Pescherecci sequestrati, Musumeci chiama il premier Conte - QdS

Pescherecci sequestrati, Musumeci chiama il premier Conte

redazione web

Pescherecci sequestrati, Musumeci chiama il premier Conte

venerdì 11 Settembre 2020

Il Governatore ha chiesto al Presidente del Consiglio un intervento con le autorità libiche dopo il sequestro di due imbarcazioni, Antartide e Medinea, della flotta di Mazara. Bandiera, nessun atto di pirateria da barche tunisine a pescherecci italiani

Un intervento con le autorità libiche per arrivare a una rapida soluzione nella vicenda del sequestro dei due motopescherecci di Mazara del Vallo è stato chiesto dal governatore della Sicilia Nello Musumeci con una lettera inviata al premier Giuseppe Conte.

“Ormai da alcuni giorni – ha scritto Musumeci – non si hanno più notizie dei due motopescherecci di Mazara del Vallo Antartide e Medinea, sequestrati il primo settembre a 35 miglia a nord di Bengasi. Interpretando il sentimento non solo delle famiglie dei diciotto marinai a imbarcati ma dell’intera comunità siciliana, le chiedo un suo autorevole intervento, presso le autorità libiche, affinché si pervenga ad una rapida e indolore soluzione della triste vicenda, che sta creando sgomento e inquietudine nella mia Isola”.

Equipaggi in stato fermo

Dai contatti con la Farnesina, da parte dell’assessore regionale siciliano per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera, è emerso che “tutti i competenti organi dello Stato italiano sono impegnati, nel più stretto riserbo, nella trattativa per il rilascio in tempi brevi degli equipaggi, che si trovano in stato di fermo ma non d’arresto, non possono riprendere il mare né, a oggi, rimpatriare”.

Nei loro confronti, secondo una nota, “non è stato formalizzato alcun capo di accusa”.

“Una parte dell’equipaggio – ha affermato Bandiera – è stata autorizzata a restare sulle barche in porto, mentre un’altra parte è stata trasferita sulla terraferma negli uffici della polizia locale. Sono tutti in buone condizioni di salute e a tutti vengono forniti i pasti”.

Nessun atto di pirateria

Bandiera ha poi parlato del supposto atto di pirateria ai danni di una peschereccio della flotta di Lmpedusa da parte di una barca tunisina che era stato oggetto di clamore politico della Lega Nord.

Bandiera ha spiegato che “dalle prime ricostruzioni sembra che, da parte dell’imbarcazione siciliana si sia trattato di un incidente tecnico involontario: la barca italiana infatti sarebbe transitata inavvertitamente sopra la rete dell’imbarcazione tunisina, a circa 15 miglia a Sud Est di Lampedusa, in acque internazionali in stretta prossimità delle acque territoriali italiane”.

Ne sarebbe scaturito un diverbio che ha spinto l’equipaggio tunisino ad accennare uno speronamento dell’imbarcazione lampedusana.

“La situazione – ha riferito Bandiera – è stata poi riportata alla normalità dall’intervento della Marineria Italiana”.

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