Crisi climatica, Lionello: "Poco tempo per restare entro 1,5°" - QdS

Cambiamenti climatici, il professore Piero Lionello al QdS: “Finestra per restare entro 1,5° si sta chiudendo”

redazione

Cambiamenti climatici, il professore Piero Lionello al QdS: “Finestra per restare entro 1,5° si sta chiudendo”

Salvatore Rocca  |
giovedì 28 Settembre 2023

Intervista al docente ordinario di Fisica tra gli autori dell'ultimo report dell'Ipcc, sulla crisi climatica in atto.

PALERMO – Rispettare gli impegni assunti dai Paesi per contrastare la crisi climatica, prima che sia troppo tardi. Lo chiedono a gran voce i 6 tra bambini e ragazzi portoghesi di età compresa tra gli 11 e i 24 anni che mercoledì 27 settembre hanno partecipato al palazzo della Corte Europea dei diritti dell’uomo all’udienza sul caso Duarte Agostinho, la prima causa sui cambiamenti climatici mai giunto a Strasburgo.

Ancora una volta sono i più giovani a sollecitare le istituzioni a muoversi sul tema del cambiamento climatico. E se nel corso di questi ultimi anni l’attivista svedese Greta Thunberg è diventata a pieno titolo la figura universale per l’ambientalismo grazie alle lotte condotte al grido di “Skolstrejk för klimatet”, i 6 giovani invitati a Strasburgo possono diventare dei “pionieri” in tema di giustizia climatica tra i banchi della CEDU.

Crisi climatica, anche l’Italia tra gli imputati

A essere imputati sono 32 Paesi (Italia compresa) additati, a causa dell’inerzia dei loro Governi sul clima, di aver violato i diritti di salute, studio e sicurezza dei giovani e delle loro future famiglie. E proprio con preoccupazione guardano i giovani al futuro, che rischiano di vivere – o sopravvivere – in un ambiente meno sicuro dei loro padri e dei loro nonni. Una condizione che interessa da vicino anche la Sicilia, martoriata soltanto poche settimane fa da una escalation di incendi che ha provocato decessi e ingenti danni.

Lionello: “Cambiamenti climatici rischio per nuove generazioni”

“I cambiamenti climatici pongono dei rischi per l’ambiente, i settori produttivi, le economie e la sicurezza dei cittadini. Le nuove generazioni ne saranno influenzate maggiormente di quelle precedenti in conseguenza delle scale temporali (multi decadali e centennali) con cui questi rischi ci si attende aumentino”, sottolinea al Quotidiano di Sicilia il professor Piero Lionello, ordinario di Fisica all’Università del Salento e responsabile del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici dell’Ateneo leccese, nonché tra gli autori che hanno collaborato alla stesura dell’ultimo report dell’IPCC.

Crisi climatica, “Cosa fare per ridurre i rischi”

“Le azioni per ridurre i rischi sono di due tipologie: adattamento e mitigazione”, aggiunge il docente. “L’adattamento ha l’obiettivo di ridurre i rischi prodotti dai cambiamenti climatici che non si riesce ad evitare e hanno diverse caratteristiche a seconda degli aspetti presi in considerazione”.

“Ad esempio la gestione delle coste per contrastare gli effetti prodotti dall’aumento del livello del mare, l’ottimizzazione dell’utilizzo delle riserve idriche per contrastarne la diminuzione, la protezione degli ecosistemi per favorirne la resilienza ai cambiamenti climatici, l’adattamento dell’agricoltura a nuovi regimi climatici, la realizzazione di spazi urbani, abitazioni e difese in grado di sostenerne l’aumento di intensità degli estremi”.

“La mitigazione – ribadisce Lionello – ha l’obiettivo di ridurre l’entità del cambiamento e si basa sull’efficienza energetica, sulla riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e delle emissioni di gas serra in atmosfera. Il recente (sesto) rapporto IPCC ha evidenziato come siano richieste urgenti azioni di mitigazione. In realtà l’Unione Europea è forse l’organismo politico che sta producendo i maggiori successi sulla riduzione delle emissioni nel confronto con le altre aree del globo”.

Sempre meno tempo per evitare conseguenze

“Tuttavia, nonostante i non trascurabili successi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, purtroppo al momento le emissioni globali non stanno diminuendo a causa degli aumentati contributi dei Paesi in via di sviluppo. Di fatto, le politiche attualmente implementate a livello globale consentono la stabilizzazione delle emissioni e non la loro riduzione”.

“La finestra temporale per il contenimento dell’aumento della temperatura entro 1.5°C indicato dall’Ipcc come soglia per evitare conseguenze negative si sta esaurendo fra pochi anni e anche quella per restare sotto i 2°C sta diventando critica”, conclude Lionello.

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