Pietro Bartolo (Pd): “È un voto decisivo per il futuro, l’Ue non è un bancomat come pensano le destre” - QdS

Pietro Bartolo (Pd): “È un voto decisivo per il futuro, l’Ue non è un bancomat come pensano le destre”

Giovanna Naccari

Pietro Bartolo (Pd): “È un voto decisivo per il futuro, l’Ue non è un bancomat come pensano le destre”

venerdì 24 Maggio 2024

Il QdS incontra i candidati. Intervista all’europarlamentare uscente Pietro Bartolo: “Il mio obiettivo è una Mare nostrum europea”

Pietro Bartolo, medico chirurgo ed europarlamentare uscente, ci riprova. Per le prossime elezioni dell’8 e 9 giugno è candidato del Pd nella circoscrizione Isole.

Come immagina l’Europa tra i prossimi cinque anni?
“Questa è una domanda molto bella. La risposta è che dipenderà dall’esito di queste elezioni. Potrà essere un’Europa che apre una nuova fase costituente in ottica federale e federativa eliminando regole come il diritto di veto che si sono dimostrate un’arma nelle mani delle destre e delle autocrazie elettive come quella di Orbàn. Naturalmente questa è l’Europa che io auspico, un’Europa sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, un’Europa che lavora per la pace, per l’accoglienza che nell’immigrazione vede un’opportunità e non solo un problema. L’altra Europa possibile è quella che la stessa Presidente del Consiglio ha immaginato qualche giorno fa al raduno di Vox ed è un’Europa conservatrice che intende spostare a destra la linea della Commissione su alcuni temi condivisi: ostilità al Green Deal, battaglia contro i diritti civili e l’immigrazione. Nuovi muri contro le libertà e contro il futuro. Perché remare contro tutto questo significa non voler comprendere, anzi voler negare che il mondo e la società sono cambiati. Che l’Europa è alle prese con un calo demografico senza precedenti e che i cambiamenti climatici sono già davanti ai nostri occhi, basti pensare alla siccità. Meloni parla di rinascimento, in realtà mi sento di dire che si tratterebbe di un ritorno al Medioevo. Per questo ad ogni comizio invito a votare Pd prima ancora che a votare per me. Perché da questo voto dipende davvero il futuro di tutti noi e dell’Europa che non può essere considerato solo un bancomat, come fanno le destre”.

Da europarlamentare uscente, ha un progetto che non è riuscito a concretizzare e che vorrebbe portare avanti?
“Una Mare Nostrum europea. Sono, siamo riusciti, come socialdemocratici a fare approvare una risoluzione che ne chiede l’Istituzione. Ma al momento non esiste una missione di questo tipo ed anzi Commissione e Consiglio spingono per l’esternalizzazione delle frontiere. Il Governo italiano poi sta battendo tutti in disumanità con leggi che criminalizzano chi salva le persone in mare e puntano a vietare persino ai velivoli di segnalazione e soccorso di sorvolare il Mediterraneo. Durante la legislatura che sta per concludersi è stato varato il Patto migrazione ed asilo, una riforma tanto voluta dalla Commissione uscente ma che purtroppo non ha garantito quel livello di ambizione per cui abbiamo lottato per quasi 4 anni. Sarà ora nostro compito monitorare affinché le disposizioni previste da questo impianto normativo a salvaguardia dei diritti umani non siano applicate al ribasso. Bisogna fare in modo, inoltre, che queste persone possano arrivare in Europa attraverso vie legali. Però se devo essere sincero, in questo momento, credo che non siano solo i diritti umani in pericolo ma anche tante delle conquiste civili e sociali dell’ultimo secolo e dunque credo che la responsabilità che ognuno degli eletti del Pd e delle altre forze progressiste e riformiste avrà nella prossima legislatura, sarà enorme”.

Spesso le istituzioni europee sembrano sorde alla richiesta degli isolani di metterli alla pari in competitività con tutti i cittadini dell’Unione. Pensiamo al caro trasporti, alle limitazioni nella pesca e in altri settori. Quali risposte deve dare l’Europa alle Isole per riconoscerne i vantaggi?
“La condizione di insularità, sulla carta, è riconosciuta dall’Europa. Questo però non ha ancora prodotto i frutti che tutti speriamo. Essere Isolani significa ancora vivere in una condizione di svantaggio sia per chi sceglie di studiare fuori che per chi è costretto a viaggiare per lavoro fuori da Sicilia e Sardegna ma anche per produttori e imprenditori delle due Isole. Nel 2022 in Parlamento Europeo abbiamo approvato una risoluzione che chiede di prevedere una serie di agevolazioni anche fiscali per le Isole, un po’ come oggi avviene per le Canarie, inserite tra le regioni ultraperiferiche. Bisogna andare avanti su questa strada, chiedere alla Commissione di fare di più e vigilare sugli Enti locali e in particolare sulle Regioni, perché le previsioni dell’Europa a tutela della continuità territoriale, siano applicate”.

Lei ha raggiunto la popolarità soprattutto come medico di Lampedusa. La sua esperienza professionale e umana è intessuta di storie di uomini, di donne e bambini. Storie di migranti e storie di accoglienza. In Europa, tra i Paesi membri, resistono ancora posizioni contrastanti su accoglienza e integrazione. Ma esiste una ricetta giusta che possa mettere tutti d’accordo?
“Basterebbe indossare le lenti del presente e guardare come il mondo sta cambiando. L’Europa tutta deve iniziare a capire che governare il fenomeno migratorio vuol dire non considerarlo più un’emergenza da contenere ma un fenomeno da gestire e un’occasione per l’Europa. Un’opportunità per contrastare il crollo demografico del nostro continente e per una sua crescita culturale, sociale, medico-scientifica. L’accoglienza e l’inclusione sono cose possibili se l’Europa è compatta: in pochi mesi in Europa abbiamo accolto oltre 5 milioni di profughi ucraini senza alcun particolare scossone. Perché continuare a spendere miliardi per bloccare chi scappa da Africa e Medio Oriente e per fare accordi con governi autocratici che non rispettano lo stato di diritto e i diritti umani e che usano l’Europa come bancomat? Chiediamocelo”.

Il profilo

Pietro Bartolo, medico chirurgo, è sposato e ha tre figli. Consigliere comunale a Lampedusa e Linosa negli anni 1988-2007, è stato vice sindaco e assessore alla sanità del comune delle Pelagie dal 1988 al 1993. Dal 1992 si occupa anche delle prime visite ai i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza. Eurodeputato nell’ultima legislatura, tra gli incarichi è stato vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe); membro titolare delle Commissioni Pesca, Bilanci e della delegazione per le relazioni con i paesi del Mashreq.

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