Pescatori Libia, dalla Regione centomila euro alle famiglie - QdS

Pescatori Libia, dalla Regione centomila euro alle famiglie

Raffaella Pessina

Pescatori Libia, dalla Regione centomila euro alle famiglie

sabato 24 Ottobre 2020

L'arcivescovo Mogavero, "diciotto vite umane non hanno prezzo". Ieri preghiera con l'Imam, negli equipaggi anche sei tunisini e due senegalesi. Il Governatore: “Tutto ancora inspiegabilmente fermo”

Da un lato l’appello al Governo a far presto, dall’altro vicinanza solidale alle famiglie.

Queste le prese di posizione, ieri sera, del vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero alla veglia di preghiera per i 18 marittimi che si trovano rinchiusi nella prigione di El Kuefia da più di 50 giorni.

“Non si può perdere di vista che diciotto vite umane non hanno prezzo – ha detto Mogavero – qualunque soluzione, anche basata su un onorevole compromesso, deve essere ricercata, bruciando i tempi, divenuti ormai troppo lunghi e gravosi per tutti: per i prigionieri e per chi ne attende la desiderata liberazione”.

Nella parrocchia San Lorenzo di Mazara piena di familiari e fedeli, Mogavero ha detto che il solo sforzo del governo “non basta”.

Ai familiari “le sole parole di conforto non bastano e la stessa vicinanza dimostrata a loro in più modi e in più circostanze hanno un significativo valore simbolico, ma non alleggeriscono la pesantezza della loro pena e non risanano le ferite del cuore”.

Alla veglia ha partecipato anche l’Imam della moschea cittadina, Ahmed Tharwa. Tra i marittimi sequestrati ci sono anche sei tunisini e due senegalesi.

“Siamo in un momento di angoscia – ha detto l’Imam – siamo tutti una famiglia e preghiamo per l’unico Dio per la liberazione dei nostri fratelli”.

Intanto La Giunta regionale ha fatto sapere che intende stanziare centomila euro a fondo perduto per sostenere le famiglie dei 18 pescatori di Mazara del Vallo tenuti in stato di fermo dal primo settembre a Bengasi in Libia, dopo il sequestro dei due pescherecci da parte delle milizie del generale Haftar.
Per questo gli assessori regionali all’economia Gaetano Armao e alla Pesca mediterranea Edy Bandiera hanno depositato in commissione Bilancio dell’Ars un emendamento che sarà inserito nella prima legge all’esame del Parlamento siciliano, già da martedì prossimo. Il documento, di quattro commi, istituisce “un contributo straordinario a fondo perduto per le famiglie dei marittimi trattenuti presso Paesi della costa mediterranea del Nord Africa attraversati da sommosse civili che creano instabilità nei rapporti tra gli stessi Paesi interessati”.

Sarà il dipartimento della Pesca mediterranea a provvedere al ristoro delle famiglie interessate.
Plauso da parte del presidente dell’Ars Micciché per il contributo del Governo “Dopo il primo aiuto da parte dell’Ars, l’iniziativa del governo regionale va appoggiata e condivisa ed è sulla stessa lunghezza d’onda di quella del Parlamento siciliano, che aveva già dato un segnale di solidarietà reale in favore dei familiari dei pescatori”.

Bandiera inoltre ha ottenuto l’approvazione di una proposta, presentata in conferenza delle Regioni, che impegna il Governo nazionale ad intraprendere immediate e concrete iniziative a favore dei marittimi sequestrati. Tre i punti proposti e approvati: intraprendere ogni iniziativa utile per giungere alla immediata liberazione dei pescatori sequestrati dalle Autorità Libiche e detenuti in Libia; attivare, immediatamente, un canale umanitario affinchè possano essere acquisite, de visu, informazioni sulle condizioni detentive e di salute dei pescatori sequestrati; attivare un fondo di solidarietà per il sostegno economico delle famiglie dei pescatori colpite da tali eventi. Intanto le famiglie dei sequestrati presidiano senza sosta piazza Montecitorio a Roma in attesa di notizie dal governo nazionale che dovrebbe mediare con la Libia il loro rilascio e conseguente rimpatrio. Il sindaco di Mazara Salvatore Quinci ha riferito che “non c’è alcun accordo tra il governo della Repubblica Italiana e lo Stato della Libia per lo scambio di detenuti. Me lo ha confermato al telefono il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede”.

Quinci ha anche detto che chiederà un incontro con il ministro Bonafede. Il presidente Musumeci rinnova l’appello al premier Conte e al ministro degli Esteri Di Maio per una soluzione della vicenda. “Tutto – ha detto – sembra ancora inspiegabilmente fermo nonostante si parli di trattative avviate da Roma per risolvere questa vicenda che, giorno dopo giorno, accresce angoscia e rabbia”.

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