo del lavoro e la necessità di battaglie contrattuali per affermare il diritto alla rappresentanza e quelli di milioni di titolari di partita Iva, che non hanno possibilità di andare ferie, in malattia e tanti altri diritti conquistati dal sindacato nei decenni. Aspetti di un mercato del lavoro che la Cgil vuole affrontare attraverso la contrattazione inclusiva.

All’assemblea hanno partecipato centinaia di delegate e delegati, tra i quali Saverio Piccione della Cgil Sicilia e Nino Baseotto della segreteria nazionale della Cgil.

Tre le questioni da affrontare, come evidenziato da Giudice, c’è quella legata a “una fetta crescente di lavoratori e lavoratrici fuori dal contratto collettivo, ai quali non parliamo con la nostra azione quotidiana, e che conoscono soltanto la ricattabilità della contrattazione individuale. Questo aspetto ha oggettivamente indebolito la nostra rappresentanza e la stessa contrattazione”.

“La precarietà – ha affermato ancora il segretario generale nisseno – non si cancella per decreto, ha oramai modificato la struttura produttiva e di mercato di interi settori. Occorre costruire percorsi che accompagnino la regolarizzazione e la regolamentazione di questi segmenti e solo la contrattazione può entrare nel merito e mettere mano alle dinamiche dell’organizzazione del lavoro. Includere significa ricomporre, garantire parità di trattamento, estendere diritti, ma anche riconoscere le differenti condizioni”.

“Una direzione – ha concluso – non semplice, in particolare in una fase in cui siamo costretti ancora di più in una posizione difensiva. Concentrarsi prevalentemente in una posizione difensiva non paga e non ha pagato, abbiamo bisogno di inventare nuove frontiere e nuove dimensioni della contrattazione, non per disperdere energie, ma per recuperarle e modificare i rapporti di forza. L’ingrediente per farlo è la ricostruzione della solidarietà, quella che talvolta in questo mondo del lavoro viene meno e non ci consente di frenare la riduzione dei diritti per i nuovi assunti”.

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